Medio Evo Archivi - Classicult https://www.classicult.it/category/antichita/medio-evo/ Dove i classici si incontrano. Cultura e culture Thu, 19 Jun 2025 22:08:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://www.classicult.it/wp-content/uploads/2018/08/cropped-tw-profilo-32x32.jpg Medio Evo Archivi - Classicult https://www.classicult.it/category/antichita/medio-evo/ 32 32 Berna: 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC https://www.classicult.it/berna-48-reperti-archeologici-restituiti-ai-carabinieri-tpc/ https://www.classicult.it/berna-48-reperti-archeologici-restituiti-ai-carabinieri-tpc/?noamp=mobile#respond Thu, 19 Jun 2025 21:00:20 +0000 https://www.classicult.it/?p=308789 Ambasciata d'Italia a Berna: 48 reperti archeologici restituiti al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC)

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AMBASCIATA D’ITALIA A BERNA: CERIMONIA PER LA RESTITUZIONE DI 48 REPERTI ARCHEOLOGICI AL COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE

Il 19 giugno 2025, nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Berna, l’Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado ha accolto il Generale di Divisione Francesco Gargaro, Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), durante la cerimonia per la restituzione allo Stato italiano di 48 beni culturali confiscati nell’ambito di procedimenti penali elvetici o provenienti da spontanee consegne di cittadini svizzeri che erano in possesso degli antichi manufatti. L’evento diplomatico testimonia l’importanza dei rapporti consolidati tra l’Ambasciata d’Italia a Berna, l’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, l’Ufficio Federale di Cultura Elvetico e il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nelle reciproche azioni di cooperazione internazionale, garantendo il ritorno ai territori di origine dei beni culturali depredati e condividendo così il fermo impegno per la difesa del patrimonio culturale e per il contrasto ai traffici illeciti di opere d’arte.

foto dalla cerimonia di restituzione foto dalla cerimonia di restituzione foto dalla cerimonia di restituzione

All’evento ha preso parte Carine Bachmann, Capo dell’Ufficio Federale di Cultura, Laura Antonelli Müdespacher, Capo Divisione Affari Internazionali della Fedpol, nonché Manfred Strick, Vicecapo Interpol/Europol, oltre a funzionari del Dipartimento Federale degli Affari Esteri, a testimonianza del proficuo legame di cooperazione tra l’Italia e la Svizzera, sviluppato attraverso efficaci strategie di collaborazione di polizia e consolidata prassi di diplomazia culturale.

Tra i beni restituiti figurano preziosi lotti di monete antiche, porzioni di pitture murali, manufatti in ceramica e oggetti in bronzo, riconducibili alle civiltà villanoviana, etrusca, romana, medioevale, nel periodo compreso tra il VII secolo a.C. e il medioevo, oltre a un dipinto di scuola italiana del 1700. Di particolare rilievo vi sono una fibula a navicella in bronzo del VII secolo a.C. di provenienza campana, una parte di affresco pompeiano riproducente le colombe che si abbeverano, un piattello etrusco del tipo genucilia e un anello in oro con sardonica incisa raffigurante Venere e Eros, mentre tra le monete è compreso un denaro in argento di Ludovico il Pio (814 – 840) ritenuto un conio estremamente raro, oltre a 9 ducati veneziani in oro.

una delle monete tra i 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna

una delle monete tra i 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna

Le analisi tecniche effettuate dai funzionari specializzati del Ministero della Cultura italiano sui pregevoli reperti hanno appurato la loro origine da scavi clandestini condotti in zone archeologiche del territorio italiano. Tali manufatti sono destinati da sempre al traffico illecito di beni culturali per scopi meramente collezionistici, comportando però l’irrecuperabile perdita dei dati scientifici essenziali per la loro contestualizzazione storica sul territorio di origine.

uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna uno dei 48 reperti archeologici restituiti ai Carabinieri TPC a Berna

La restituzione dei reperti è stata favorita anche dall’indispensabile compito di catalogazione e censimento delle immagini fotografiche dei beni interessati, che ha permesso di accertare la provenienza e l’appartenenza al patrimonio culturale italiano.

