Londra: nuovi scavi e lavori presso The Theatre, palcoscenico shakespeariano
Pochissimi giorni fa il MOLA (Museum of London Archaeology), nella sezione blog del proprio sito, ha reso nota una nuova iniziativa riguardante gli scavi presso The Theatre, nel quartiere londinese di Hackney.

Sulla base dei primi scavi condotti in situ nel 2008, che avevano rivelato la classica struttura poligonale del celebre The Theatre di epoca elisabettiana, adesso il team avrebbe scoperto come l’impresario e attore James Burbage avesse modificato l’intera area tramite costruzioni appartenenti all’antecedente Holywell Priory, presa in affitto nel 1576, per creare un vero e proprio Complesso Teatrale, con abbastanza spazio per gli spettatori per girarsi intorno e socializzare durante le lunghe performance dei teatranti. Deduzione affascinante e perfettamente in linea con quell’ideale di “esperienza collettiva” che il teatro elisabettiano voleva trasmettere, e che Shakespeare si prestava ad realizzare con i suoi drammi.

Da qui dunque scaturisce l’iniziativa di predisporre uno spazio per un progetto, il Box Office (situato proprio presso i resti archeologici del centro della scena di The Theatre) consistente in una vera e propria mostra sulla cultura teatrale di epoca elisabettiana. Sarà anche caratterizzata da una finestra che si affaccerà direttamente sui resti del teatro, rimasto celato agli occhi del pubblico per più di quattrocento anni. Inoltre il museo mostrerà le nuove scoperte effettuate durante lo scavo, nonché gli artefatti iconici del precedente scavo e numerosi oggetti concessi in prestito da ogni parte di Londra. Il tutto dovrebbe essere pronto entro la fine del prossimo anno.

Entusiaste le parole della direttrice dello scavo, Heather Knight:
“È incredibile tornare sul sito di The Theatre, è un sito archeologico significativo ed iconico a livello internazionale e un posto realmente speciale per gli archeologi, gli storici, gli attori e i Londinesi ma specialmente per Shoreditch, che fu la prima area teatrale di Londra. È stata la scoperta di The Theatre a dare ad Hackney il suo primo monumento sottoposto a tutela, questo scavo con un po’ di fortuna porterà alla luce molte altre interessanti scoperte.”
Legenda:
The Theatre, il secondo teatro permanente ad essere costruito in Inghilterra, dopo il Red Lion, e il primo di successo. Inaugurato nel 1577, vide esibirsi importanti troupe, tra le quali quella nella quale operava William Shakespeare.
"The Box Office": il "Botteghino", nome col quale sarà nota la nuova struttura presso The Theatre, che si affaccia sui resti del teatro, e con una mostra sulla cultura teatrale di epoca elisabettiana.
monumento sottoposto a tutela: nel sistema britannico di tutela dei monumenti si parla di scheduled monument e di ancient monument, o anche di scheduled ancient monument, come nel caso in questione, per The Theatre. Si tratta di siti archeologici o edifici di importanza nazionale, per i quali non è possibile procedere con modificazioni non autorizzate. Sono stati definiti dall'Ancient Monuments and Archaeological Areas Act del 1979.
Foto dal MOLA.
Origine dei cavalli ambiatori
8 Agosto 2016

