2 Novembre 2015
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Un nuovo studio ha preso ancora in esame le relazioni tra mammuth lanosi e altri animali della megafauna, con l’ambiente e i cambiamenti climatici di millenni addietro. La ricerca ha preso in esame resti fossili per gli ultimi 40 mila anni, nel North Slope dell’Alaska. Lì la presenza umana non sarebbe stata molto rilevante, per cui non li si può considerare la causa delle estinzioni.
Questi animali riuscirono a reggere a lungo cicli di boom e declino demografico, determinati dall’intervallarsi di brevi periodi di clima caldo, fino al momento dell’aumento del livello dei mari.
Per gli autori dello studio, comprendere l’estinzione delle specie nel passato è importante per poterle prevenire oggi: gli animali mantennero la loro resilienza fino a quando i loro habitat rimasero interconnessi. Con il salire del livello dei mari, questo venne meno. Una lezione da tener presente anche oggi.

Lo studio “Life and extinction of megafauna in the ice-age Arctic”, di Daniel H. MannPamela GrovesRichard E. ReanierBenjamin V. GagliotiMichael L. Kunz, e Beth Shapiro, è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.
Link: PNAS; University of Alaska Fairbanks
Mammut lanoso, modello dal Royal BC Museum, a Victoria (Canada), foto di Flying Puffinda WikipediaCC BY-SA 2.0, caricata da FunkMonk.

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