Berna, 19 giugno 2025

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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Certosa di San Martino: dal 19 giugno 2025 riaprono i Sotterranei gotici con aperture straordinarie serali e visite guidate https://www.classicult.it/certosa-di-san-martino-dal-19-giugno-2025-riaprono-i-sotterranei-gotici-con-aperture-straordinarie-serali-e-visite-guidate/ https://www.classicult.it/certosa-di-san-martino-dal-19-giugno-2025-riaprono-i-sotterranei-gotici-con-aperture-straordinarie-serali-e-visite-guidate/?noamp=mobile#respond Tue, 17 Jun 2025 09:29:11 +0000 https://www.classicult.it/?p=308557 Certosa di San Martino  - dal 19 giugno 2025 riaprono i Sotterranei gotici: aperture straordinarie serali e visite guidate alla scoperta delle origini della Certosa

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Certosa di San Martino  – dal 19 giugno 2025 riaprono i Sotterranei gotici: aperture straordinarie serali e visite guidate alla scoperta delle origini della Certosa

19 e 26 giugno, 3 luglio 2025, ore 17.00-21.00

Certosa di San Martino: un'immagine dai sotterranei gotici

Tornano visitabili i Sotterranei gotici della Certosa di San Martino, in occasione delle tre aperture straordinarie promosse dai Musei nazionali del Vomero per i prossimi giovedì 19 giugno, 26 giugno e 3 luglio.

Tre appuntamenti che apriranno il museo al pubblico in orario serale, dalle 17.00 alle 21.00 (con ultimo ingresso alle ore 20.00), durante i quali sarà possibile visitare il Cortile monumentale e la Chiesa, la Sezione Presepiale, il Chiostro dei Procuratori, la Cona dei Lani e l’Androne delle Carrozze, la Sezione Navale, il Quarto del Priore, il Chiostro grande e la Tavola Strozzi.

I Sotterranei gotici, a lungo rimasti chiusi al pubblico, saranno visitabili su prenotazione in due turni, il primo alle 17.00 e il secondo alle 18.45.

Le visite, a cura del Direttore ad interim Luigi Gallo e degli storici dell’arte del museo, accompagneranno i visitatori nella suggestiva architettura delle fondamenta trecentesche della Certosa, tra le rare testimonianze dell’originaria struttura di epoca angioina, e attraverso la preziosa raccolta di portali e sculture provenienti da edifici oggi perduti, che vi è conservata.

Il percorso di visita si concluderà con un approfondimento su una delle opere iconiche del Museo di San Martino, la Tavola Strozzi, prima veduta di Napoli realizzata nella seconda metà del Quattrocento, finalmente restituita alla luce con un importante intervento di relamping.

La partecipazione alle visite guidate è compresa nel biglietto di ingresso al museo (ordinario € 6, ridotto 18-25 anni € 2, gratuito fino ai 18 anni e aventi diritto), ed è aperta a un massimo di 25 visitatori per turno, con prenotazione obbligatoria alla mail accoglienza.sanmartino@cultura.gov.it. Sarà possibile prenotarsi dal lunedì precedente al giorno della visita, fino al raggiungimento del numero massimo previsto di partecipanti, precisando il turno per il quale si richiede la prenotazione.

