MusicaFoscari / San Servolo JAZZ FEST

Materiali’

30 novembre – 4 dicembre 2016

Appuntamenti a Teatro Ca’ Foscari, Auditorium di San Servolo, CFZ- Cultural Flow Zone, Fondazione Ugo e Olga Levi e Ca’ Pesaro. Già aperte le prenotazioni

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VENEZIA – Il 30 novembre 2016 ritorna il Musicafoscari / San Servolo Jazz Fest con un programma ancora più ricco rispetto a quello dell’anno scorso: cinque giornate (30 novembre – 4 dicembre 2016) completamente gratuite dedicate alla musica per contribuire a una crescita culturale trasversale degli studenti e della cittadinanza.

Alle due tradizionali sedi del Festival, il Teatro Ca’ Foscari e l’Auditorium dell’Isola di San Servolo, si sono aggiunte per l’edizione 2016 anche CFZ- Cultural Flow Zone, spazio cafoscarino dedicato agli studenti, la Fondazione Ugo e Olga Levi e Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna. La musica attuale entra anche in luoghi diversi da sale da concerto e teatri, dialogando con pubblici nuovi.

Per partecipare è già possibile prenotare on line il proprio posto ai singoli appuntamenti (non è necessaria la prenotazione per Ca’ Pesaro) da qui: www.unive.it/jazzfest

Oggi il “jazz”, più che un genere, è un luogo condiviso internazionale, in cui soprattutto piccoli gruppi mettono la propria musica alla prova di ascoltatori anche non abituali. Questo può richiedere continue decisioni su come usare i materiali di partenza. Questi musicisti sono, perciò, dei compositori-esecutori della propria musica e improvvisatori. Non c’è limite ai materiali usati.

In questa edizione del festival Andrea Massaria e Bruce Ditmas dedicano la loro musica a Carla Bley. Con Fresh Frozen Achille Succi e Christopher Culpo propongono una versione dal sapore cameristico della sperimentazione jazz mentre ricerca sul suono, sapore free, astrazione geometrica e humour caratterizzano il gruppo Kaze. Più vicino a poetiche ‘minimaliste’, per l’uso raffinato di un materiale sottilmente variato, è la performance di Michael Riessler a Ca’ Pesaro: il suo solo al clarinetto basso si doppierà su un altro suo solo preregistrato (Double Fond). Lo stesso Riessler il giorno precedente il concerto condurrà un seminario sull’improvvisazione jazz alla Fondazione Levi. Il MusicaFoscari / San Servolo JAZZ FEST 2016 si concluderà a Ca’ Pesaro con In C, di Terry Riley, eseguito dal Timegate Ensemble. In C è un capolavoro assoluto di quel minimalismo che è stato inscindibile dalle pratiche improvvisative e jazzistiche di metà anni ‘60. Inaugurano il festival le performance dei gruppi di studenti-musicisti dell’Università Ca’ Foscari – Ensemble Elettrofoscari e Unive Ensemble – e la Big Band Unipd dell’Università di Padova.

Il Festival è organizzato dall’Università Ca’ Foscari Venezia e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia con il patrocinio del Comune di Venezia, la collaborazione di Fondazione di Venezia, Fondazione Ugo e Olga Levi, Fondazione Musei Civici e con VIU-Venice International University e il Conservatorio di Musica “B. Marcello” di Venezia.

PROGRAMMA del festival 30 novembre – 4 dicembre 2016

mercoledì 30 novembre h 17.00_CFZ-Cultural Flow Zone

INAUGURAZIONE

Big Band Unipd diretta da Alessandro Fedrigo

Ensemble Elettrofoscari diretto da Daniele Goldoni

Unive Ensemble diretto da Nicola Fazzini

giovedì 1 dicembre h 21.00_Teatro Ca’ Foscari

Achille Succi/Christopher Culpo Fresh Frozen

Achille Succi clarinetti, sax alto – Christopher Culpo pianoforte – Massimo Morganti – trombone, eufonio – Salvatore Maiore violoncello

