Nuovi quesiti e nuovi interrogativi sono emersi nel dipinto de “Il Tram” di Mario Sironi esposto nella Pinacoteca della Gam di Palermo

“Può l’artista, come sembra stilisticamente, avere realizzato una consonante maiuscola nel dipinto? Oppure voleva essere una semplice pennellata? Questo ed altri i quesiti emersi da questi esami su Il Tram”.
Queste analisi si sono svolte davanti a decine di giovani studenti di scolaresche liceali attratte ed appassionati dalle indagini che si andavano svolgendo sotto i loro occhi: un modo nuovo per avvicinare i giovani all’arte, che certamente sarà ripetuto.
Le illustrazioni sono state date dagli esperti Francesca Alberghina e Franco Fazzio supportati dall’architetto Antonio Di Lorenzo della Gam di Palermo.
Il Tram, che si trova presso la Gam di Palermo. Un’opera dal valore assoluto – così asseriscono gli studiosi Giovanni Taormina e Renato Tomasino – poiché in un piccolo supporto dalle dimensioni ridotte si rilevano tutti gli elementi fondamentali che saranno presenti nella estetica dell’artista. L’opera è stata composta nel periodo assai conflittuale del cosiddetto “biennio rosso” (1919/21) durante il quale presso gli artisti le problematiche della classe operaia e della città industriale sono venute a sostituire quelle belliche connotando il nuovo volto delle tendenze futuriste.
Le analisi a museo aperto sono partite da una intuizione dello studioso e coordinatore Giovanni Taormina, che osservando l’opera ed i suoi dettagli si è reso conto che Mario Sironi, probabilmente, nel definire i contorni del mozzo della ruota posteriore, a differenza di quello anteriore che segue una logica stilistica classica, si inventa un tratto che sembra voglia esaltare una “S”: la esse di Sironi.
Investigare su questo indizio ha portato il GruppoArte16, insieme all’intervento di alta specificità, tecnico-scientifica della StarTest composto dai dottori Salvatore Schiavone e Francesca Alberghina, di ampliare lo spettro dell’indagine fino ad individuare porzioni di interventi successivi sul dipinto di cui non si avevano notizie ed individuare ed a progettare gli interventi di restauro filologico e non invasivo.
Durante le fasi studio, gli studiosi hanno evidenziato nell’opera le caratteristiche tipicamente sironiane della polemica nei confronti della Vogue impressionista, l’adesione al futurismo ed a una estetica industriale, l’esaltazione della macchina, dell’elettricità, delle periferie urbane ed industriali, in un contesto di città metafisica e prospettica che paradossalmente evoca le tavole di “città ideale del nostro Rinascimento”. In questa piccola opera del 1920 Sironi si dichiara già come il poeta dell’estetica industriale ed insieme dell’arcaismo.
Un altro dettaglio in secondo piano è la struttura architettonica delle finestre che si notano tra i due edifici di forma cubica, dove in uno spazio ristretto si possono apprezzare una serie di pennellate in grigio e, che danno forma ad una architettura simile a quella che Piacentini rappresenterà nel suo Colosseo Quadrato: la nettezza smaltata dei contorni afferma, con precisione, il corpo degli edifici e nel mezzo di un intercapedine tra le due strutture, vi sono dipinte queste finestre in serie con arco a sesto acuto. Bene questo dettaglio che passa quasi inosservato presenta un’anticipazione de il Colosseo Quadrato o, Il “palazzo della Civiltà Italiana, chiamato anche della Civiltà del Lavoro”; un edificio monumentale concepito fin dal 1936 e progettato nel 1937, la sua costruzione iniziò nel luglio 1938 e fu inaugurato, benché incompleto, nel 1940; i lavori si interruppero nel 1943 per poi essere ultimati nel dopoguerra. Questo altro dettaglio che lo studioso siciliano ha messo in evidenza.
Lo storico dell’arte Stefano Zuffi, interpellato appositamente, ha definito l’opera de Il Tram, come uno dei capolavori di Mario Sironi.
Tutti gli esperti, che hanno contribuito alla realizzazione di questo speciale evento, sono riconosciuti anche in campo internazionale “basti sottolineare che alcuni degli esperti sono stati di recente impegnati a Brera, dove in anteprima hanno presentato il restauro del Polittico di Gand de “L’Agnello Mistico” dei Fratelli Van Eyk, un restauro citato ampiamente sul New York Times il 19 dicembre scorso”.
I rilievi scientifici come la Riflettografia in infrarosso, la Fluorescenza ai raggi X e le osservazioni al microscopio digitale sono stati eseguiti dalla StarTest, mentre i rilievi fotografici sono stati eseguiti da Valerio Marche che si avvalso dell’ausilio di tecnologie digitali di ultima generazione ad alta risoluzione, queste hanno consentito lo studio dei particolari su schermi digitali, agevolando la lettura d’opera. Presente il fotoreporter de La Press, Guglielmo Mangiapane.
Molto entusiasta del progetto si è detta la direttrice della Gam di Palermo, la Dottoressa Antonella Purpura, che ha offerto tutto il supporto necessario per la realizzazione di questa giornata di ricerche e studi fruibili al pubblico.
Come da MiBACT, Redattore Renzo De Simone

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