13 – 17 Aprile 2015
Si continua a parlare della grotta di El Mirón, nella regione spagnola della Cantabria, nota soprattutto per la sua “Signora Rossa” (Red Lady), una donna morta tra i 35 e i 40 anni, le cui ossa furono ricoperte di pigmento rosso. Questa volta, l’analisi dei microresti di tartaro da individui provenienti dalla grotta (inclusa la Signora Rossa) indica una dieta mista che comprendeva piante provenienti da diversi ambienti, e integrate con cibi di origine animale (cervi rossi e stambecchi) e da funghi come il boleto, il cui consumo, in particolare, sarebbe probabile.
Una dieta insomma differente da quella che si ritrova nel resto dell’Europa nord occidentale nella fase Magdaleniana del Paleolitico Superiore, e che era invece caratterizzata da “cacciatori di renne”. In particolare, il consumo di funghi a El Mirón sarebbe il primo attestato (ma lo si ricordi, ad esempio, per Ötzi, nel Calcolitico e in etnografia.

Lo studio “Microremains from El Mirón Cave human dental calculus suggest a mixed plant-animal subsistence economy during the Magdalenian in Northern Iberia”, di Robert C. Power, Domingo C. Salazar-García, Lawrence G. Straus, Manuel R. González Morales, Amanda G. Henry, è stato pubblicato sul Journal of Archaeological Science.
Link: Journal of Archaeological Science; Max Planck Gesellschaft

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