11 Marzo 2015
Un vasto “tappeto” di strumenti litici, risorsa cruciale per gli uomini dell’Età della Pietra, si trova nel Messak Settafet, massiccio pietroso nel deserto del Sahara, che ha una lunghezza totale di 350 km per 60 di ampiezza media. Un campionamento ha rivelato lì 75 manufatti in media per metro quadro.
journal.pone.0116482.g001
[Dall’Abstract:] Gli esseri umani hanno avuto un grande impatto sull’ambiente, in modo particolarmente intenso nell’ultimo millennio, ma evidente già dallo sviluppo della produzione di cibo e connesso incremento della densità di popolazione negli ultimi diecimila anni. L’uso del fuoco e l’eccessivo sfruttamento di grandi mammiferi ha anche avuto un impatto sull’ecologia mondiale, arrivando persino a centomila anni fa o più. Nello studio si tratta un altro tra i primi cambiamenti antropogenici. L’utilizzo di strumenti litici, che data a 2,5 milioni di anni fa, e la seguente evoluzione di una linea dipendente dalla tecnologia, che richiedeva l’utilizzo di quantità di rocce molto grandi. Ad ogni modo, misure dell’impatto dell’impiego della pietra da parte degli ominidi sono rare e inerentemente difficili. Il Messak Settafet, un massiccio pietroso nel Sahara Centrale (Libia), è disseminato di strumenti litici del Pleistocene su scala senza precedenti, ed è a tutti gli effetti un paesaggio modificato dall’uomo. Dal campionamento risultano mediamente 75 strumenti litici per metro quadro e macerie frammentate sono elemento dominante del paesaggio. Il tipo di strumenti litici, dall’Acheuleano alla Media Età della Pietra (Middle Stone Age), indica una manifattura per oltre il mezzo milione di anni o più.
journal.pone.0116482.g002
Lo studio “Lithic Landscapes: Early Human Impact from Stone Tool Production on the Central Saharan Environment”, di Robert A. Foley e Marta Mirazón Lahr, è stato pubblicato su PLOS One.
Link: PLOS One; University of Cambridge; Science DailyPast Horizons

Fig 1. Location of Messak.

a) The Messak is located in the Libyan Central Sahara (Fazzan); b) the Messak is a massif of sandstone that lies between two sand seas, the Awbari to the north, and Murzuq, to the south (source: Google Earth); c) view of the Messak from the south, close to the town of Jarma with excavations of the Garamantes Royal Cemetery by DJ Mattingly and team in the foreground. Sources: Images: Elevation map of Africa from Nasa (http://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog​/PIA04964), detailed map of Fazzan adapted from Wikimedia Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/File:L​ibya_Topography.png); photo of Messak by M Mirazon Lahr. Da PLOS One, © 2015 Foley, Lahr, Creative Commons Attribution License.

Fig 2. The Messak landscape.

The Messak is almost entirely without soil or superficial sediments, other than recent Aeolian deposits from the adjacent sand seas (a). The surface is made up of broken rocks (b, c, d), many of which have been humanly modified. In some cases (c), the removal of rocks has led to small depressions that can become small puddles or ponds. Sources: photos by authors. Da PLOS One, © 2015 Foley, Lahr, Creative Commons Attribution License.
 

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