Cultura

Da domani (N.d.R.: oggi) al Mudec due mostre raccontano un inedito Kandinskij e la storia della comunità cinese a Milano dal 1906

“Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione”, dal 15 marzo al 9 luglio nelle sale espositive al primo piano, e “Chinamen. Un secolo di cinesi a Milano” dal 15 marzo al 17 aprile nello spazio Khaled alAsaad.

Milano, 14 marzo 2017 – Da domani il Mudec apre le porte dei suoi spazi espositivi temporanei a due nuove mostre, molto diverse tra loro ma entrambe tese alla valorizzazione dell’importanza dei contributi culturali provenienti da ogni parte del mondo per la nascita di nuovi linguaggi e per la crescita di comunità culturalmente più ricche e aperte al dialogo.

“Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione”, in programma dal 15 marzo al 9 luglio

Dal 15 marzo al 9 luglio Vasilij Kandinskij è il protagonista di una mostra dal taglio inedito, con 49 sue opere che raccontano il periodo che porta alla svolta completa verso l’astrazione, e 85 tra icone, stampe popolari ed esempi di arte decorativa che ne hanno profondamente influenzato il linguaggio.
Le opere, alcune delle quali mai viste prima in Italia, provengono dai più importanti musei russi, come l’Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Tret’jakov, il Museo di Belle Arti A.S. Puškin e il Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare di Mosca.
L’esposizione, che cade nell’anno del centenario della Rivoluzione russa e a ridosso delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’artista, è promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, che ne è anche il produttore, e curata da Silvia Burini, professoressa di Storia dell’Arte Russa e direttrice del Centro Studi Sulle arti della Russia CSAR Università Ca’ Foscari Venezia, e Ada Masoero, critico d’arte e giornalista.
“Il linguaggio artistico di Kandinskij si forma nella tradizione culturale russa, come questa mostra mette in luce con grande profondità nelle suggestioni, nei modelli, nell’uso dei colori che l’artista apprende ed elabora – afferma l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. La nuova concezione della rappresentazione del reale così formata nella poetica di Kandinskij ne condiziona fortemente tutti gli sviluppi artistici successivi, segnando un autentico punto di non ritorno”.
“Investire su una realtà museale come quella del Mudec, che si distingue per l’interculturalità e l’interdisciplinarietà, è una sfida che siamo orgogliosi di avere raccolto come realtà privata – afferma l’Amministratore Delegato del Gruppo 24 ORE Franco Moscetti -. La conferma a proseguire in questo impegno ci arriva sia dalla grande affluenza di pubblico, che registra oltre 800 mila presenze da marzo 2015 a oggi, sia dall’autorevolezza raggiunta a livello internazionale da 24 ORE Cultura che inaugura la stagione 2017 del MUDEC con le mostre “Kandinskij” e “Dinosauri” in collaborazione con importanti istituzioni russe e argentine.”
Dipinti, acquerelli, disegni e incisioni di Kandinskij, antiche icone, stampe, tessuti e oggetti di arte applicata consentiranno allo spettatore – che avrà a disposizione, lungo il percorso, anche installazioni multimediali integrate, ideate e curate da Giuseppe Barbieri, professore di Storia dell’arte moderna all’Università Ca’ Foscari Venezia – di comprendere l’origine e lo sviluppo del codice simbolico dell’artista, in un viaggio “immersivo” tra le sue fonti visive.

“Chinamen. Un secolo di cinesi a Milano” dal 15 marzo al 17 aprile nello spazio Khaled alAsaad

Dal 15 marzo il Mudec Museo delle Culture ospita anche, nello spazio Khaled alAsaad al piano terra, la mostra “Chinamen. Un secolo di cinesi a Milano”.
L’esposizione è il frutto degli studi del sinologo Daniele Brigadoi Cologna dell’Università degli Studi dell’Insubria, che ha coordinato una ricerca partecipata con un gruppo di giovani studenti dell’Università degli Studi di Milano e dell’Insubria, attingendo dagli archivi fotografici pubblici e privati delle antiche famiglie italo-cinesi di Milano.
In mostra anche le illustrazioni dell’artista Matteo Demonte, autore del documentario a disegni animati, co-prodotto dal Mudec, dall’omonimo titolo “Chinamen” e della graphic novel dal medesimo titolo, che è anche catalogo della mostra.
Con un focus particolare sul periodo delle origini storiche della migrazione cinese (1906-1946), “Chinamen” invita a scoprire, attraverso immagini, oggetti e testimonianze dirette, un percorso di storia inedito: la nascita dell’identità sino-milanese e le trasformazioni del quartiere di via Canonica, Sarpi e Porta Volta in Chinatown, articolando, sul filo della memoria ritrovata, una riflessione sul presente e sulla città.
Milano è a un tempo ribalta e retroscena di un’epopea che, nonostante le asprezze del ventennio fascista, in cui i cinesi subirono l’impatto delle leggi razziali e durante la guerra furono in gran parte internati in campo di concentramento, si è costruita nell’intimità delle stradine, delle botteghe e delle case di ringhiera dello storico “borgo degli ortolani” di Porta Volta, per poi aprirsi alla metropoli intera. Grazie alla stretta interazione con gli abitanti del quartiere e della città, i primi cinesi misero radici salde in questa città che ha saputo farne una comunità dinamica e coesa, emblema dell’operosità sia cinese sia milanese.
La mostra, dal prezioso valore storiografico, è la conclusione del programma culturale “Milano Città Mondo #02 Cina”, organizzato dall’Ufficio Reti del Comune di Milano e dal Mudec con la collaborazione del Forum della Città Mondo, che mira, ogni anno, ad approfondire la cultura e le modalità di insediamento di una delle numerose comunità presenti nel territorio milanese
L’ingresso alla mostra “Chinamen” è gratuito.

Come da Comune di Milano.

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