Andare a cavallo è l'uso fondamentale che si è fatto di questo animale domestico, e ha influenzato per millenni le società umane. Le tecniche si sono modificate nei secoli, e cavalli in grado di tenere un'andatura "comoda" sulla lunga distanza furono considerati di grande valore.
Un nuovo studio, pubblicato su Current Biology, ha rilevato la presenza di un allele mutato in relazione a queste caratteristiche. La ricerca ha preso in esame il DNA antico di 90 cavalli, a partire dal Calcolitico (seimila anni fa) e fino all'undicesimo secolo d. C. La mutazione è stata rilevata in due cavalli inglesi tra 850 e 900 d. C., e con più frequenza in quelli islandesi tra nono e undicesimo secolo. I cavalli compaiono in Islanda a partire dall'870 d. C., ed è improbabile che si sia giunti a una mutazione indipendente in così poco tempo. L'origine dei cavalli ambiatori sarebbe dunque da ritrovarsi nell'Inghilterra medievale: i coloni norreni (provenienti da Danimarca e Svezia meridionale) portarono questi cavalli in Islanda, dove li allevarono. Evidentemente questi preferirono questa andatura comoda al loro arrivo nell'isola. Furono poi diffusi - a partire dall'Inghilterra o dall'Islanda - nel resto del mondo. L'assenza del gene nei cavalli europei dell'epoca (Scandinavia compresa) lascia infatti pensare che la diffusione dello stesso sia avvenuta a partire dalle Isole Britanniche.
Arne Ludwig, tra gli autori dello studio, ha espresso sorpresa per il fatto che tale mutazione non fosse più antica, visto che il tratto è così diffuso oggi. Evidentemente con una forte selezione tutto può avvenire molto velocemente.
Tumulo dell'Età del Bronzo e cimitero Anglosassone a Rothley
21 Luglio 2016
Un progetto dell'Università di Leicester ha investigato il riutilizzo di luoghi sacri da parte di diverse generazioni. In particolare, sono stati oggetto di esame un tumulo dell'Età del Bronzo e un cimitero anglosassone presso Rothley, nel Leicestershire.

Alcune delle testimonianze qui datano addirittura a seimila anni fa: le prime attività datano al Neolitico (4.000 - 2.000 a. C.) con un'ascia e frammenti ceramici in una vicina fossa. Importanti siti neolitici sono nelle vicinanze.

Oggetto principale del progetto è stato poi il tumulo datato all'Età del Bronzo (2000 - 700 a. C., in attesa di datazione più precisa), che misura oltre 30 metri di diametro. Non è sopravvissuto alle attività agricole dei secoli successivi, ma le sepolture (cremazione) vicino al bordo del fossato sì. Si trova alla confluenza dei fiumi Soar e Wreake.
Durante l'Età del Ferro il tumulo era ormai parzialmente eroso, ma era ancora visibile, sebbene il suo significato e scopo si siano modificati. A quest'epoca (700 a. C. - 43 d. C.) risale il fossato rettangolare.

In seguito, durante il periodo Anglosassone (410 - 700 d. C.), il tumulo vide un cimitero per inumazione. Il riutilizzo di tumuli da parte degli Anglosassoni è un fatto piuttosto frequente in Inghilterra, ma pochi casi sono noti per il Leicestershire. Con dodici sepolture, è risultato il più grande per l'area. A parte pochi frammenti, i terreni acidi hanno però distrutto gli scheletri. Ritrovati pure alcuni oggetti metallici e un contenitore ceramico.
Link: AlphaGalileo via University of Leicester
Leicester: la cintura di un militare romano?
7 Luglio 2016
Archeologi dell'Università di Leicester (più precisamente, dell'University of Leicester Archaeological Services - ULAS) hanno recentemente effettuato scavi presso un cimitero romano di epoca tarda nella Western Road della cittadina inglese.

