23 Aprile 2016

Prima performance in 1.000 anni: brani ‘perduti’ dal Medio Evo sono riportati in vita

Il foglio mancante delle ‘Cambridge Songs’.

Un antico repertorio di canzoni sarà ascoltato per la prima volta in 1.000 anni questa settimana (NdT: il 23 Aprile), dopo essere stato ‘ricostruito’ da un ricercatore di Cambridge e da un esecutore di musica medievale di livello mondiale.

Le ‘Songs of Consolation’, sono state suonate alla Pembroke College Chapel di Cambridge il 23 Aprile, ricostruite a partire dai neumi (simboli che rappresentano le notazioni musicali nel Medio Evo) e attingendo fortemente da un foglio proveniente da un manoscritto dell’undicesimo secolo, che fu rubato da Cambridge e ritenuto perduto per 142 anni.

L’esecuzione di sabato riguarda musica legata a porzioni poetiche dell’opera magna del filosofo romano Boezio, De Consolatione philosophiæ. Uno dei lavori più ampiamente letti e importanti del Medio Evo, fu scritto durante l’imprigionamento di Boezio nel sesto secolo, e prima della sua esecuzione per tradimento. Tale fu la sua importanza, che fu tradotta da molte figure importanti, comprendenti Alfredo il Grande, Chaucer ed Elisabetta I.
Centinaia di canzoni in latino furono registrate nei neumi dal nono e fino al tredicesimo secolo. Questi comprendono passaggi dai classici di Orazio e Virgilio, autori tardo antichi come Boezio, e testi medievali dai lamenti alle canzoni d’amore.
Ad ogni modo, il compito di suonare tali antichi brani oggi non è così semplice come leggere e suonare la musica di fronte a te. 1.000 anni fa, la musica era scritta in un modo che registrava i contorni musicali, ma non le ‘note’ come sarebbero riconosciute dai musicisti odierni; affidandosi alle tradizioni aurali e alla memoria dei musicisti per tenerle vive. Poiché queste tradizioni aurali morirono nel dodicesimo secolo, si è spesso pensato che fosse impossibile ricostruire la musica ‘perduta’ da quest’epoca – precisamente per il fatto che i toni erano ignoti.
Ora, dopo oltre due decenni di attento lavoro nell’identificare le tecniche usate per collocare particolari forme di verso, la ricerca intrapresa dal dott. Sam Barrett dell’Università di Cambridge gli ha permesso di ricostruire le melodie di un foglio – riscoperto e risalente dell’undicesimo secolo – delle ‘Cambridge Songs’.
“Questo particolare foglio – ‘accidentalmente’ rimosso dalla Biblioteca dell’Università di Cambridge da uno studioso tedesco negli anni quaranta dell’Ottocento – è un pezzo cruciale del puzzle, per quanto riguarda il recupero dei brani,” ha affermato il dott. Barrett.
In parte detective, in parte viaggiatore nel tempo musicale, le fondamenta del lavoro accademico di Barrett hanno riguardato il raccogliere le annotazioni che sopravvivono dalle Cambridge Songs e da altri manoscritti dal mondo, per poi applicarle ai principi dell’ambientazione musicale durante quest’epoca.
“Dopo aver riscoperto il foglio delle Cambridge Songs, quello che restava era il balzo finale nel suono,” ha affermato. “I neumi indicano la direzione musicale e i dettagli della capacità vocale senza specificare ogni tono, e questo pone un problema considerevole.”
“Le tracce dei repertori dei brani perduti sopravvivono, ma non la memoria aurale che un tempo li supportava. Conosciamo i contorni delle melodie e molti dettagli su come erano cantate, ma non i toni precisi che formavano i brani.”
Dopo aver messo insieme un 80-90 per cento stimato di ciò che può essere noto sulle melodie per il De Consolatione philosophiæ, Barrett si è affidato all’aiuto di Benjamin Bagby di Sequentia – un gruppo con tre strumenti e musicisti di esperienza che hanno costruito la loro memoria operativa di un brano medievale.
Bagby, co-fondatore di Sequentia, è pure direttore del Lost Songs Project al quale è pure attribuito il merito di riportare in vita repertori da Beowulf fino ai Carmina Burana.
