Nuova produzione di Villa Manin in collaborazione con Fondazione Giorgio Cini-Istituto Italiano Antonio Vivaldi, Venezia e Casa Ricordi Milano.
Prima esecuzione mondiale nella edizione critica di Alessandro Borin, a cura di Casa Ricordi.
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Antonio Vivaldi
La Gloria e Imeneo, RV 687

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Serenata di Antonio Vivaldi per soprano, mezzosoprano ed orchestra.

Venerdì 22 luglio, ore 21.15
Codroipo (UDINE) Villa Manin di Passariano

Direttore Francesco Fanna
Regia Elisabetta Brusa
Orchestra Fondazione Teatro La Fenice di Venezia

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Nell’ambito di “Villa Manin estate 2016” un appuntamento di musica classica (il cui programma ha come direttore artistico Claudio Orazi)  che è una gemma preziosa.

Prima rappresentazione in epoca moderna, in concomitanza con la prima pubblicazione della partitura, della serenata vivaldiana
La Gloria e Imeneo, RV 687. Commissionata a Vivaldi dall’ambasciatore francese a Venezia, Jacques-Vincent Languet comte de Gergy, in occasione delle nozze di
Luigi XV con la principessa polacca Maria Leszczynska, venne eseguita durante una festa organizzata nel giardino dell’ambasciata
a Venezia,  la sera del 12 settembre 1725.
Eseguita dall’Orchestra La Fenice di Venezia diretta da Francesco Fanna, con la regia di Elisabetta Brusa, l’opera – un “concerto di arie” –
non potrebbe ora  avere teatro più appropriato di Villa Manin a Codroipo  (Udine): residenza dell’ultimo doge di Venezia (Ludovico Manin) dai molteplici echi francesi,
a partire dagli affreschi del francese Louis Dorigny – in una delle sale di rappresentanza della grande villa veneta – che raffigurano le medesime allegorie
richiamate dalla composizione di Antonio Vivaldi.

L’intento della rappresentazione dunque – come dell’intero programma elaborato da Orazi – è restituire un clima di festa e splendore analogo a quello vissuto da Villa Manin, il cui parco ispirato alla reggia di Versailles – 18 ettari impreziositi da statue, colline artificiali, specchi d’acqua – fu esso stesso cornice nel Settecento di una
suntuosa cerimonia di nozze, tra la figlia del Re di Sassonia e il re di Napoli.

Un gioco di affinità e atmosfere rievocate  di grande raffinatezza – complice la regia di Elisabetta Brusa,  che centrando tutta l’attenzione
sull’architettura della Villa farà intravedere e percepire i festeggiamenti in corso all’interno – per un evento musicale di assoluto rilievo.

Musica, teatro, fotografia e cinema si alterneranno questa estate nello scenario magico di Villa Manin di Passariano a Codroipo (Udine) con un cartellone ricco
di appuntamenti di altissimo livello,
promosso dalla Regione Friuli-Venezia Giulia – Ente Regionale Patrimonio Culturale, con il sostegno della Fondazione CRUP e la collaborazione di tante, prestigiose istituzioni culturali. Dalla musica classica e contemporanea, con protagonisti famosi e star internazionali, alle grandi mostre di fotografia; dal teatro, con nuove e originali produzioni, ai percorsi animati per i più piccoli: un connubio tra le arti, in un dialogo suggestivo con le architetture, i volumi e lo scenografico parco della residenza dell’ultimo Doge di Venezia, Ludovico Manin.
Perché il filo rosso, che unisce le diverse proposte della stagione e rende unico il programma “Villa Manin estate 2016”, è proprio il fascino della sua ambientazione e il fatto che glieventi siano stati studiati, allestiti e in molti casi appositamente ideati e prodotti proprio in funzione di questo straordinario sito, che Carlo Goldoni non esitò a definire “soggiorno degno di un re”.

