7 Settembre 2015

Paesaggi che ci parlano della storia della Seconda Guerra Mondiale

Trincee perfettamente preservate. Foto di Dawid Kobiałka
Trincee perfettamente preservate. Foto di Dawid Kobiałka
Diverse centinaia di metri di trincee, una postazione di mortaio con il sito del deposito munizioni che la accompagna, e i resti di due rifugi in legno e terra della Seconda Guerra Mondiale sono stati scoperti dagli archeologi di Poznań presso Chojnice (Pomerania). Queste reliquie del passato non sono mai state oggetto di analisi scientifiche.
Gli studi sul campo hanno avuto luogo a Giugno. La ricognizione fu preceduta dall’analisi delle immagini ALS (scansioni laser aeree, NdT: ALS – airborne laser scanning). Su questa base, gli archeologi scelgono siti potenziali, dove si aspettano di scoprire resti di fortificazioni di almeno ottanta anni fa.

La penisola del lago Śpierwnie, oggi, dalla prospettiva delle prospezioni di campo, le trincee militari sono visibili nel terreno (visualizzazione della pendenza + MSII + MultiHS). Preparata da Mikołaj Kostyrko, Dawid Kobiałka, Filip Wałdoch.
La penisola del lago Śpierwnie, oggi, dalla prospettiva delle prospezioni di campo, le trincee militari sono visibili nel terreno (visualizzazione della pendenza + MSII + MultiHS). Preparata da Mikołaj Kostyrko, Dawid Kobiałka, Filip Wałdoch.

Durante alcuni giorni a Giugno, i ricercatori hanno camminato nelle aree ad alta densità boschiva che vanno dal Lago Śpierewnik fino al villaggio di Rytel, lungo il fiume Brda.
“Ci siamo sorpresi dallo stato di conservazione molto buono delle fortificazioni in terra che erano chiaramente visibili nel paesaggio” – ha detto il dott. Dawid Kobiałka, che ha guidato lo studio insieme a Mikołaj Kostyrko e Filip Wałdoch dall’Istituto di Preistoria dell’Università Adam Mickiewicz a Poznań.
L'area presso Rytel. Combinazione dei dati di visualizzazione ALS e documentazione fotografica effettuata durante i rilevamenti sul campo. Preparata da Mikołaj Kostyrko, Dawid Kobiałka, Filip Wałdoch.
L’area presso Rytel. Combinazione dei dati di visualizzazione ALS e documentazione fotografica effettuata durante i rilevamenti sul campo. Preparata da Mikołaj Kostyrko, Dawid Kobiałka, Filip Wałdoch.

Tutte le strutture di terra scoperte dagli archeologi dovrebbero essere associate alle preparazioni polacche per l’attacco tedesco del 1939. La vicina Chojnice fu attaccata dalle truppe tedesche all’alba del primo giorno di guerra. In seguito in quella giornata, nel pomeriggio, i soldati polacchi dell’Armata Pomorze cominciarono a indietreggiare lungo Rytel. Le fortificazioni scoperte dagli archeologi erano parte di questa linea difensiva, il cui scopo era quello di difendere i soldati che indietreggiavano. Sfortunatamente, l’area mancava di barriere naturali, così il comando decise di costruire fortificazioni in terra. Ad ogni modo, a causa della preponderanza delle truppe tedesche, molti soldati furono uccisi o presi prigionieri.
La cintura delle trincee fu occupata dalla prima, seconda e terza compagnia dell’81esimo Battaglione di Fanteria di Difesa Nazionale, “Tuchola”. Gli Archeologi hanno identificato tre cinture di fortificazioni adiacenti, con lunghezze di 250, 120 e 350 metri – tutte erano sulla sponda occidentale del fiumer. “Abbiamo anche scoperto per caso tracce della battaglia, nella forma di crateri prodotti dal mortaio” – ha aggiunto il dott. Kobiałka.
I resti delle trincee registrati dai ricercatori oggi formano recessi profondi fino a 30 cm, ma la loro profondità originale è stimata a circa 1,3 m. I recessi furono ulteriormente protetti dal cosiddetto parapetto, terra ammassata sul bordo della trincea.
L’analisi dettagliata delle immagini create sulla base della scansione laser, in combinazione con la ricognizione di campo, ha permesso ai ricercatori di scoprire i resti di bunker in legno e terra. Questo è indicato dalla dimensione e forma molto simile a quella di strutture di questo tipo già conosciute, così come all’attuale forma del terreno di questi luoghi. Chiaramente visibili sono anche recessi, i quali erano presumibilmente il risultato del collasso della struttura in legno.
Uno dei rifugi in legno e terra. Foto di Dawid Kobiałka
Uno dei rifugi in legno e terra. Foto di Dawid Kobiałka

“I rifugi di questo tipo hanno un vantaggio sulle strutture in cemento, perché le materie prime richieste per la loro costruzione, legno e terra, erano facilmente accessibili. Questo abbreviò il processo di costruzione di questo tipo di fortificazione, e ridusse il costo” – ha spiegato il dott. Kobiałka.
La collocazione dei sospetti rifugi nel panorama contemporaneo sembra suggerire che i costruttori provarono a sfruttare le collinette. Questo facilitò sia il mascheramento dei rifugi da ovest, e una collocazione conveniente dell’entrata dall’est. Inoltre, permise di incrementare il campo visuale dei soldati nel rifugio.
“Nella nostra opinione, questo sistema di fortificazioni fu progettato per rallentare la marcia dei soldati tedeschi verso l’est. I bunker avrebbero dovuto essere i punti di resistenza per ritardare l’attacco, mentre l’opposizione principale sarebbe stata collocata in un’area dove le fortificazioni erano più elaborate e sulla base del fiume Brda” – così credono gli archeologi.
Secondo gli archeologi di Poznań, nonostante il fatto che più di 70 anni sono passati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ci sono ancora molti resti nel territorio polacco che non sono stati rilevati e soggetti ad analisi scientifica. Questo è il caso, spesso, di strutture con la propria forma di campo, comprese le fortificazioni di campo. I ricercatori si concentrano su strutture fatte di cemento e mattoni, e spesso ignorano le strutture visibili nel paesaggio – trincee lunghe miglia.
“Questa categoria di patrimonio culturale è sottovalutata in Polonia, e ancora notata molto raramente dagli scienziati. Eppure offre un’opportunità unica – e ancora, come dimostra la pratica archeologica, poco apprezzata – per la ricerca sul campo della Seconda Guerra Mondiale, che documenta e analizza i vari resti dell’ultimo conflitto globale” – ha spiegato Kobiałka.
Nell’Europa Occidentale e Scandinavia, lo studio di paesaggi trasformati dalla Seconda Guerra Mondiale è di successo. Questi Paesi hanno istituzioni archeologiche separate e dedicate allo studio dei conflitti armati contemporanei. “In Polonia, questa direzione è ancora sottovalutata” – hanno concluso gli autori del progetto.

 
Traduzione da PAP – Science & Scholarship in Poland. PAP non è responsabile dell’accuratezza della traduzione.

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