Info

Certosa di San Martino
Largo San Martino, 5 – 80129 Napoli
accoglienza.sanmartino@cultura.gov.it

museicampania.cultura.gov.it

facebook.com/museodisanmartino | instagram.com/sanmartinomuseo | x.com/museosanmartino

 

Testo e foto dall’Ufficio Promozione Comunicazione e Stampa Direzione regionale Musei nazionali Campania

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Un museo per il Castello angioino-aragonese di Calvi Risorta – l’Accordo di valorizzazione https://www.classicult.it/accordo-valorizzazione-museo-per-il-castello-angioino-aragonese-di-calvi-risorta/ https://www.classicult.it/accordo-valorizzazione-museo-per-il-castello-angioino-aragonese-di-calvi-risorta/?noamp=mobile#respond Mon, 16 Jun 2025 18:56:06 +0000 https://www.classicult.it/?p=308567 Presentato l’Accordo di valorizzazione per il Castello angioino-aragonese di Calvi Risorta, che sarà sede di un museo

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Direzione regionale Musei nazionali Campania: Presentato l’Accordo di valorizzazione per il Castello angioino-aragonese di Calvi Risorta – sarà sede di un museo

16 giugno 2025, ore 11.00  – Aula Consiliare Comune di Calvi Risorta

nella foto, il Castello angioino-aragonese di Calvi Risorta

Lunedì 16 giugno 2025 alle ore 11.00, nell’Aula consiliare del Comune di Calvi Risorta, la Direzione regionale Musei nazionali Campania ha presentato l’Accordo di valorizzazione del Castello angioino-aragonese di Calvi Risorta.

L’accordo rappresenta uno strumento di collaborazione e progettazione culturale che segna un passo importante verso la riscoperta delle radici storiche e culturali della comunità locale. Definisce gli obiettivi, le strategie e le linee guida per potenziare la valorizzazione e la fruizione di questo straordinario monumento, che si inserisce in un contesto storico-archeologico di grande rilevanza.

L’intesa è stata sottoscritta dalla Direzione regionale Musei nazionali Campania, rappresentata dalla Direttrice ad interim, Luana Toniolo, e dal Comune di Calvi Risorta, proprietario del bene, rappresentato dai componenti della Commissione straordinaria, Giuseppina Ferri e Francesco Massidda.

Un museo per il Castello angioino-aragonese di Calvi Risorta – l’Accordo di valorizzazione, Gallery

foto di gruppo dei partecipanti all'Accordo di Valorizzazione per il Castello angioino-aragonese di Calvi Risorta foto del Comune di Calvi Risorta

Dopo i saluti istituzionali dei commissari straordinari, la Direttrice regionale ad interim ha illustrato il progetto condiviso di promozione e fruizione pubblica del patrimonio culturale del Castello angioino-aragonese.

Al termine dei lavori si è proceduto alla sottoscrizione del progetto scientifico-culturale per la realizzazione di una sede museale presso il Castello angioino-aragonese.

La presentazione del progetto di valorizzazione condivisa e integrata del Castello angioino-aragonese arriva a conferma dell’impegno e degli sforzi del Ministero della Cultura, rappresentato dalla Direzione regionale Musei nazionali Campania e dalla Direzione del Teatro romano e area archeologica dell’antica Cales, che intende promuovere la valorizzazione del patrimonio archeologico di Cales, attraverso un programma strutturato e articolato per la promozione del suo territorio, anche mediante l’istituzione di un Museo archeologico nazionale, che possa raccontarne la storia, dalle fasi aurunche al Tardo medioevo.

Foto dall’Ufficio Promozione Comunicazione e Stampa Direzione regionale Musei nazionali Campania.

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Van Eyck e le miniature rivelate, 50 capolavori dalla raccolta di manoscritti di Palazzo Madama, la mostra https://www.classicult.it/van-eyck-e-le-miniature-rivelate-50-capolavori-dalla-raccolta-di-manoscritti-di-palazzo-madama-la-mostra/ https://www.classicult.it/van-eyck-e-le-miniature-rivelate-50-capolavori-dalla-raccolta-di-manoscritti-di-palazzo-madama-la-mostra/?noamp=mobile#respond Thu, 22 May 2025 15:44:34 +0000 https://www.classicult.it/?p=305664 Van Eyck e le miniature rivelate, 50 capolavori dalla raccolta di manoscritti di Palazzo Madama, la mostra a Torino

