Il mistero di una mano in bronzo che gli archeologi svizzeri definiscono la più antica rappresentazione in metallo di una parte del corpo umano mai trovata in Europa si candida ad essere una delle cinque scoperte dell’International Archaeological Discovery Award indetto per il quinto anno dalla BMTA di Paestum.

Il raro manufatto risale all’Età del Bronzo e potrebbe essere stato utilizzato per scopi rituali. L’oggetto risale a 3.500 anni fa e riproduce una mano in bronzo, leggermente più piccola del vero, dal peso di circa di mezzo chilo. Alla vista, presenta una sorta di polsino in oro e una cavità interna; gli studiosi pensano si potesse montare su un bastone o addirittura su una statua. Il rinvenimento dell’oggetto è stato del tutto casuale e risale al 2017 nei pressi di Bienne, nella zona occidentale del cantone di Berna, ad opera di alcuni cacciatori di tesori che stavano utilizzando un metal detector per le loro ricerche. La mano è stata consegnata immediatamente alle autorità locali assieme ad un pugnale di bronzo e ad alcune ossa. La datazione del reperto al radiocarbonio e nello specifico di una piccola porzione di colla organica usata per attaccare una laminetta in oro ha permesso di collocare l’oggetto ad una fase molto antica risalente all’età del bronzo medio e quindi tra il 1.500 – 1.400 a.C.

Svizzera, la più antica mano in metallo trovata in Europa_1
Svizzera, la più antica mano in metallo trovata in Europa_1

Gli studiosi hanno così deciso di ispezionare la zona e ad approfondire le ricerche tramite uno scavo archeologico. Questo ha infatti portato all’individuazione di una tomba gravemente danneggiata, situata su un altopiano che domina il Lago di Bienne, vicino al villaggio di Preles. Nella sepoltura, il team guidato da Schaer, ha scoperto le ossa di un uomo di mezza età, una lunga spilla di bronzo, una spirale di bronzo forse utilizzata come ferma capelli e frammenti di una lamina d’oro coincidenti con quella che decora il polsino della mano di bronzo. Tra i reperti recuperati anche un dito della mano, segno che la posizione originaria del reperto era all’interno della sepoltura.

Gli oggetti metallici nelle sepolture dell’età del bronzo sono rari e ancora più raro l’oro e quindi la scoperta è unica in Europa e forse anche oltre i confini europei.

L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” è l’unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.

Il Direttore della Borsa Ugo Picarelli e il Direttore di Archeo Andreas Steiner hanno condiviso questo cammino in comune, consapevoli che “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”. Il Premio, dunque, si caratterizza per divulgare uno scambio di esperienze, rappresentato dalle scoperte internazionali, anche come buona prassi di dialogo interculturale.

La Cerimonia di Consegna si svolgerà venerdì 15 novembre in occasione della XXII BMTA, a Paestum dal 14 al 17 novembre 2019.

Inoltre, sarà attribuito online uno “Special Award” alla scoperta archeologica che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico attraverso la pagina Facebook della Borsa dal 17 giugno al 30 settembre.

Le cinque scoperte archeologiche del 2018 candidate per la vittoria della quinta edizione sono:

  • Bulgaria: nel Mar Nero il più antico relitto intatto del mondo;
  • Egitto: a sud del Cairo un laboratorio di mummificazione;
  • Giordania: il pane più antico del mondo;
  • Italia: iscrizione e dimore di pregio scoperte a Pompei;
  • Svizzera: la più antica mano in metallo ritrovata in Europa.

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