È stato presentato questa mattina il progetto vincitore per la copertura dell’arena del Colosseo dal Ministro della Cultura Dario Franceschini e dal direttore del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo.
“Ancora un passo avanti verso la ricostruzione dell’arena, un progetto ambizioso che aiuterà la conservazione e la tutela delle strutture archeologiche recuperando l’immagine originale del Colosseo e restituendogli anche la sua natura di complessa macchina scenica”.
Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, commenta l’esito della procedura di gara gestita dal Parco del Colosseo insieme a Invitalia per l’affidamento della progettazione e della realizzazione del nuovo piano dell’arena dell’Anfiteatro Flavio.
Arena Colosseo. Foto: MIC
Il progetto nasce idealmente il 2 novembre 2014, quando il Ministro Dario Franceschini rilancia l’idea dell’archeologo Daniele Manacorda di restituire al Colosseo la sua arena. Il 1° settembre 2015 l’arena del Colosseo viene inserita tra i Grandi Progetti Beni Culturali con un finanziamento di 18,5 milioni di euro. Dal 2015 al 2020 si sono svolti numerosi studi e indagini per definire le modalità di realizzazione dell’intervento che hanno portato al bando di gara appena conclusosi.
Lo studio Milan Ingegneria si è aggiudicato la progettazione della nuova arena del Colosseo che, come previsto dal Documento di Indirizzo della Progettazione (DPI) elaborato dagli architetti, archeologi, restauratori e strutturisti del Parco Archeologico del Colosseo, sarà leggera, reversibile e sostenibile. Si entrerà così, a breve, nella fase operativa dell’ambizioso programma che prevede tecniche costruttive innovative, ecosostenibilità, uso di materiali appropriati e metodologie che permetteranno di garantire la sicurezza e la funzionalità del monumento più famoso al mondo.
Il team di lavoro mira a restituire l’immagine quanto più prossima all’idea originaria del Colosseo, pensato nel suo funzionamento come una complessa macchina scenica e che, al tempo stesso, cercherà di tutelare e conservare le strutture ipogee.
Il nuovo piano dell’arena sarà fruibile per l’intera superficie e apribile in diverse configurazioni con un sistema automatico al fine di ottimizzare i cicli di apertura e chiusura in funzione della corretta conservazione delle strutture ipogee; il pavimento sarà impostato alla stessa quota Flavia del preesistente piano ligneo permettendo la corretta relazione in tutti i punti di contatto tra l’esistente e il nuovo: lungo il perimetro, con gli accessi dal “corridoio di servizio”, dalla Porta Triumphalis e dalla Porta Libitinaria.
Come descritto nella presentazione del progetto il piano dell’arena sarà in legno di Accoya, ottenuto con un particolare processo che ne aumenta resistenza e durabilità con una scelta sostenibile che evita l’abbattimento di specie pregiate. Alcune porzioni del piano saranno costruite con pannelli mobili che, grazie a rotazione e traslazione, garantiranno flessibilità e renderanno possibile l’apertura delle strutture ipogee per illuminazione naturale.
A livello conservativo poi, 24 unità di ventilazione meccanica distribuite lungo il perimetro controlleranno la temperatura e l’umidità degli ambienti ipogei: in soli 30 minuti sarà garantito il ricambio completo dell’intero volume d’aria. Il piano proteggerà le strutture sottostanti dagli agenti atmosferici, riducendo il carico idrico con un sistema di raccolta e recupero dell’acqua piovana che alimenterà i bagni pubblici del monumento.
L’intervento consentirà di ripristinare la lettura integrale del monumento e permetterà al pubblico di comprendere appieno l’uso e la funzione di questa icona del mondo antico, anche attraverso eventi culturali di altissimo livello.
COLOSSEO, STORIA
La valle tra l’Oppio, il Palatino e il Celio fu urbanizzata a partire dal II secolo a.C. e fino all’età augustea; l’incendio che devastò Roma il 18 luglio del 64 d.C., sotto Nerone, determinò una modificazione profonda dell’assetto precedente e parte del territorio venne ad ospitare la Domus Aurea, la villa urbana di Nerone che si estendeva su 250 ettari e che comprendeva il grande lago artificiale dello Stagnum Neronis, un vasto specchio d’acqua cinto da un triportico colonnato di almeno 200 metri di lato e profondo non più di 4.
La costruzione della villa fu abbandonata alla morte di Nerone e la presa di potere di Vespasiano, il nuovo imperatore, determinò, dopo il risanamento dell’erario pubblico, la riorganizzazione urbanistica dell’area e l’edificazione, tra altri interventi pubblici, dell’Amphitheatrum novum sul sito del lago artificiale a partire dal 71 d.C.; lo ricorda Marziale: “Hic ubi conspicui venerabilis Amphitheatri/erigitur moles, stagna Neronis erant”.
Per i Romani era anche il Teatro per le cacce, nel Medioevo Colosseo e poi Anfiteatro Flavio. Il Colosseo fu costruito in poco più di otto anni e inaugurato dal figlio di Vespasiano, Tito, nell’80, con 100 giorni di spettacoli venatori, giochi gladiatori e battaglie navali. L’edificio inaugurato, tuttavia, non ancora completato, mancava di parte dell’attico e delle strutture ipogee dell’arena che saranno realizzate solo sotto Domiziano, insieme ai grandi edifici di servizio esterni come le caserme gladiatorie, i depositi delle armi, l’ospedale per i feriti, la caserma della flotta di Miseno, l’edificio per le spoglie dei gladiatori morti.
Incendi, terremoti e la necessità di mantenere in efficienza l’edificio determinarono restauri, aggiornamenti e modifiche fino al VI secolo, quando furono definitivamente interrotti i ludi gladiatori e l’edificio subì un inarrestabile abbandono, trasformandosi, a partire dal regno di Teoderico, in cava di materiale, poi residenza delle famiglie romane dei Frangipane e degli Annibaldi nel XII e XIII secolo e poi di nuovo e fino alla metà del Settecento a cavar marmi a Coliseo.