Importante scoperta sull’acropoli di Velia. Nell’area sacra della città sono stati rinvenuti i resti del tempio arcaico dedicato ad Atena.

Nel corso della campagna di scavi appena conclusasi, gli archeologi del Parco Archeologico di Paestum e Velia tramite diversi saggi impostati in diversi punti dell’acropoli di Velia, hanno individuato i resti di un importante edificio sacro e hanno maggiormente compreso l’organizzazione iniziale dell’area sacra di Velia e la cronologia dei suoi più importanti edifici.

Acropoli di Velia Tempio arcaico di Atena
Acropoli di Velia, nuove scoperte. Foto: Parco Archeologico di Paestum-Velia

Dagli scavi degli anni ’20, poi proseguiti con discontinuità fino agli anni ’90, si ipotizzava l’esistenza di una struttura sacra arcaica precedente la realizzazione del tempio maggiore dell’acropoli di Velia; in particolare si pensava ad una sua collocazione sul terrazzo più elevato della punta occidentale dell’acropoli.

Gli scavi hanno confermato l’esistenza di un edificio sacro, la collocazione, la planimetria, la cronologia e il rapporto con strutture più recenti.

Acropoli di Velia Tempio arcaico di Atena
Acropoli di Velia, nuove scoperte: riemerge il tempio arcaico di Atena. Foto: Parco Archeologico di Paestum-Velia

Gli archeologi del Parco hanno infatti rinvenuto resti di muri realizzati in mattoni crudi, intonacati e fondati su zoccolature in blocchi accostati in poligonale, tecnica utilizzata anche per la costruzione delle case arcaiche rinvenute lungo le pendici dell’acropoli.

Acropoli di Velia
Acropoli di Velia, nuove scoperte. Foto: Parco Archeologico di Paestum-Velia

Tali evidenze mettono in luce la presenza di un edificio rettangolare di circa 18 metri ed ampio 7 pavimentato internamente con un piano in terra battuta e tegole e sul quale gli archeologi in posizione di crollo hanno rinvenuto numerosi elementi dell’alzato, ceramiche dipinte, vasi con iscrizioni “IRE” e numerosi frammenti metallici riconducibili ad armature tra i quali spiccano un elmo calcidese e un altro di tipo “Negau”, entrambi in ottimo stato di conservazione.

“I rinvenimenti archeologici presso l’acropoli di Elea-Velia lasciano ipotizzare una destinazione sacra della struttura – dichiara il Direttore Generale dei Musei e Direttore Avocante del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Massimo Osanna. Con tutta probabilità in questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla dea Athena dopo la battaglia di Alalia, lo scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea e una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi, tra il 541 e il 535 a.C. circa, al largo del mar Tirreno, tra la Corsica e la Sardegna. Liberati dalla terra solo qualche giorno fa, i due elmi devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. Al loro interno potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati. Certo si tratta di prime considerazioni che già così chiariscono molti particolari inediti di quella storia eleatica accaduta più di 2500 anni fa.”

Acropoli di Velia
Acropoli di Velia, nuove scoperte. Foto: Parco Archeologico di Paestum-Velia

Le indagini archeologiche hanno inoltre permesso di chiarire meglio la cronologia del tempio di Atena. Una sua prima fase sarebbe riconducibile ad una fase posteriore rispetto alla struttura portata in luce recentemente, in seguito, in età ellenistica, l’area subì una risistemazione con la realizzazione di una stoà monumentale che cingerà il tempio e maggiore e coprirà tutte le fasi precedenti.

La struttura del tempio più antico avrebbe una datazione al 540-530 a.C., negli anni successivi alla battaglia di Alalia, mentre la struttura più recente che si credeva essere di epoca ellenistica, avrebbe una prima fase databile al 480-450 a.C. per poi subire una ristrutturazione intorno al IV secolo a.C.

Acropoli di Velia, nuove scoperte. Foto: Parco Archeologico di Paestum-Velia

Fa notare Osanna che è possibile quindi che i Focei, in fuga da Alalia, l’abbiano innalzato subito dopo il loro arrivo, com’era loro abitudine, dopo aver acquistato dagli abitanti del posto la terra necessaria per stabilirsi e riprendere i floridi commerci per i quali erano famosi.

E alle reliquie da offrire alla loro dea per propiziarne la benevolenza, aggiunsero le armi strappate ai nemici in quell’epico scontro in mare che di fatto aveva cambiato gli equilibri di forza nel Mediterraneo.

Tempio arcaico di Atena
Acropoli di Velia, nuove scoperte. Foto: Parco Archeologico di Paestum-Velia

“Il lavoro ha condotto, grazie ad un’ampia squadra di professionisti e collaboratori, a dare risposta a questioni aperte da oltre settant’anni, su cui si sono espressi nel corso del tempo numerosi eminenti studiosi. I risultati hanno chiarito topografia, architettura, destinazione d’uso e cronologia delle varie fasi dell’Acropoli, dall’età del Bronzo al periodo ellenistico. – dichiara l’archeologo del Parco, Francesco Uliano Scelza – Adesso si lavora ad ulteriori progetti che la presente ricerca ha ispirato, di fruizione, studio e valorizzazione. Tra questi, la rimodulazione dell’Acropoli, da rendere visibile e visitabile in ogni sua parte e la rielaborazione dei luoghi espositivi della Cappella Palatinae e della chiesa di Santa Maria, in modo da rendere ancora più attraente il già suggestivo paesaggio di Velia.”

 

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