Una conferma si trova nelle proposte elaborate dal Direttore Artistico della sezione musica classica, Claudio Orazi – Sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari e già Commissario Straordinario della Fondazione Teatro Verdi di Trieste, dopo le esperienze pluriennali all’Arena Sferisterio di Macerata e all’Arena di Verona – che ha voluto valorizzare il connubio gioioso tra Musica e Luogo d’arte, sia nel concerto inaugurale sia nei diversi appuntamenti di musica classica che si stanno succedendo, tutti a ingresso gratuito.
In  particolare è una nuova produzione di Villa Manin – in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia-Istituto italiano Antonio Vivaldi e Casa Ricordi di Milano – ’atteso spettacolo del 22 luglio, che riporterà atmosfere e venti di Francia e del XVIII secolo a Villa Manin.
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Edizione critica a cura di Alessandro Borin
Collana «Edizione critica delle Opere di Antonio Vivaldi» a cura dell’Istituto
Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Editore Ricordi,
Milano, 2016

Le ‘Serenate francesi’ di Antonio Vivaldi sono un gruppo di opere composte ed eseguite fra la metà degli anni Dieci e Venti del Settecento, per celebrare alcuni fra gli avvenimenti e le ricorrenze più significative inerenti alla storia della monarchia transalpina e, di riflesso, a quella dei suoi rappresentanti diplomatici residenti in Italia. Il secondo di questi lavori, La Gloria e Imeneo, RV 687, fu commissionato a Vivaldi dall’ambasciatore francese a Venezia, Jacques-Vincent Languet comte de Gergy, in occasione delle nozze di Luigi XV con la principessa polacca Maria Leszczynska e fu eseguito durante una festa organizzata nel giardino dell’ambasciata la sera del 12 settembre 1725.

Oltre a La Gloria e Imeneo, per Languet Vivaldi compose anche la serenata a tre voci L’unione della Pace e di Marte, RV 694, il Te Deum, RV 622 (entrambi perduti, ma eseguiti il 19 settembre 1727 per festeggiare la nascita delle due figlie gemelle di Luigi XV e Maria Leszczynska), e – probabilmente – la serenataLa Senna festeggiante, RV 693, eseguita verso la fine del 1726 in
occasione del genetliaco di Luigi XV o per la cerimonia pubblica dell’entrata dell’ambasciatore in città.
A differenza degli altri brani citati, di cui non è semplice ricostruire la genesi o la destinazione d’uso, possediamo ben due resoconti
sulle circostanze in cui ebbe luogo la prima (e a quanto pare unica) esecuzione de La Gloria e Imeneo
. Il primo è un poscritto allegato a una lettera inviata da Languet al cardinale Filippo Antonio Gualterio pochi giorni dopo la festa, il 15 settembre 1725, mentre il secondo è una corrispondenza pubblicata sul Mercure de France nell’ottobre dello stesso anno. Grazie a questi documenti sappiamo che la serenata «si recitò nelle stanze della loggia posta in termine del Giardino»
e fu «recitata da bravissimi Musici, e Cantatrici, quali con soavità della loro voce, quali novelli Orfei trassero [a] sé numero infinito di gondole, quale nascondea il mare istesso agl’occhij de’ riguardanti».
Vivaldi, che aveva da poco oltrepassato i quarantacinque anni di età, si trovava all’apice della propria carriera e poteva contare su una solida reputazione internazionale, tanto da essere definito «le plus habile compositeur qui soit à Venise».

Il testo poetico, di autore ignoto, è piuttosto convenzionale: Imeneo, il dio greco figlio di Apollo, e la personificazione allegorica della Gloria fanno a gara per decantare le virtù della coppia di sposi omaggiati nella serenata, prospettando loro le gioie imminenti delle nozze e quelle di là da venire, prodotte dai frutti della loro unione. La musica di Vivaldi, che comprende alcuni brani tratti dalle sue più recenti produzioni operistiche, è invece un compendio di quanto di meglio il compositore scrisse durante la terza decade del secolo.

Per la brevità dei recitativi, la cui funzione è quasi esclusivamente quella di preparare e collegare i numeri musicali, e per l’assoluta preminenza di questi ultimi, non di rado caratterizzati da una profonda integrazione fra la scrittura vocale e l’accompagnamento orchestrale, questa serenata può essere considerata a tutti gli effetti  un ‘concerto di arie’ (Konzertarien),vale a dire quella forma di spettacolo tanto deprecata dalla storiografia musicale ottocentesca quanto apprezzata dal moderno ascoltatore, nei confronti del quale mantiene inalterato tutto il suo fascino e il suo valore.
La presente edizione critica della serenata La Gloria e Imeneo, RV 687, curata da Alessandro Borin per conto dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia con l’editore Ricordi di Milano, è la prima pubblicazione in epoca moderna, e si colloca all’interno della collana di tutte le opere di Antonio Vivaldi, che l’Istituto Vivaldi ha avviato nel lontano 1947 e che si sta in questi anni completando con l’edizione critica delle opere teatrali.

Testo e immagini da Ufficio Stampa Villaggio Globale International

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