venerdì 2 dicembre h 21.00_Auditorium, Isola di San Servolo

Andrea Massaria& Bruce Ditmas The Music of Carla Bley

Andrea Massaria chitarra elettrica – Bruce Ditmas batteria

sabato 3 dicembre h 17.30_Fondazione Ugo e Olga Levi

La prima idea è quella buona, la seconda è troppo tardi

incontro con Michael Riessler

h 21.00_Teatro Ca’ Foscari

Kaze

Satoko Fujii pianoforte – Natsuki Tamura tromba – Christian Pruvost tromba – Peter Orins batteria

domenica 4 dicembre h 11.00_Ca’ Pesaro-Galleria Internazionale d’Arte Moderna

Michael Riessler Double Fond

Michael Riessler clarinetto basso

h 15.00_Ca’ Pesaro-Galleria Internazionale d’Arte Moderna

Timegate Ensemble In C di Terry Riley

Alice Baccolo violino – Giuseppe Comincini viola – Massimo Menotti chitarra – Marco Tafelli chitarra – Cecilia Baccolo pianoforte


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IL PROGRAMMA E GLI ARTISTI


Mercoledì 30 novembre h 17.00_CFZ-Cultural Flow Zone
INAUGURAZIONE
Big Band Unipd diretta da Alessandro Fedrigo
Ensemble Elettrofoscari diretto da Daniele Goldoni
Unive Ensemble diretto da Nicola Fazzini
Big Band Unipd
Sassofoni: Ezio Torassa, Andrea Coletti, Annalisa Agostini, Luigi Quintieri e Alessandro Dotto
Trombe: Riccardo Vidotto, Ludovico Rinco, Emanuele Resini e Benedetto Ruperti
Tromboni: Marco Convertino, Marco Michetti, Davide Costantini
Piano: Giordano Giordani, Elia Gamba
Chitarra: Stefano Bassato
Basso: Alessandro Arcuri, Graziano Martello
Batteria: Leo Degli Innocenti, Fabio De Pascale
Direzione Alessandro Fedrigo
La Big Band Unipd fa parte, insieme ad altri 5 gruppi di diverso genere musicale, del Concentus Musicus Patavinus: il Centro di Studi Ricerche e Formazione Musicale del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova.
L’ensemble, formatasi nel gennaio 2013 dopo una lunga serie di audizioni fatte dal M° Alessandro Fedrigo, è quella della Big Band Classica: 4 trombe, 4 tromboni, 5 sax e sezione ritmica. Tutti i componenti fanno parte dell’Università: studenti ed ex studenti, personale docente e tecnico-amministrativo.
Il repertorio è composto da arrangiamenti originali di componenti della big band (M° A. Fedrigo, A. Arcuri) e musicisti di fama contemporanei, come i sassofonisti Ettore Martin, i chitarristi Daniele Santimone e Nicola Privato ed il pianista Marcello Tonolo, i quali hanno creduto ed aderito al progetto.
Ensemble Elettrofoscari
Daniele Goldoni: tromba
Nicola Fazzini: sax alto
Alberto Bettin: pianoforte
Massimiliano Cappello: basso elettrico
Raul Catalano: batteria
L’Elettrofoscari Ensemble è nato nel 2010 dai workshop per l’improvvisazione, nell’ambito delle attività musicali promosse dall’Università Ca’ Foscari Venezia per gli studenti. Numerosissimi, in questi anni, sono stati i musicisti invitati ai workshop a dare dimostrazione di diversi modi e tecniche per l’improvvisazione jazz, free e contemporanea (fra cui: John Hollenbeck, Steve Lehman, George Lewis, Pauline Oliveros, Amir ElSaffar, Giancarlo Schiaffini). Questi workshop hanno incoraggiato la ricerca di linguaggi e idee personali e una riflessione sulle necessarie implicazioni fra improvvisazione e momenti compositivi. Ne è nato un gruppo che si è stabilizzato negli anni, con un repertorio che va dal jazz alla ricerca musicale attuale, eseguito per occasioni istituzionali dell’Università Ca’ Foscari Venezia (fra cui Artnight) o per altre istituzioni (l’Università degli Studi di Padova, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia). Il gruppo ha eseguito in concerto musiche di Pauline Oliveros nel 2012 (Auditorium Santa Margherita) e nel 2015 (con il gruppo di musica elettronica del Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia, diretto da Paolo Zavagna); ha partecipato al FIMU- Festival International de Musique Universitaire di Belfort nel 2012, a JAM- Jazz a Mira nel 2014, al Musicafoscari/San Servolo Jazz Fest nel 2015 e a Sile Jazz nel 2016 con la direzione e partecipazione di Amir ElSaffar. Quest’anno partecipa all’edizione 2016 del Musicafoscari/San Servolo Jazz Fest con musiche originali, ospite Nicola Fazzini.