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VAN EYCK E LE MINIATURE RIVELATE – 50 capolavori dalla raccolta di manoscritti di Palazzo Madama, la mostra a cura di Simonetta Castronovo

Palazzo Madama
Corte Medievale
Piazza Castello – Torino

23 maggio – 8 settembre 2025

Apre al pubblico giovedì 23 maggio il progetto espositivo Van Eyck e le miniature rivelate, curato da Simonetta Castronovo, conservatrice di Palazzo Madama, e realizzato in partnership con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino.

La mostra nasce dalla volontà di valorizzare e approfondire la conoscenza della collezione di manoscritti e miniature ritagliate (cuttings) del Museo Civico d’Arte Antica di Torino, costituita da 20 codici miniati, 10 incunaboli e da un ricco fondo di 80 tra fogli e miniature ritagliate, databili tra il XIII e il XVI secolo raramente esposta perché particolarmente delicata.

Il progetto intende svelare e illustrare al pubblico un patrimonio che pochi conoscono, affiancando alle vetrine una grafica che, oltre a inquadrare ciascun volume e ciascun frammento nel giusto contesto geografico e stilistico, apra anche degli approfondimenti sia sulle tecniche di realizzazione dei manoscritti e i materiali impiegati, sia sulle biblioteche nel Medioevo e nel Rinascimento e sulla circolazione dei libri in questo periodo.

Il progetto ha preso avvio nel 2021, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici (prof. Fabrizio Crivello) e il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino (prof. Angelo Agostino), e il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale (prof. Maurizio Aceto). Il primo intervento è consistito nella schedatura sistematica dei materiali e in una campagna fotografica di tutte le opere prese in esame, seguite da una campagna di analisi scientifiche (quali misurazioni con le tecniche FORS e XRF riguardanti i supporti, i pigmenti, le dorature). La mostra nasce quindi dalla volontà di presentare, terminati i rilevamenti e le ricerche su questo fragile patrimonio, gli esiti degli approfonditi studi appena conclusi.

mostra Van Eyck e le miniature rivelate, 50 capolavori dalla raccolta di manoscritti di Palazzo Madama. Gallery, crediti per le foto: Studio Gonella

Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella Van Eyck e le miniature rivelate Crediti Studio Gonella

L’esposizione è articolata in sei sezioni cronologiche. Aprono la mostra, all’interno della sezione dedicata al Duecento e al Trecento, gli Statuti della Città di Torino del 1360 (manoscritto noto come Codice delle Catene, oggi conservato nell’Archivio Storico del Comune), un volume di grande importanza politica e simbolica per Torino, dal momento che racchiude i primi ordinamenti che regolavano la vita cittadina e i rapporti del Comune con i conti di Savoia; quindi, due statuti di Corporazioni medievali, la Matricola degli orefici e quella dei Cordovanieri di Bologna, e infine una Bibbia del 1280, autentico capolavoro del Duecento bolognese.

Al Gotico internazionale e lombardo appartengono una serie di frammenti provenienti da raffinati Libri d’ore e Antifonari legati al gusto della corte dei Visconti, come il Giovanni Battista di seguace di Michelino da Besozzo; mentre nella sezione dedicata al XV secolo in Francia e nelle Fiandre sarà presentato il celebre codice delle Très Belles Heures de Notre Dame di Jean de Berry, noto anche come Heures de Turin-Milan, con miniature di Jan van Eyck, l’opera più preziosa in assoluto del Museo Civico di Torino, mai più esposto al pubblico dal 2019; affiancato da altre testimonianze dell’arte fiamminga e franco fiamminga, alcune giunte precocemente in Piemonte: come il Messale commissionato dalla famiglia Buschetti di Chieri, il Libro d’Ore di Simon Marmion e il Libro d’ore di Chalons-sur-Saone di Antoine de Lonhy, il pittore borgognone poi attivo tra Savoia, Valle di Susa, Torino e Chieri nell’ultimo quarto del Quattrocento. Risalenti al XV e XVI secolo e provenienti da Ducato di Savoia sono invece, il Libro d’Ore Deloche del Maestro del Principe di Piemonte e il Laudario della Confraternita di Santa Croce di Cuneo.

