9 Settembre 2015
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Uno studio del 1969, ad opera di T. W. Phenice, sviluppò una tecnica per identificare il sesso nei resti scheletrici di un individuo, a partire da tre punti del bacino. Il metodo Phenice produrrebbe risultati precisi tra l’85 e il 100% dei casi. Uno studio del 1990 aprì il dibattito sul punto, indicando risultati di molto inferiori e invitando alla prudenza nell’utilizzo del metodo.
Una nuova ricerca ora confuta questo secondo studio da un punto di vista metodologico, attribuendo ad errori di questa natura gli scarsi risultati ottenuti. Conseguentemente, il metodo Phenice potrebbe essere utilizzato con fiducia, producendo risultati con l’accuratezza di cui sopra.

Lo studio “Revisiting the Phenice technique sex classification results reported by MacLaughlin and Bruce (1990)“, di Clare McFadden e Marc F. Oxenham, è stato pubblicato sull’American Journal of Physical Anthropology.
 
Link: American Journal of Physical Anthropology; Australian National University.
Foto di Michael Coghlan da Flickr (How We All End Up), CC BY-SA 2.0.

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