Unive Ensemble
Voci: Laura Martelli, Simionato Sara
Violino: Maddalena Bignù, Margherita Da Pont, Natalie Steinhouse, Denise De Bona 
Viola: Fabio Pozzi
Flauto: Anna Pavan
Sax alto: Leopoldo Zampiccoli
Tromba: Daniele Goldoni, Nicolò Perina
Chitarra Elettrica: Marcello Ferraro
Contrabbasso: Augusto dalle Aste
Batteria: Raul Catalano
Direzione e sax alto Nicola Fazzini
L’Unive Ensemble è il frutto di due anni di lavoro tra gli studenti dell’Università Ca’ Foscari Venezia ed è caratterizzato dall’eterogeneità delle esperienze e competenze musicali di partenza; alcuni dei ragazzi provengono da una preparazione classica, altri jazz, altri ancora pop, rock o folk.
Il linguaggio dell’improvvisazione e gli head arrangement (arrangiamenti creati estemporaneamente e imparati inizialmente senza partitura) sono gli strumenti attraverso i quali Nicola Fazzini ha condotto questi giovani studenti in un territorio di sperimentazione comune, tra paesaggi sonori legati al jazz, all’improvvisazione libera, alla musica contemporanea e a tutti quei linguaggi che i ragazzi hanno saputo far confluire in questa esperienza creativa. Questi giovani musicisti sono stati stimolati, infatti, grazie alla dalla partecipazione del Professor Daniele Goldoni, che da anni propone questo tipo di attività laboratoriali, a portare il loro contributo di idee e a far loro i materiali musicali proposti, oltre che a prendere contatto e approfondire il mondo dell’improvvisazione e a concepire l’uso dello strumento musicale come mezzo espressivo e non solo esecutivo.
Il risultato è questo corposo e variopinto ensemble che vede voci, strumenti ad arco, fiati e percussioni protagonisti di impasti sonori inconsueti e musiche originali.
Giovedì 1 dicembre h 21.00_Teatro Ca’ Foscari
Achille Succi/Christopher CulpoFreshFrozen
Achille Succi clarinetti, sax alto – Christopher Culpo pianoforte – Massimo Morganti – trombone, eufonio – Salvatore Maiore violoncello
La musica di Fresh Frozen si muove nello spazio compreso tra la scrittura contrappuntistica e l’improvvisazione estemporanea.
Una storia condivisa che evita in gran parte il linguaggio melodico e narrativo associato al jazz contemporaneo.
Gli stati d’animo vanno e vengono, si mescolano e confondono: maniacale, lirico, donchisciottesco, comico, letargico, maestoso, vertiginoso.
Il tempo fluttua, prende forma, balbetta, esita, si dissolve, si ferma, pulsa e urla avanti.
Thawing Mammoth è il titolo del loro secondo lavoro discografico insieme, originariamente in trio, che verrà presentato in una formazione allargata al quartetto.
Achille Succi
Saxofonista, clarinettista e compositore è stato recentemente recensito da Bill Shoemaker nel “giornale della Musica” come uno dei musicisti Europei da seguire nei prossimi 10 anni mentre il giornalista Mario Gamba lo descrive come un genio del jazz italiano.
Fra i molti artisti italiani e stranieri con cui ha collaborato ci sono Uri Caine, Ralph Alessi, Silvie Courvoisier, Steve Swell, Louis Sclavis, Ernst Reijseger, Pierre Dorge, David Liebman, Franco DʼAndrea, Giorgio Gaslini, Ettore Fioravanti, Simone Guiducci e Giancarlo Tossani; con molti di questi ha anche preso parte alla realizzazione di numerose incisioni discografiche, tra cui due CD da leader: “Shivaʼs dance” e “ Terra” ed uno in duo con Salvatore Maiore “ Pequenas Flores do inferno”.