Seguono una quinta sezione, dedicata al Rinascimento, con il Messale del cardinale Domenico della Rovere miniato da Francesco Marmitta e numerosi frammenti, e infine quella dedicata agli incunaboli miniati, con il raro Libro d’Ore di Antoine Vérard (Parigi 1481-1486). Chiude la mostra il cosiddetto Libro di Lettere Astrologiche (1550), in realtà un manuale di calligrafia, forse realizzato per il giovane Emanuele Filiberto di Savoia, con straordinarie iniziali a inchiostro, ancora di ispirazione medievaleggiante.

La pubblicazione del catalogo sistematico di questa collezione, dove confluiranno anche i risultati delle indagini diagnostiche e che vede la collaborazione di ventisei specialisti di miniatura medievale e rinascimentale, è prevista per giugno 2025 per i tipi dell’Artistica Editrice di Savigliano.

In occasione della mostra “Van Eyck e le miniature rivelate” Palazzo Madama e il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino propongono tre conferenze di approfondimento con Fabrizio Crivello, Giovanna Saroni e Giovanni Carlo Federico Villa, per conoscere la tecnica della miniatura, la tradizione dei libri decorati, e alcuni dei protagonisti – in primis il fiammingo Jan van Eyck e l’emiliano Francesco Marmitta – che hanno contribuito a rendere questa pratica cruciale per lo sviluppo artistico tra Medioevo e Rinascimento. 

Lunedì 26 maggio ore 17.00

Le Ore di Torino-Milano e gli inizi della pittura fiamminga

con Fabrizio Crivello, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici

Mercoledì 4 giugno 2025, ore 17.00

I Libri d’Ore: preghiere e immagini per la devozione privata

con Giovanna Saroni, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici

Lunedì 30 giugno 2025, ore 17.00

In miniatura, rinascenze padane. Francesco Marmitta sulle vie del Po 

Con Giovanni C.F. Villa, Direttore di Palazzo Madama

Le conferenze sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.

Non è necessaria la prenotazione. Tutte le info sul sito

INFO UTILI:

SEDE ESPOSITIVA E DATE Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

piazza Castello, Torino

Dal 22 febbraio 2024

ORARI Lunedì e da mercoledì a domenica: 10.00 – 18.00. Martedì chiuso
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

BIGLIETTI Incluso nel biglietto di ingresso al museo: intero € 10,00 | ridotto € 8,00

Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card

INFORMAZIONI
e-mail:
palazzomadama@fondazionetorinomusei.it
telefono: 011 4433501

www.palazzomadamatorino.it


ATTIVITÀ PER IL PUBBLICO

in occasione della mostra “Van Eyck e le miniature rivelate”

QUATTRO PASSI NELLA MINIATURA MEDIEVALE

Laboratorio gratuito per ragazzi dai 10 anni in su. 18 giugno 2025, ore 14.00

Durata 1h30m

Laboratorio didattico a cura e con Paolo Crivellaro

Paolo Crivellaro – nelle vesti del mago dei colori Polyn de Quiers – svela i segreti della miniatura col suo armamentario di colori e strumenti, alcuni dei quali hanno lasciato temporaneamente il suo laboratorio per essere inseriti nel percorso di visita della mostra “Van Eyck e le miniature rivelate”: da qui il Mago dei colori partirà per soffermarsi sui materiali e sugli strumenti utilizzati dagli antichi amanuensi (pigmenti, leganti, penne di diversi volatili, ecc.) e per vedere i risultati sulle pagine dei manoscritti di Palazzo Madama.