Durante gli ultimi due anni, Bagby e Barrett hanno sperimentato, testando le teorie accademiche in rapporto ai requisiti pratici di mano e voce, esplorando le possibilità offerte dall’accompagnamento su strumenti del periodo. Lavorando passo-dopo-passo, e raggiunti da poco da un altro membro di Sequentia, l’arpista-cantante Hanna Marti, i brani del De Consolatione philosophiæ sono stati riportati in vita, ora.
Ha aggiunto Barrett: “Ben prova varie possibilità e io reagisco ad esse – e viceversa. Quando lo vedo al lavoro tra le opzioni che aveva una persona dell’undicesimo secolo, è davvero sensazionale; alle volte pensi semplicemente ‘eccola!’ Porta il lato umano al puzzle intellettuale che sto provando a risolvere durante anni di frustrazione continua.”
Anche se è poco chiaro se Boezio scrisse mai i versi del De Consolatione philosophiæ perché fossero cantati, il filosofo romano registrò e raccolse idee sulla musica in altri lavori enormemente influenti. Durante il Medio Evo, fino alla fine del dodicesimo secolo, era normale che grandi lavori come quello di Boezio fossero messi in musica come modo per imparare e ritualizzare i testi.
Ci sono stati altri tentativi di ambientazione del De Consolatione philosophiæ nei secoli; specialmente durante il Rinascimento e nel diciannovesimo secolo, quando le melodie erano inventate perché suonassero come i brani popolari dell’epoca.
Ma fu il foglio riscoperto delle Cambridge Songs che permise la svolta cruciale nell’essere finalmente in grado di riassemblare il lavoro che si sarebbe sentito attorno a 1.000 anni fa.
Nate nella Renania nella prima metà dell’undicesimo secolo, le Cambridge Songs costituirono la parte finale di un’antologia di testi in latino che fu conservata a Canterbury prima di farsi strada nella Biblioteca dell’Università di Cambridge nel tardo diciassettesimo secolo.
Negli anni quaranta dell’Ottocento, uno studioso di lingua tedesca tagliò un’importante foglio e lo riportò a casa. Per 142 anni, Cambridge lo ritenne perduto, prima che della scoperta casuale da parte della storica e accademica dell’Università di Liverpool, Margaret Gibson, nel 1982.
Durante una visita non programmata a una biblioteca di Francoforte, Gibson domandò se vi fossero manoscritti di Boezio, e le fu risposto di un singolo foglio nelle loro collezioni. Gibson riconobbe subito il foglio come proveniente da una copia del De Consolatione philosophiæ e la sua probabile importanza per il numero di neumi che conteneva.
Gibson si mise in contatto col medievalista dell’Università di Cambridge, Christopher Page – allora un dottorando – che si rese conto che si trattava del foglio mancante delle Cambridge Songs  e che garantì il suo ritorno alla città quasi un secolo e mezzo dopo la sua scomparsa.
“Senza questo straordinario colpo di fortuna, sarebbe stato molto, molto più difficile ricostruire i brani,” ha aggiunto Barrett. “Le notazioni su questo singolo foglio ci permettono di raggiungere una massa critica che non sarebbe stato altrimenti possibile raggiungere.
“Ci sono state volte, mentre ero al lavoro su questo, che ho pensato di essere nell’undicesimo secolo, quando la musica era così vicina da poterla quasi toccare. Ed è per questi momenti che ne è valsa davvero la pena degli ultimi 20 anni di lavoro.”
canzoni medievali
La performance di sabato, ‘Songs of Consolation from Boethius to the Carmina Burana’, ha avuto luogo presso la Pembroke College Chapel dalle 8 alle 9:30 di sera. I biglietti erano a £20, £15 (concessioni) e £5 per gli studenti, ed erano disponibili presso  songsofconsolation.eventbrite.co.uk o dalla Loggia del Pembroke College Porters.

Testo tradotto dalla University of Cambridge (e lievemente adattato causa data passata del concerto); Link e foto: AlphaGalileo.

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