Ha fondato con Fabrizio Puglisi e Alberto Capelli il gruppo “Atman” con cui ha realizzato due lavori discografici (“Atman” e “Puntolinea”), con il pianista Christopher Culpo ha realizzato i Cd “Fresh Frozen”, al quale ha partecipato anche il tubista Oren Marshall, e il recente “Thawing Mammoth”.
Di recente pubblicazione anche “Three Branches” con l’omonimo trio e “Protection Sound” con il JuJu sound di Silvia Bolognesi.
Achille Succi è molto attivo anche nel campo dell’alta formazione musicale sin dal 2006; attualmente è in cattedra di sassofono jazz al Conservatorio di Cagliari, e dal 2012 è docente alla Siena Jazz University.
Numerosi sono i workshop e masterclass di jazz e improvvisazione in diversi conservatori e istituzioni musicali italiane ed estere, tra i quali i seminari estivi di Siena Jazz (dal 2001) e la “European Jazz School” a Marburg, Germania, oltre ad essere docente di tecniche di improvvisazione al master annuale di clarinetto basso e musica elettronica del Conservatorio di Milano.
www.achillesucci.it
Christopher Culpo
La musica di Christopher Culpo non è facilmente categorizzata e spazia attraverso il mondo dei club, sale da concerto, il teatro e la danza. Come esecutore al pianoforte e compositore trasversale, Culpo si trova alla confluenza del jazz contemporaneo, la libera improvvisazione e la musica classica. Ha ricevuto premi da parte del Consiglio di Stato di New York delle Arti, la Commissione Fulbright, il Ministero della Cultura francese, Opere Harvest , ASCAP, Centre Acanthes, la Fondazione Annette Kade, e la Lotteria del Massachusetts Arts.
Nato nel Massachusetts, ha conseguito una laurea in composizione presso la Boston University e la Juilliard School. Tra le sue più recenti commissioni ed esibizioni ci sono: Murmurations per l’Orchestre National de France (Francia); Mundus Imaginalis per pianoforte e orchestra d’archi (Francia); After Midnight, Before Dawn per quartetto d’archi e percussioni (Verge Ensemble, Washington DC); Etchings per contrabbasso e percussioni (Ensemble Itineraire, Francia); e Mine Eye, un’opera per coro a cappella (Musica Sacra della Val de Grace, Francia). Nel febbraio 2012 Culpo ha ricevuto il premio di composizione Clefworks e la sua opera Of Ground, or Air, or Ought è stato eseguito in prima mondiale dal quartetto ETHEL (Alabama).
Massimo Morganti
Si diploma in Trombone, Strumentazione per Banda e Composizione al Conservatorio di Musica “G. Rossini” di Pesaro.
Prosegue gli studi al Berklee College di Boston (grazie a una borsa di studio vinta ai seminari di Umbria Jazz 1997) con Phil Wilson, Jeff Galindo, Hal Crook e Gorge Garzone.
La sua attività concertistica, che va dalle piccole formazioni alle grandi orchestre, lo porta a collaborare con i più importanti musicisti del panorama jazz italiano e internazionale.
Ha all’attivo oltre cinquanta incisioni come leader, sideman e co-leader.
Nel 2001 fonda la “COLOURS JAZZ ORCHESTRA” di cui è il direttore, con la quale incide tre dischi, il primo “Nineteen Plus One” con Kenny Wheeler, il secondo “Quando m’ innamoro”…in Jazz, su musiche di Roberto Livraghi e il più recente “Home Away From Home” con la compositrice statunitense Ayn Inserto.
Attualmente è insegnante di Trombone Jazz al Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo e al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.
www.massimorganti.com
Salvatore Maiore
