Nel 1969, dopo i grandi successi di Fumo di Londra e Il medico della mutua, Alberto Sordi scrive, dirige e interpreta un film drammaticamente attuale, che delinea i tratti di una borghesia falsamente aperta al progresso e, solo verbalmente, interessata alla parità dei sessi. Stiamo parlando di Amore mio aiutami.
Raffaella (Monica Vitti) e Giovanni (lo stesso Sordi) si dichiarano una coppia moderna e priva di pregiudizi. Sembrano felicemente sposati da 10 anni, ma sotto la patina di perfezione si nasconde un profondo segreto: lei, inizia a provare una forte attrazione per uno sconosciuto, incontrato ad un concerto. Non riesce a toglierselo dalla testa, arrivando a confessare tutto al marito, che entra in una profonda crisi sentimentale. Inizia un gioco emotivo terrificante. Lei pretende supporto psicologico dal marito, da cui non riesce a distaccarsi ma che, probabilmente, non ama più. Dopo mille tentativi di indulgenza, Giovanni butterà giù ogni forma di pazienza e progresso, sfociando in una violenza fisica, tipica di quella condizione maschile da cui tanto, diceva, di voler prendere le distanze. Le cose sembrano tornare “alla normalità”, ma non sarà proprio così…
Amore mio aiutami è un film complesso che passa da momenti comici e frizzanti ad altri terrificanti. Nessuno dei protagonisti esce da vincitore in una vicenda cruda e dolorosa che risulta lo specchio fedele della società italiana di quegli anni, un periodo di grandi trasformazioni sociali e culturali. La lotta per l’emancipazione femminile e la discussione sul divorzio erano temi caldissimi che scuotevano le coscienze e mettevano in discussione modelli familiari e relazionali consolidati. Il personaggio di Sordi è la perfetta rappresentazione di una irrazionalità maschile ingestibile, di fronte a situazioni di coppia spiacevoli. Ritorna a quegli schemi di onnipotenza maschile di fronte ad una donna, pensa di risolvere quei problemi usando violenza, vantando le sue gesta con gli amici ed eliminando tutte le buone premesse rappresentate nella prima parte del film dove, a tratti, si empatizza con la sua disperazione. La Vitti è sublime, forse interpreta uno dei suoi ruoli più complessi, divisa tra dramma e comicità sopra le righe. Raffaella è la vittima di un progresso dichiarato ma ancora non compreso, è incapace di muoversi sentimentalmente e subisce: subisce violenza, subisce l’impossibilità di un confronto psicologico, subisce il suo essere donna in una società patriarcale.
La scena di violenza sulla spiaggia segna una svolta drammatica nel film, offrendo un’interpretazione complessa e controversa. La reazione del pubblico, sia all’epoca che oggi, evidenzia come la comicità di Sordi e la presenza magnetica della Vitti possano talvolta velare la gravità dell’atto rappresentato. Con cruda sincerità, il regista ci mostra la brutalità di una reazione maschile, esasperata e violenta, di fronte a una crisi sentimentale. L’opera denuncia, con forza, una realtà purtroppo ancora diffusa. Piccola curiosità: la controfigura di Monica era una giovanissima Fiorella Mannoia.
Amore mio aiutami rappresenta il secondo capitolo di una proficua collaborazione artistica, e amichevole, tra Monica Vitti e Alberto Sordi, un sodalizio che ha dato vita ad alcuni dei film più significativi della commedia nostrana. I due attori si incontrarono sul set, per la prima volta, cinque anni prima, ovvero nel 1964 per la commedia fantascientifica Il disco volante, diretta da Tinto Brass (prima della sua lunga parentesi erotica) dove Sordi interpreta ben quattro personaggi divertentissimi, anticipando lo stile del suo futuro collega Carlo Verdone. Per Monica Vitti si trattava di uno dei primi ruoli puramente comici della sua carriera, ufficialmente esplosa con il film campione d’incassi La ragazza con la pistola (1968), di Mario Monicelli. Quando la pellicola uscì nelle sale fu pubblicizzata sui manifesti e sui giornali con la dicitura “Il medico della mutua ha sposato la ragazza con la pistola!”, per richiamare i successi cinematografici degli interpreti avvenuti l’anno precedente.
Gli altri titoli interpretati dai due straordinari attori sono Le coppie (1970), Polvere di stelle (1973) e Io so che tu sai che io so (1982).
Amore mio aiutami è un film che ha superato la prova del tempo, mantenendo intatta la sua capacità di emozionare e far riflettere. La bravura di Sordi come attore e regista e di Monica Vitti, l’attualità delle tematiche trattate e la profondità della sceneggiatura scritta dallo stesso regista, da Rodolfo Sonego e da Tullio Pinelli, lo rendono un classico del cinema italiano.