Sono tre gli edifici che domani saranno riaperti presso il Parco Archeologico di Pompei: il tempio di Iside, la Casa dell’Ancora e la Casa della Fontana Grande  restituiti al pubblico dopo interventi di restauro, manutenzione del verde e indagini archeologiche.

Nella casa della Fontana Grande, dopo lavori di restauro, si ripropone l’allestimento storico della fontana e la ricollocazione della copia della statuetta di puttino con delfino, secondo il progetto di museo diffuso già realizzato in altre domus di Pompei. La fontana all’epoca della scoperta, tra il 1826 e il 1827, era priva di elementi decorativi. A fine Ottocento –  inizi Novecento venne posizionata sulla base del centro della fontana una copia di un puttino scoperto nel 1880 nella casa degli archi. Tale sistemazione, che tuttavia non era quella originaria, fu ideata probabilmente in analogia con la vicina casa della Fontana Piccola che recava al centro della sua fontana un puttino con oca. L’allestimento ripropone questa storica sistemazione mantenuta per diversi decenni e restituisce un’immagine della casa così come doveva presentarsi prima dell’eruzione del 79 d.C. L’impianto originario risale alla prima metà del II secolo a.C., ma solo nel I secolo d.C. la grande fontana fu addossata al muro di fondo. Grazie ai lavori di restauro tornano alla bellezza originaria i mosaici e le conchiglie e le due maschere teatrali che la ornano.

Il tempio di Iside, dedicato all’antichissimo culto della dea egizia, grazie al progetto “Scavi e Ricerche”, ci restituisce preziose informazioni sui riti che si svolgevano all’interno dell’area. Da un saggio in particolare sono emerse infatti tracce di un sacrificio con offerte vegetali e animali che hanno ampliato la panoramiche di conoscenze sul santuario. Distrutto dal terremoto del 62 d.C., il tempio di Iside venne ristrutturato grazie ai finanziamenti di Numerius Popidius Celsinus, un bambino di sei anni, dietro al quale si nascondeva la benevolentia del padre Numerius Popidius Ampliatus, ricco liberto e sacerdote della Fortuna Augusta che, grazie a questo gesto, voleva spianare al figlio la carriera verso il Consiglio dei decurioni; accesso a lui stesso negato perché nato “non libero”. L’area presenta al centro di un cortile porticato, un tempio su alto podio, un altare, la fossa per le offerte e un purgatorium, piccolo edificio di raccolta dell’acqua che secondo la credenza proveniva direttamente dal Nilo. Alle spalle del tempio un’ampia sala era dedicata alle riunioni degli iniziati, il culto era di tipo misterico e non avevano accesso tutti.  Gli apparati decorativi, le sculture e gli arredi sono oggi esposti al Museo Archeologico di Napoli, ma è possibile immaginare il suo splendore antico grazie alla ricollocazione in situ di affreschi e statue.  Nell’ekklesiasterion il visitatore può acuisire informazioni sul culto isiaco grazie ad installazioni multimediali.

La casa dell’Ancora che prende il nome da un mosaico con ancora situato all’ingresso, apre i battenti dopo lunghi lavori di restauro finanziati grazie al Grande Progetto Pompei. L’abitazione, che presenta caratteristiche uniche nel panorama domestico pompeiano, ha visto una chiusura immediata dopo la precedente apertura nel 2016. Recenti lavori hanno interessato il ripristino del bel giardino del piano inferiore della casa grazie ad un intervento di manutenzione del verde.

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