Ha compiuto gli studi classici diplomandosi in contrabbasso al Conservatorio di Cagliari nel 1990, e frequentato il Corso di Alto Perfezionamento di Saluzzo. Agli studi classici ha da subito affiancato lo studio e la pratica del jazz con un’intensa attività concertista. Tra le collaborazioni attuali più importanti sono da segnalare quella con il clarinettista Gabriele Mirabassi e con il pianista Stefano Battaglia con il quale ha registrato quattro lavori discografici: “Re:Pasolini” nel 2005, “The River of Anyder” in trio nel 2011 e sempre in trio “Songways” nel 2013 e “In the Morning” nel 2015, tutti per la casa discografica tedesca ECM. Ha avuto svariate collaborazioni concertistiche e discografiche con musicisti italiani e stranieri, partecipando a più di 50 pubblicazioni discografiche ed ha suonato nei maggiori festival di jazz internazionali. È direttore del Dipartimento di Musica Jazz del Conservatorio di Vicenza, dove è docente di contrabbasso jazz.
Venerdì 2 dicembre h 21.00_Auditorium, Isola di San Servolo
Andrea Massaria& Bruce DitmasThe Music of Carla Bley
Andrea Massaria chitarra elettrica – Bruce Ditmas batteria
Un duo d’eccezione quello formato da Andrea Massaria alla chitarra ed effetti e Bruce Ditmas alla batteria. Due instancabili ricercatori ai confini tra jazz e sperimentazione sonora, tra ricerca timbrica e poliritmi, tra armonie dense e frammenti sonori. Due personalità ben distinte che dialogano tra loro con un profondo interplay e con uno spiccato senso della composizione istantanea per un progetto nuovo e sorprendente.
Il duo propone temi di Carla Bley o meglio, frammenti di temi, dato qui il prevalere della libera improvvisazione sulla scrittura. I brani di Carla Bley sono, per i due musicisti, spunti dai quali partire per esplorare a fondo le potenzialità timbriche e sonore dei propri strumenti, nonché per sviluppare in maniera originale e personale gli aspetti armonici, melodici e ritmici delle composizioni stesse, e le improvvisazioni estemporanee costruite a partire da spunti ritmico/melodici e parafrasi tematiche sottolineano come il confine tra scrittura e improvvisazione sia spesso molto labile ed indefinito. Ecco che così, tra brani scritti e musica improvvisata, Andea Massaria e Bruce Ditmas creano un unicum sonoro assolutamente magico e speciale.
“La musica improvvisata porta con sé l’implicita pretesa che si partecipi al primo ascolto con la massima concentrazione; i musicisti stessi ascoltano la musica per la prima volta nell’istante in cui la suonano” (Derek Bailey). Questo è lo spirito con il quale Andrea Massaria e Bruce Ditmas affrontano la musica ed il repertorio qui proposto.
Andrea Massaria
Andrea Massaria è un musicista dal percorso “multicolore”: nasce chitarrista classico, per poi passare al jazz tradizionale e approdare all’attuale terreno (per lui particolarmente fertile) della sperimentazione. Oltre venti le incisioni discografiche, innumerevoli le collaborazioni italiane (tra cui Francesco Bearzatti, Arrigo Cappelletti, Giancarlo Schiaffini, Rosario Bonaccorso, Glauco Venier, Danilo Gallo, Paolo Birro, Dado Moroni, Stefano Senni) e straniere (Marc Abrams, Oliver Lake, Robert Bonisolo, Jack McDuff, Bobby Durham, Lee Brown, Shawn Monteiro). In vetta a diverse classifiche di Musica Jazz (migliori CD, migliori chitarristi, disco del mese), oggi insegna Chitarra jazz al Conservatorio di Musica “B. Marcello” di Venezia.
Bruce Ditmans
Bruce Ditmas è una figura importante e unica di quel ristretto gruppo di musicisti che hanno cercato di innovare la musica jazz e il pop progressivo (Tony Williams, JackDe Johnette, Lenny White).
Cresciuto a Miami dove inizia la sua carriera come ragazzino prodigio nei più esclusivi hotel di Miami Beach, si trasferisce a New York e prende parte attiva allo scenario musicale newyorkese. Bruce ha suonato e registrato con i più grandi artisti della storia del jazz e della musica pop, da Judy Garland a Barbra Streisand a Sheila Jordan, dall’orchestra di Gil Evans a Paul Bley, da Jaco Pastorius a Pat Methenhy, Enrico Rava, Woody Shaw, Chet Baker, Lee Konitz, Stan Getz, Joe Henderson, Michael Brecker, Wallace Rooney, solo per citarne alcuni.
