19 Gennaio 2016
ncomms10408-f1
Un nuovo studio è stato in grado di valutare il peso delle migrazioni anglosassoni in Gran Bretagna, da un punto di vista genetico. Gli autori lo hanno fatto sequenziando il DNA da dieci scheletri della tarda Età del Ferro (attorno al 50 a. C.) fino alla metà del periodo anglosassone (500-700 d. C.), e provenienti da scavi da siti vicino Cambridge. Ne è risultato che oltre un terzo del DNA dei moderni britannici deriva dalle migrazioni anglosassoni.
Contrariamente a quanto talvolta affermato, quindi, quei migranti non rimasero isolati, ma si sarebbero mescolati alla popolazione locale. I dieci campioni provengono dai siti di Hinxton, Linton e Oakington, vicino Cambridge. Quelli da Oakington, ad esempio, mostrano due migranti anglosassoni, un nativo e un individuo che è il risultato della mescolanza delle due componenti.
Quei migranti anglosassoni erano molto simili agli odierni Olandesi e Danesi, contribuendo al 38% del DNA dei moderni abitanti dell’Est dell’Inghilterra, una percentuale che scende al 30% per Gallesi e Scozzesi.
[Dall’Abstract:] La storia della popolazione britannica è stata modellata da una serie di immigrazioni, comprese le prime migrazioni anglosassoni dopo il 400 dell’era volgare. Rimane una questione aperta quella riguardante il modo con cui questi eventi influenzarono la composizione genetica dell’attuale popolazione britannica. Qui si presentano le sequenze dell’intero genoma da 10 individui da scavi vicino Cambridge, nell’Est dell’Inghilterra, che spaziano dalla tarda Età del Ferro alla metà del periodo anglosassone. Analizzando le varianti rare condivise con centinaia di moderni campioni dalla Gran Bretagna e dall’Europa, si è stimato che in media la popolazione contemporanea dell’Est dell’Inghilterra derivi il 38% della sua stirpe da migrazioni anglosassoni. Si ottengono ulteriori conoscenze con un nuovo metodo, denominato rarecoal, col quale si deduce la storia della popolazione e si identifica la stirpe genetica su una scala sottile, a partire dalle varianti rare. Utilizzando il metodo rarecoal si è scoperto che i campioni anglosassoni sono strettamente connessi alle moderne popolazioni olandesi e danesi, mentre i campioni dell’Età del Ferro condividono gli antenati con molteplici popolazioni nord europee, Gran Bretagna compresa.

Lo studio “Iron Age and Anglo-Saxon genomes from East England reveal British migration history”, di Stephan SchiffelsWolfgang HaakPirita PaajanenBastien LlamasElizabeth PopescuLouise LoeRachel ClarkeAlice LyonsRichard MortimerDuncan SayerChris Tyler-SmithAlan Cooper & Richard Durbin, è stato pubblicato su Nature Communications.
 
Link: Nature Communications; EurekAlert! via Wellcome Trust Sanger Institute; Daily Mail; Express.co.uk
Figura 1: Contesto geografico e temporale dei campioni utilizzati nello studio. a) Percorsi migratori ricostruiti da fonti archeologiche e storiche; b) i campioni utilizzati in questo studio provengono da tre siti archeologici: Hinxton, Oakington e Linton. Da Nature Communications, CC BY 4.0.

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