22 Luglio 2015
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Quando pensiamo all’Amazzonia, la prima idea che passa per la mente – al di là del disboscamento – è quella di un ambiente completamente incontaminato. E così si riteneva pure fino al ventesimo secolo. Nonostante le prove di attività umane nell’area in tempi precedenti l’arrivo degli Europei, questa visione continua ad essere popolare.
Un nuovo studio prende in esame l’Amazzonia sotto questo profilo, con particolare attenzione all’aspetto agricolo: qui sarebbero state domesticate ben 83 specie native di piante, comprendendo la patata dolce, il tabacco, il cacao, l’ananas, la cassava e i peperoncini. L’attività implica anche un paesaggio su cui ha influito la presenza umana nel territorio: vi sarebbero stati 8 milioni di persone che vivevano qui nel 1492, e che impressionarono gli spagnoli per la loro salute e per l’abbondanza di cibo.
La ricerca conclude che la Foresta amazzonica non era meno diversificata o popolata di altri ambienti forestali al mondo, prima dell’arrivo degli Europei. E che ci sarebbe da imparare dagli antichi abitanti dell’Amazzonia, sul come ricavare cibo da questo ambiente senza distruggerlo, pur sostenendo società complesse.

Lo studio “The domestication of Amazonia before European conquest”, di , , , , , , , è stato pubblicato su Proceedings B della Royal Society.
Link: The Royal Society – Proceedings B; Live Science; Archaeology News Network.
Vista aerea della foresta pluviale amazzonica, foto da WikipediaCC BY 3.0, caricata da e di Jorge.kike.medina.
 

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