Ha partecipato a registrazioni tra le più importanti della storia del jazz. Un caposaldo del gruppo di artisti dell’Enja ed ECM.
Ditmas è anche compositore e produttore per la TV, sperimentatore di musica elettronica e Free Music e autore di musica da film. Attualmente fa parte di vari progetti, tra i quali Carla Marcotulli band, Greg Burke quartet, Arrigo Capelletti trio, il duo con Andrea Masseria e ha fondato una nuova band, Nuovo Elettrico. Recentemente ha inciso Yellow Dust,un album di musica elettronica per la Finders Records.
Sabato 3 dicembre h 17.30_Fondazione Ugo e Olga Levi
La prima idea è quella buona, la seconda è troppo tardi
incontro con Michael Riessler
La prima idea è quella buona, la seconda è troppo tardi” è la sintetica descrizione che Michael Riessler dà dell’improvvisazione (a differenza della composizione, per la quale la prima idea… non è mai quella giusta). Riessler conduce, con esemplificazioni musicali live, un seminario sulle basi dell’improvvisazione: imitazione/ opposizione/ integrazione/ indipendenza.
Michael Riessler
Nato a Ulm nel 1957, Michael Riessler ha studiato clarinetto e si è laureato nel 1975 all’accademia della musica di Cologna e Hannover. Nel 1978 ha la sua prima esperienza come musicista professionale con l’ensemble Musique Vivant in Paris. Nel 1982 suona con Siegfried Palm e Aloys Kontarsky cimentandosi nel repertorio cameristico e con altri gruppi di improvvisazione. Nel 1988 suona in Africa con la Kölner Saxophone Mafia, tour sponsorizzato dal Goethe Institute. Grazie al chitarrista Claude Barthèlèmy viene a contatto con l’Orchestre National de Jazz Paris con la quale lavora dal 1989 al 1991. L’anno successivo parte con un tour in solo in Russia, suonando le composizioni di Karlheinz Stockhausen.
Nella sua carriera Riessler ha sperimentato i confini tra la struttura, il suono, la musica e la parola. Ha riportato le sue esplorazioni musicali in formazioni molto complesse, come in Le Bucher des Silences (1991) ma anche in ensemble molto ridotti come il trio con Valentin Clastrier all’organetto e Carlo Rizzo al tamburello o il duo con il ballerino Migel Charnock (1998). Nel 1992 Riessler riceve il German Record Critics’ Prize per la sua composizione Heloise, commissionata per i Donaueschinger Music Days. Anche la Biennale di Berlino gli commissiona un pezzo nel 1997: Honig und Asche. Il suo progetto Momentum Mobile (1993) è composto da Pierre Charial all’organetto, quattro musicisti jazz, un quartetto di corde e un quintetto di ottoni. Ha composto e arrangiato musica per il teatro, la radio, il cinema. Nel 2013 compone la colonna sonora originale per il film Die AndereHeimat – ChronikeinerSehnsucht, di Edgar Reitz, presentato alla Biennale 2013 di Venezia.
È stato invitato a insegnare presso le accademie di Den Haag in Olanda, Graz in Austria, Orlèans in Francia, Toronto in Canada, e presso l’Istituto per la musica contemporanea tedesco a Darmstadt. Durante la sua carriera Riessler ha suonato come solista ai principali festival di musica classica, contemporanea e jazz di tutto il mondo.
Ha lavorato, tra gli altri, con i compositori Mauricio Kagel, John Cage, Helmut Lachenmann, Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen, Steve Reich, Walter Zimmermann, Wolfgang Rihm, Michael Gibbs, Morton Feldman, eVinko Globokar , i musicisti David Byrne (Talking Heads), Carla Bley, Michel Portal, JF Jenny Clarke, Terry Bozzio, Wolfgang Puschnig, Gianluigi Trovesi, Lars Danielsson, Marylin Mazur, Albert Mangelsdorff, Eberhard Weber, Frederic Rzewski, Robyn Schulkowsky, Louis Sclavis, Henri Texier, Marc Ducret, e Simon Nabatov; lo scrittore Hans Magnus Enzensberger, il ballerini Nigel Charnock e Carolyn Carlson e il regista Edgar Reitz.
