Assegnati i premi del Festival documentaristico di Licodia Eubea, “SHEPHERDS IN THE CAVE” DI ANTHONY GRIECO VINCE IL PREMIO PER IL MIGLIOR FILM

Domenica 21 ottobre si è conclusa la Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica 2018

Giornata finale per l’VIII Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica, aperta con le visite guidate all’interno del territorio di Licodia Eubea, tra il Castello Santapau, il museo etnoantropologico, il museo archeologico e le chiese della città.

Nel pomeriggio, l’ultima sessione di proiezioni è iniziata con “Il viaggiatore del Nord” di Alessandro Stevanon, dedicato all’importante scoperta archeologica avvenuta durante i lavori di ampliamento dell’ospedale di Aosta, e con “Incontriamo Peter” che la regista Gemma Duncan ha dedicato all’archeologo Peter Crossley, riscopritore di luoghi perduti, come le grotte di scorrimento sotto la più grande città della Nuova Zelanda. L’ultimo film in concorso è stato quello di Rui Pedro Lamy, dal titolo “Bobadela Romana. Splendidissima Civitas” che racconta della bellissima città fondata dai Romani, che la definirono “splendidissima civitas”.

Prima della premiazione, spazio alla proiezione di due documentari fuori concorso. “Babinga, piccoli uomini della foresta”, diretto nel 1987 da Lucio Rosa, ospite della manifestazione, è un reportage su questa comunità di pigmei che popola la foresta equatoriale africana, la cui impraticabilità ha contribuito a proteggere la loro esistenza; “La voce del corpo” di Luca Vullo, è una docu-fiction del 2012 ispirata ad un racconto di Giuseppe Pitrè sulla capacità dei Siciliani di esprimersi in lunghi discorsi adoperando solo la gestualità fisica. Tra le due rappresentazioni spazio anche alla consueta “Finestra sul Documentario Siciliano”, con il critico Renato Scatà.

Nella serata, l’assegnazione dei premi in concorso. Il premio “Archeovisiva” per il miglior film, novità dell’edizione 2018, selezionato dalla giuria internazionale di qualità ed assegnato dal documentarista e fotografo Jay Cavallaro, è stato assegnato a “Pastori nella grotta (Sheperds in the cave)” di Anthony Grieco. A ritirare il premio, Donato Laborante, poeta-cantastorie, testimonial del film. “In questo film”, si legge nella motivazione della giuria internazionale, “i protagonisti sono loro, gli abitanti nuovi e vecchi di questo territorio. Pastori, allevatori, migranti giunti da lontano; ma anche restauratori, archeologi e antropologi, intenzionati a recuperare e valorizzare i segni tangibili di questa memoria, dando vita ad una collaborazione sinergica che non ha confini di luogo, né di ruolo. Nel raccontare il progetto portato avanti con passione da Tonio Creanza, Anthony Grieco, regista canadese dalle origini italiane, si rivela un raffinato direttore d’orchestra, in grado di calibrare con efficacia e sensibilità le tante diverse voci che animano la sua opera”.

Il premio “Antonino Di Vita è stato conferito al giornalista e scrittore Fabio Isman, per il suo impegno professionale nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico, da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e Antichità Italiche presso l’Università di Macerata. “Impegnato da oltre trent’anni come giornalista d’inchiesta, prima in ambito politico, con importanti lavori sulle figure del terrorismo”, ha spiegato Maria Antonietta Rizzo Di Vita, “Fabio Isman a partire dagli anni Novanta si dedica attivamente alle tematiche relative al patrimonio culturale, ed in particolare alle inchieste sul trafugamento, smembramento e dispersione nel mondo delle opere storico-artistiche e archeologiche italiane. L’accuratezza del suo metodo di ricerca ha dato vita a numerose pubblicazioni di importanza fondamentale per la lotta alle archeomafie e ai fenomeni di commercio illegale di opere d’arte nel mondo. La sua opera punta a informare e sensibilizzare le più diverse tipologie di pubblico. Di più, forse: a scuoterne le coscienze. Lo fa con acume e precisione, nonché con un’ironia sferzante che trasforma le sue inchieste in racconti di immediata efficacia”. Il premio Archeoclub d’Italia, consegnato da Concetta Caruso, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Palazzolo Acreide, al film più votato dal pubblico, è stato, invece, assegnato al documentario francese “Le mythe du Labyrinth” (Il mito del Labirinto) di Mikael Lefrançois e Agnès Molia.

Testo e immagini da Ufficio Stampa Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea

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