Tra gli 83 scheletri ritrovati, spicca una semplice tomba nella quale si trovano i resti di un uomo di mezza età, con una cintura elaborata. Lo stile suggerisce che la stessa avrebbe potuto essere indossata da un soldato o da un civile verso la seconda metà del quarto secolo d. C. o agli inizi del quinto. Il fatto stesso che la delicata cintura in bronzo sia sopravvissuta è un fatto notevole. Essa presenta decorazioni con spirali intrecciate e teste di delfini, ed è stata prodotta con la tecnica del Kerbschnitt (in Inglese chip-carving style).
Il proprietario aveva tra i 36 e i 45 anni al momento della morte: durante l'infanzia la sua salute non sarebbe stata buona, ma sarebbe poi migliorata in età adulta. Si segnala un avambraccio sinistro rotto: la ferita guarì lasciando però il polso indebolito. Anche i muscoli del braccio destro e della spalla risultano indeboliti. Per gli studiosi si tratta di ferite compatibili con la vita militare dell'epoca, o forse l'individuo si ritirò in seguito, diventando un importante collaboratore locale.
Link: Università di Leicester 1, 2.
Storia culturale del football
16 Giugno 2016
Chi pensa che il calcio oggi sia uno sport violento non ha forse presente la situazione nel Medio Evo. In termini di brutalità, era alla pari con altri sport molto popolari: il lancio delle pietre e le scazzottate. Non c'era bisogno di un campo e le porte della città erano utilizzate come porte per la partita.
Le fonti storiche infatti provano che lo sport è stato praticato per centinaia di anni, e che era popolare in Inghilterra e Italia sin dal dodicesimo secolo, e che durante il Rinascimento i Medici lo elevarono a sport nazionale.
Lo storico culturale Wolfgang Behringer dell'Università del Saarland ha studiato il football dalle prime fonti storiche fino ad oggi: lo sport è molto più antico di quanto non si pensi comunemente, e per quanto non sia mai stato un'antica disciplina olimpica, le sue origini possono essere tracciate fino al Medio Evo.
Le fonti medievali peraltro parlano semplicemente di giochi con la palla, senza distinguere. Il "pallone", uno sport simile al volley, era pure il più popolare in Germania e Italia.
Quando compare nelle fonti storiche, il football era già un gioco con delle regole fissate, per cui sono possibili solo delle speculazioni sulle sue origini. La registrazione più antica risale probabilmente al 1137, e riporta la morte di un ragazzo in Inghilterra, a causa del football. A partire dal tardo Medio Evo, Inghilterra, Francia e Italia divennero fortezze dello sport, che si poteva giocare dall'alba al crepuscolo, con un campo lungo anche diversi km. Non c'era limite al numero di giocatori e non si andava per il sottile: era permessa quasi qualsiasi forma di contatto fisico, anche se l'omicidio colposo o intenzionale erano proibiti. Nonostante questo, risse, incidenti e morti non erano infrequenti: si riporta pure di faide successive a tali situazioni. Non appare perciò strano che fosse spesso vietato: solo in Inghilterra questo avvenne trenta volte tra il 1314 e il 1667, nel 1424 fu introdotta una multa per impedire che lo si giocasse.
In Italia il gioco era noto come "calcio" e interi distretti cittadini potevano competere tra loro. Cosimo I di' Medici era appassionato, così come altri Granduchi. Durante il Rinascimento lo elevarono a sport nazionale, cercando al contempo di "domarlo" e renderlo più civile, con l'introduzione di regole. Rimaneva però uno sport ruvido: lo si giocava con una palla di cuoio bianco riempita d'aria. In Germania la storia del football non va così indietro nel tempo, ma altri giochi con la palla erano inizialmente più popolari. Tra questi il "pallone", che poteva anche comprendere l'uso dei piedi, e durante il quale i giocatori dovevano impedire che la palla toccasse terra. Il football nella sua forma moderna - con delle regole ben codificate - fu fissato nel 1863 in Inghilterra. La forma di football tradizionalmente più aggressiva fu rinominata rugby. Fu poi incluso tra le discipline delle moderne Olimpiadi.
Link: Alphagalileo 1, 2 via Universität des Saarlandes.
Il contributo europeo a ciò che è inglese per antonomasia
24 Maggio 2016
Gli immigrati dall'Europa hanno contribuito a lungo a formare quello che si immagina come "inglese" o "scozzese". Le tombe dei re e delle regine Tudor, così come molte delle sculture nell'Abbazia di Westminster sono, ad esempio, creazione degli Europei.