www.michael-riessler.de
Sabato 3 dicembre h 21.00_Teatro Ca’ Foscari
Kaze
Satoko Fujii pianoforte – Natsuki Tamura tromba – Christian Pruvost tromba – Peter Orins batteria
Melodico, astratto, misterioso, stupendo e provocatorio. I Kaze suonano il free jazz nella sua forma più creativa e potente. I membri di questo quartetto internazionale condividono un appetito insaziabile per la sperimentazione sonora, energia inesauribile ed entusiasmo, e l’intelligenza disciplinata tipica dei compositori spontanei ed esperti.
Il gruppo ha pubblicato tre album acclamati: Rafale nel 2011, Tornado nel 2013 e nel 2015 Uminari, definito dal London Jazz News …una musica audace, intransigente.” Uminari è una parola giapponese che richiama un suono che sorge dal mare, un rombo a bassa frequenza che preannuncia una tempesta o uno tsunami. Il quartetto a due trombe è capace di ricreare la calma e la tempesta con la stessa maestria, con sottigliezze espressive che danno vita a travolgenti torrenti di suono.
Con una delle voci più originali e complete del jazz moderno, l’abilità di Satoko Fujii è documentata in più di 70 album in meno di 20 anni. Nata a Tokyo, si è poi trasferita negli Stati Uniti per studiare al Berklee College of Music e al New England Conservatory, dove ha seguito la guida di artisti del calibro di Paul Bley, Herb Pomeroy, George Russell e Cecil McBee. Attraverso i viaggi e le collaborazioni è diventata una vera e propria cittadina del mondo, ma di recente si è stabilita a Berlino. Ha creato numerose orchestre internazionali – da New York a Tokyo, da Kobe a Berlino. Fujii è stata la leader dei quartetti Ma-Do e Tobira, e di un un gruppo di avant-rock assieme al batterista dei Ruins, Tatsuya Yoshida. Negli ultimi anni ha formato collaborazioni proficue con artisti di alto livello come la pianista Myra Melford, il batterista John Hollenbeck, la violinista Carla Kihlstedt, e il chitarrista Elliott Sharp.
Il trombettista e compositore giapponese Natsuki Tamura è riconosciuto a livello internazionale per il suo vocabolario unico, che fonde le tecniche estese con il toccante lirismo jazz. Secondo Marco Keresman di JazzReview.com, è un artista imprevedibile che “unisce un po’ dell’aspro e malinconico lirismo di Miles, la rabbia aggressiva del Freddie Hubbard della fine degli anni ’60 e un pizzico di tecniche estese.”
Durante la sua carriera, Tamura ha suonato in gruppi con approcci radicalmente diversi. Di recente è stato il leader dei First Meeting, un quartetto creato con la pianista Satoko Fujii, il batterista Tatsuhisa Yamamoto, e il chitarrista elettrico Kelly Churko. Steve Greenlee del Boston Globe la definisce “una band rumorosa, libera, impaziente”. Dal 2005, Tamura ha realizzato un nuovo progetto che interseca la musica folk europea e l’astrazione del suono. Gato Libre è un quartetto che vede Fujii alla fisarmonica, Tsumura Kazuhiko alla chitarra, e Koreyasu Norikatsu al basso.
Orins e Pruvost sono entrambi membri del collettivo di musicisti Muzzix, con sede a Lille, in Francia. Orins è il leader degli Impressions, un quintetto descritto come “sempre alla ricerca di nuovi suoni.” La band cita Ornette Coleman, Paul Motian, Tim Berne, Steve Coleman, e Jim Black come influenze, ma è alla ricerca di un suono proprio, in cui “il ritmo è la vera essenza, così come lo scambio dinamico tra i membri della band”. Pruvost, anche lui membro degli Impressions, lavora anche in proprio e ha registrato un album ampiamente apprezzato di improvvisazione con tromba solista, Ipteravox.
