La Top 30 dei musei e dei parchi archeologici statali del 2019 regala conferme e novità, con il podio stabilmente occupato dal Colosseo, con oltre 7,5 milioni di visitatori, le Gallerie degli Uffizi, con quasi 4,4 milioni di ingressi, e Pompei, con circa 4 milioni di presenze.
Pompei viene raccontata da colui che assieme ad una grande squadra di collaboratori ha saputo ridare un’ennesima vita alla città vesuviana: Massimo Osanna
Un viaggio alle pendici del Vesuvio, poco prima della catastrofe del 79 d.C., un percorso immersivo verso la “morte felice” alla quale si riferiva Agrippa, da cui il nome dell’installazione <>.
Tra le numerose domus di Pompei, da sempre, una in particolare ha destato la mia attenzione: la casa di Marco Lucrezio Frontone. Per chi visita la città antica, sembrerà non poco semplice riuscire ad individuarla tra le articolate vie secondarie, in quanto nascosta in un vicolo perpendicolare alla più nota via di Nola nella Regio V
Inaugurata presso il piano superiore dell’Antiquarium degli scavi, la mostra “Gli Arredi della Casa di Giulio Polibio, intende raccontare la storia di una famiglia in vista della città vesuviana attraverso gli oggetti ritrovati all’interno della loro abitazione distrutta dall’eruzione del 79 d.C.
Limoni e corbezzoli, piante da frutto e ornamentali, uccelli svolazzanti, e un albero di fico a cui è avvinghiato un serpente. Così erano decorati i cubicoli floreali (stanze da letto) della casa del Frutteto a Pompei.
Dal 1 gennaio 2020 gli appassionati di Pompei potranno visitare i siti archeologici ogni volta che vorranno ad un prezzo agevolato, grazie all’abbonamento annuale Pompei 365.
La Villa romana di Positano si trova a ben 11 metri di profondità, al di sotto della Chiesa di s. Maria Assunta, nella Divina Costa d’Amalfi
Grazie ad un nuovo studio su alcuni ambienti della cosiddetta Casa di Orione, prima conosciuta come Casa di Giove, gli archeologi sono riusciti ad interpretare alcuni mosaici delineanti una professione molto nota nell’antica Roma e anche in Etruria.
Il nucleo originario di Pompei si sviluppò in vicinanza del mare e dell’importante foce del Sarno, all’ombra di quella montagna silente che ancora non si caratterizzava nelle forme del Vesuvio che vediamo oggi.