Camera climatica al Campus grazie al contributo del Rotary

TUTELA E RESTAURO DI VENEZIA:

SCIENZIATI E ISTITUZIONI ASSIEME PER INNOVARE

Oggi primo incontro di confronto sulle urgenze degli enti che gestiscono i beni culturali e le soluzioni che offre la scienza 

VENEZIA – Entro l’anno il Campus Scientifico dell’Università Ca’ Foscari Venezia sarà dotato di una camera climaticaper studiare gli impatti dei cambiamenti climatici sui materiali dei beni culturali e sugli ecosistemi. Il laboratorio, dal costo di circa 60mila euro, sarà realizzato anche grazie a un contributo di 10mila euro da parte del Rotary Club Venezia Mestre.
Con questo annuncio si è aperto oggi il primo workshop sulla ‘Promozione della ricerca scientifica per i Beni culturali a Venezia’ che ha riunito nell’Auditorium del campus, oltre ai gruppi di ricerca cafoscarini, molte istituzioni veneziane: Museo Ebraico, Fondazione Musei Civici di Venezia, Soprintendenze, segretariato regionale del Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo per il Veneto, Curia patriarcale (che si occupa di migliaia di chiese, biblioteche e musei nel Triveneto), Città metropolitana (Museo di Torcello), Fondazione Cini, Scuola Grande di San Teodoro, Università Internazionale dell’Arte, Fondazione Ligabue, Fondazione Querini Stampalia, Peggy Guggenheim Collection, Procuratoria di San Marco, Scuola Grande di San Marco, Scuola Grande di San Rocco, Laboratorio scientifico della Misericordia, Archivio di Stato, Ateneo Veneto.
“La ricerca sui beni culturali è tra le priorità individuate dal piano nazionale delle ricerche – ha ricordato Elisabetta Zendri, professoressa di Chimica del restauro e organizzatrice dell’incontro –  si tratta di un ambito di ricerca che può avere un grande impatto per la società, ma che ha bisogno di finanziamenti adeguati e che deve mettere in rete tutte le competenze, sia scientifiche che umanistiche”.

Nel corso della mattinata sono state individuate tematiche che richiedono interventi urgenti e sono state poste le basi per nuovi progetti e nuove collaborazioni tra università e istituzioni.
I gruppi di ricerca di Ca’ Foscari hanno presentato i risultati raggiunti e le potenziali applicazioni di ricerche. Ecco alcuni esempi:
Il vetro
A Venezia il vetro è prodotto a livelli altissimi, ma come si tutela e quale contributo può dare la scienza? Tra i problemi dei vetrai muranesi c’è quello delle restrizioni sulle emissioni delle fornaci e sull’utilizzo di metalli pesanti, restrizioni che impongono un rinnovamento per mantenere il livello artistico tutelando gli aspetti ambientali e la sostenibilità economica. Lo studio del vetro a livello scientifico può contribuire a supportare questa produzione artistica di pregio unica al mondo.
Prodotti green
Tutti i prodotti utilizzati nel restauro sono prodotti industriali. L’obiettivo è cercare di avere una gamma di prodotti innovativi ed compatibili con l’ambiente. Su questo lavorano i chimici industriali, studiando nuovi processi che permettono di avere una produzione più ecocompatibile. Inoltre, cercano nuovi prodotti, ad esempio materiali cementizi autoriparanti che possano migliorare la durabilità di un intervento.
Nanomateriali
Un gruppo di scienziati si occupa di materiali di dimensioni nanometriche e dell’analisi delle superfici con strumenti ad altissima risoluzione. Qualsiasi materiale, infatti, dopo pochi mesi cambia, a partire dalla superficie. Capire cosa avviene e studiare materiali sempre più innovativi è cruciale.
Conservare le opere
Il gruppo di Scienze chimiche per la conservazione e il restauro applica le proprie ricerche su tutti i tipi di bene culturale, dalle tele, ai tessuti, al patrimonio costruito, collaborando con musei, collezionisti, soprintendenze e sviluppando progetti europei.
Le startup
Dal Campus scientifico sono nate startup in grado di intervenire con tecnologie innovative per la pulizia delle opere. Nadir è un’azienda che utilizza la tecnologia al plasma: il quarto stato della materia. Nata proprio per il mondo del restauro, è una tecnologia rispettosa delle superfici perché agisce senza calore, rimuovendo fuliggine o impurità dai dipinti senza intaccare il colore originale. Nasier è invece un gel sviluppato da Nasiertech che permette di rimuovere muffe, licheni, colle, e patine da superfici usando enzimi nanostrutturati. E’ un prodotto ecocompatibile, non tossico per l’operatore, che agisce in pochi minuti e già testato su monumenti e tele.
Archeologia
Scienziati e archeologi possono lavorare fianco a fianco. Accade ad esempio per gli scavi di Torcello portati avanti da Ca’ Foscari, dove la conoscenza storica degli archeologi e quella degli scienziati viene messa subito in connessione grazie a un laboratorio a bordo scavo. Obiettivo è rompere la tradizione che vede scavo e conservazione come due momenti separati e successivi.
Testo da Ufficio Comunicazione Università Ca’ Foscari Venezia.
L’Università Ca’ Foscari a Venezia, foto di Stefano Remo, daWikipediaCC BY-SA 3.0.

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