Artisti come Pieter Paul Rubens, Antoon Van Dyck e José de Ribera non si ammirano certo tutti i giorni nel Mezzogiorno d’Italia, ben che meno la loro insolita congiunzione in una mostra che si configura come un ritorno alle origini. È stata infatti recentemente inaugurata a Napoli un’affascinante esposizione atta a ricomporre un’antica collezione che include le opere di questi tre esponenti dell’arte seicentesca.

Trentasei opere, molte delle quali tornano nella loro sede originaria grazie a prestiti nazionali ed internazionali, per riporle proprio laddove un tempo furono custodite: presso Palazzo Zevallos Stigliano, attuale sede museale delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. Viene così ricomposta la quadreria dispersa dei Vandeneynden, famiglia di mercanti di Anversa che vi abitò al termine del Seicento, strettamente legata a pittori fiamminghi come Brueghel, de Wael e de Jode. Parimenti per Gaspar de Roomer, che era partecipe di quella rete di relazioni. Le loro raccolte di opere d’arte erano le più grandi del napoletano in epoca barocca ed includevano i migliori esemplari d’arte italo-fiamminga del periodo, influendo molto sui gusti dei collezionisti e sulla successiva pittura nell’area. In seguito la preziosa quadreria divenne proprietà dei principi Colonna di Stigliano, per poi essere dispersa tra musei e gallerie estere.

Il progetto ha richiesto un’impegnativa ricerca archivistica su Jan e Ferdinando Vandeneynden, con indagini documentarie sulla storia dinastica della famiglia, permettendo così di identificare un’ampia quantità di opere. La ricostruzione filologica ha comportato il coinvolgimento di enti e studiosi provenienti da ogni parte del globo, producendo così una rassegna internazionale sia per contenuti che per collaboratori. Vi è infatti un prestigioso comitato scientifico che include tra gli altri Christopher Brown, Maria Cristina Terzaghi, Keith Sciberras, Aidan Weston Lewis e Gert Jan van der Sman.

Antonio Ernesto Denunzio il curatore, affiancato dal consultant curator Gabriele Finaldi ed i collaboratori Giuseppe Porzio e Renato Ruotolo. Numerosi gli enti che cooperano per questo prezioso progetto, patrocinato dal Comune di Napoli e dal Ministero per i beni e le attività culturali, organizzato in collaborazione con l’Università “L’Orientale” ed in partnership col Museo e Real Bosco di Capodimonte. Una sinergia di forze che si impegnano per la riuscita del progetto, unitamente agli importanti musei che hanno dato in prestito le opere: la Galleria Sabauda di Torino, la Pinacoteca di Brera di Milano, i Musei Capitolini di Roma, il Museo Correale di Terranova a Sorrento, le National Galleries of Scotland di Edimburgo, il Museo Nazionale del Prado di Madrid ed il Los Angeles County Museum of Art, solo per citarne alcuni.

Luca Giordano (Napoli 1634 –1705), Nascita di Venere, olio su tela, 174 x 314 cm. Chalon-sur-Saône, Museée Vivant Denon

Tra questi prestiti vi sono quadri mai esposti prima d’ora in Italia: “La merenda” di Jan Miel e due Jan Fyt, provenienti dalla Spagna. Vi sono altresì dipinti di Cornelis de Wael, Vincenzo Gesualdo, Paul Bril, Nicolas Poussin, Annibale Carracci, Salvator Rosa ed un’opera attribuita ad Orbetto, “Erode con la testa del Battista”. Tra gli altri, “Nascita di Venere” di Luca Giordano, “Decapitazione di San Paolo” di Mattia Preti, ma soprattutto “San Girolamo” di Jusepe de Ribera proveniente da una collezione privata e “Ritratto degli incisori Pieter de Jode il Vecchio e il Giovane” del pittore fiammingo Van Dyck, stabilmente custodito presso i Musei Capitolini.

Peter Paul Rubens (Siegen, Vestfalia 1577 –Anversa 1640), Banchetto di Erode, 1635-1638 ca., olio su tela, 208 x 272. Edimburgo, National Galleries of Scotland

Ci è giunto invece da Edimburgo “Banchetto di Erode”, realizzato da Rubens e pervenuto insieme ad altri a Ferdinando Vandeneynden attraverso Gaspar de Roomer, fratello di un amico del grande artista. Si tratta di un’ampia tela di oltre due metri, risalente al 1635-1638 circa e realizzata con la tecnica dell’olio su tela: qui il pittore fiammingo ha volutamente enfatizzato la scena dipingendo i personaggi con lineamenti sgradevoli e sguardi malignamente complici, mentre la testa del Battista sovrastata da un coperchio su un piatto da portata sembra esser punzecchiata con la forchetta di Erodiade. Vi è poi il “Sileno ebbro” di Ribera, proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte: caratterizzato da una scena baccanale e dai forti chiaroscuri, anch’esso dipinto con olio su tela di circa due metri, raffigura una grassa figura maschile centrale distesa su un drappo intenta ad offrire una coppa di vino circondata da satiri e figure simboliche.

Jusepe de Ribera (Xátiva 1591 –Napoli 1652), Sileno ebbro, 1626, olio su tela, 185 x 229 cm. Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte. Foto di Luciano Romano. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Ambientali –Museo e Real Bosco di Capodimonte

L’intera collezione dei Vandeneynden includeva circa trecento dipinti, molti dei quali raffiguranti nature morte, paesaggi e combattimenti bellici, esito principalmente della maestria fiamminga. Una raccolta degna di nota, apprezzata e rievocata nel corso del tempo da personalità importanti quali il canonico Carlo Celano, il futuro direttore della Galleria degli Uffizi Tommaso Puccini e lo storico dell’arte Francis Haskell.

Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli mostre Rubens, Van Dyck, Ribera

L’esposizioneRubens, Van Dyck, Ribera. La collezione di un principe” è ammirabile nelle eleganti sale del piano nobile delle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano fino al 7 aprile del 2019, mentre il primo piano accoglie la collezione permanente. È inoltre disponibile il catalogo della mostra che racchiude integralmente gli esemplari della collezione, edito da Silvana Editoriale.

L’evento si inserisce nel Progetto Cultura di Intesa San Paolo, che coinvolge spesso la città di Napoli in quanto sede storicamente, artisticamente e culturalmente ricca. Il progetto non si limita all’esposizione, ma incentiva ricerche finalizzate alla valorizzazione di artisti meno conosciuti, un obiettivo nobile e raro.

Giorni e orari: dal martedì al venerdì 10:00-19:00, sabato e domenica 10:00-20:00, lunedì chiusura.

Prezzo d’ingresso: intero 5 €, ridotto 3 €. Gratuito per minori di 18 anni e scolaresche.

Info: tel. +39 800 454 229, info@palazzozevallos.com

Write A Comment

Pin It