“Avere dei buoni collaboratori significa molto per dei musicisti”, dice Fujii. “È come trovare i migliori amici nella vita.” Questi quattro migliori amici non hanno paura di niente quando suonano.
Domenica 4 dicembre h 11.00_Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Michael Riessler Double Fond
Michael Riessler clarinetto basso
Il titolo Double Fond è il nome di un’ora di solo non stop di Michael Riessler, al clarinetto basso, in dialogo con la voce preregistrata di un altro suo solo non stop, sempre al clarinetto basso. La tecnica perfetta e l’invenzione musicale continua creano una performance sorprendente nel bellissimo spazio di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale di Arte Moderna.
Domenica 4 dicembre h 15.00_Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Timegate Ensemble In C di Terry Riley
Alice Baccolo violino – Giuseppe Comincini viola – Massimo Menotti chitarra – Marco Tafelli chitarra – Cecilia Baccolo pianoforte
Obiettivo primario di Timegate è l’approfondimento della minimal music, una corrente sperimentale che ha come padri putativi Erik Satie e John Cage, e i cui esponenti più noti sono gli americani La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich, e Philip Glass. Nato all’inizio degli anni ’60, il minimalismo si caratterizza essenzialmente per la ricerca di chiarezza formale, ottenuta attraverso la reiterazione di brevi frammenti melodici e ritmici, e per la preminenza riservata all’aspetto performativo rispetto a quello prescrittivo rappresentato dalla partitura, il tutto finalizzato al recupero della valenza aurorale del suono come energia-materia viva e cangiante.
Il repertorio del quintetto si basa principalmente sulla produzione appartenente alla fase storica del minimalismo, che giunge fino alla prima metà degli anni Settanta, con una scelta di brani che tende ad affiancare ai capolavori riconosciuti altre opere meno note ma altrettanto meritevoli di venire valorizzate. In particolare, il gruppo gioca proprio sulla polarità tipica di un genere che oscilla tra uno stile più “classico”, nei brani interamente scritti, ed uno più improvvisativo, nelle opere cosiddette “aperte”. Alla prima categoria appartiene per esempio Music in Contrary Motion, un meccanismo sonoro in continua ancorché quasi impercettibile trasformazione basato su di una figura melodica che si ripete venendo però nel frattempo modificata tramite l’interpolazione al suo interno di elementi melodici affini. Tra le opere aperte spicca invece In C, un’improvvisazione di gruppo in cui le scelte interpretative operate dai musicisti vanno a incidere in maniera determinante sulla forma e sulla durata complessiva del pezzo, che spesso in concerto raggiunge e anche supera i sessanta minuti. Molto significative sono poi le aperture alla produzione post-minimalista degli ultimi decenni, che comprende anche brani posti al confine tra musica colta e linguaggio pop.
Timegate si propone di coinvolgere il pubblico in un viaggio che lo porti ad avvicinarsi al suono fino a fondersi idealmente con esso, in un’esperienza mistica in cui è riconoscibile la matrice orientale di questa musica. L’ascoltatore è infatti guidato verso un progressivo affinamento della propria sensibilità percettiva, laddove il tempo tende a dilatarsi all’infinito fino a divenire un cerchio caleidoscopico di suono, sempre uguale e sempre diverso.

Testi da Ufficio comunicazione Università Ca’ Foscari

L’Università Ca’ Foscari a Venezia, foto di Stefano Remo, daWikipediaCC BY-SA 3.0.

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