Molti dei primi monumenti equestri, molte tombe dell'aristocrazia e molte sculture nei giardini delle case di campagna furono il prodotto di scultori migranti dall'Italia, dalla Francia, dai Paesi Bassi. Gli Gli Ugonotti vennero come rifugiati dalle persecuzioni, ma altri immigrati arrivarono qui a causa delle loro abilità e conoscenze superiori, assai richieste dai Britannici.
Questo è stato uno dei temi trattati durante la conferenza tenutasi il 26-27 Maggio presso la City and Guilds of London Art School.
Link: University of Leicester
Segni della fragilità e delle carestie nella Londra medievale
2 Maggio 2016
Credit: Sharon DeWitte
In una ricerca pubblicata sull'American Journal of Physical Anthropology, si è lavorato coi resti provenienti dagli scavi del cimitero londinese di St. Mary Spital, in uso dal 1120 al 1540 d.C. In questo lavoro sono stati escluse le sepolture collegate alla Peste nera, per concentrarsi sugli effetti delle carestie.
Tra le conclusioni alle quali le studiose sono giunte, quelle relative all'ipoplasia dello smalto (caratterizzata da solchi orizzontali) determinata a seguito di traumi fisiologici tra i sei mesi e i sei anni di età. Questo indicatore sarebbe stato collegato pure alle carestie. Al contrario, le lesioni periostali sarebbero legate a persone in buona salute, un fatto inaspettato per molti.
Credit: University of South Carolina
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Il guardaroba del relitto di Texel relativo alla corte di Enrichetta Maria di Borbone-Francia
20 Aprile 2016
Il guardaroba ritrovato nel relitto vicino Texel apparterrebbe alla corte reale della Regina Inglese Enrichetta Maria di Borbone-Francia (1609-1669), che nel Marzo del 1642 viaggiava in missione segreta nei Paesi Bassi. Una delle navi che trasportavano i suoi bagagli allora affondò nel Mare dei Wadden.
L'ormai celebre gonna in seta sarebbe appartenuta a Jean Kerr, Contessa di Roxburghe (circa 1585-1643), una delle due dame di compagnia. Lo stile e la dimensione della gonna indicano che apparteneva a lei, la più anziana delle due.
Ufficialmente, la missione nei Paesi Bassi riguardava l'arrivo dell'allora undicenne Maria Enrichetta Stuart alla corte di Guglielmo II d'Orange, futuro stadtholder: i due si erano sposati l'anno prima. Il vero scopo del viaggio era però quello di vendere i gioielli della corona per comprare armi, all'epoca della Guerra Civile Inglese.
Il riferimento all'affondamento è presente in una lettera , datata 17 Marzo 1642, e spedita da Elisabetta Stuart (1596-1662), cognata di Enrichetta Maria di Borbone-Francia, a Sir Thomas Roe.
Link: AlphaGalileo via Universiteit van Amsterdam (UVA)
Enrichetta Maria di Borbone-Francia, di Anthony van Dyck - San Diego Museum of Art, da Wikipedia, Pubblico Dominio (Upload: Sir Gawain).
Straordinari reperti da un relitto del diciassettesimo secolo a Texel
18 Aprile 2016
Dal relitto di una nave del diciassettesimo secolo, presso Oudeschild (vicino Texel nel Mare dei Wadden), si sono recuperati straordinari reperti, come una lussuosa gonna, appartenuta ad aristocratici e forse persino a reali. Tra gli altri reperti, un mantello, calze, un corsetto in seta e raso con fili d'argento e oro.
Tra gli altri oggetti: ceramiche dall'Italia, un calice d'argento dorato, profumi da Grecia e Turchia, copertine di libri con lo stemma della casa reale degli Stuart.
I reperti sono oggetto di una mostra, "Garde Robe", aperta al pubblico dal 14 Aprile (e fino al 16 Maggio), presso il Museo Kaap Skil a Texel.
Link: AlphaGalileo via Universiteit van Amsterdam (UVA)
L'età avanzata nell'Inghilterra del Medio Evo
18 Aprile 2016
Fino ad oggi si è considerata molto positiva la posizione degli anziani nell'Inghilterra del Medio Evo.
Il dottorando Thijs Porck ha esaminato testi in lingua inglese antica e latino, per il periodo tra il 700 e il 1100, giungendo a una conclusione diversa: gli anziani, insomma, dovevano anche allora meritarsi quel rispetto ed erano soggetti ad aspettative in tal senso. Ci si aspettava da loro che proseguissero nelle loro occupazioni, nonostante i limiti fisici; delle donne ci sono poche tracce.
L'età avanzata cominciava a cinquant'anni, non molto diversamente da oggi. Gli anziani potevano essere pure visti come dei "bambini centenari" e come un'anticipazione di ciò che sarebbe capitato loro all'inferno.
Link: AlphaGalileo via Universiteit Leiden.
"The Venerable Bede Translates John", opera di James Doyle Penrose (1862-1932), da Wikipedia, Pubblico Dominio (The original uploader was Timsj at English Wikipedia - Transferred from en.wikipedia to Commons).