Nella seconda parte del laboratorio i giovani partecipanti si sposteranno in giardino per scoprire la tecnica utilizzata per produrre gli inchiostri e gli acquarelli medievali che, a differenza di oggi, erano conservati in forma di pezzuole di tessuto: scopriremo insieme come si faceva a riattivarle per ottenere l’inchiostro da usare poi con una vera penna sulla pergamena.

Paolo Crivellaro ha un approccio ai colori che si può senz’altro definire multidisciplinare perché coinvolge, arte, botanica, zoologia, chimica e chimica antiquaria, geologia, ricerca archivistica e lessico medievale.

L’interesse nasce da una sfida della preadolescenza: nella spartana enciclopedia di casa le poche pagine dedicate alla miniatura medievale dicevano che le ricette dei suoi splendidi colori giacevano sepolte per sempre nel silenzio dei chiostri abbaziali. Una sentenza inaccettabile per un ragazzino affascinato da quegli splendori e confutata solo molti anni dopo (complice un volume di Franco Brunello) grazie alla riscoperta dei ricettari medievali ed ellenistici.

Da allora, oltre a impegnarsi nella ricerca archivistica, non ha mai smesso sia di sperimentare quelle ricette raccogliendo per la sua collezione minerali, terre, licheni, bacche, radici, legni, insetti e molluschi, sia di usarne i colori ottenuti nella miniatura su pergamena e nella pittura su tavola.

Prenotazione obbligatoria: t. 011442929; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

CICLO DI TRE CONFERENZE DI APPROFONDIMENTO

26 maggio -30 giugno 2025 Palazzo Madama

Sala Feste

In occasione della mostra “Van Eyck e le miniature rivelate” (23 maggio 8 settembre

2025) Palazzo Madama e il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino propongono tre conferenze di approfondimento con Fabrizio Crivello, Giovanna Saroni e Giovanni Carlo Federico Villa, per conoscere la tecnica della miniatura, la tradizione dei libri decorati, e alcuni dei protagonisti – in primis il fiammingo Jan van Eyck e l’emiliano Francesco Marmitta – che hanno contribuito a rendere questa pratica cruciale per lo sviluppo artistico tra Medioevo e Rinascimento.

Lunedì 26 maggio ore 17.00

Le Ore di Torino-Milano e gli inizi della pittura fiamminga

con Fabrizio Crivello, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica conserva una delle opere più importanti e controverse del Medioevo: le cosiddette Ore di Torino-Milano. Si tratta di una porzione di un manoscritto miniato ambiziosissimo voluto da Jean, duca di Berry (1340-1416): un monumentale Libro d’Ore che avrebbe dovuto competere con le grandi realizzazioni librarie promosse dai fratelli Carlo V, re di Francia (1364-1380), e Filippo l’Ardito, duca di Borgogna (1363-1404). La decorazione, avvenuta in fasi e campagne successive, fu avviata in Francia alla fine del Trecento e proseguì negli antichi Paesi Bassi fino alla metà del XV secolo. Qui intervennero alcuni pittori attivi intorno a Jan van Eyck, il protagonista del rinnovamento fiammingo, al quale sono attribuite due delle miniature del manoscritto torinese, tra le più celebri del basso Medioevo.

Fabrizio Crivello ha studiato all’Università di Torino e alla Scuola Normale di Pisa. Dal 2005 è docente di Storia dell’arte medievale e di Storia della miniatura presso l’Università degli studi di Torino. Si occupa principalmente dell’arte del primo e dell’alto Medioevo, con particolare

riferimento all’età carolingia e ottoniana. Altri ambiti di interesse sono le arti del colore e suntuarie di età romanica, le relazioni e gli scambi artistici tra l’Italia e i centri a nord delle Alpi, i rapporti con la tradizione dell’arte antica e tardoantica, la ricezione in Occidente di modelli bizantini e mediterranei.

Mercoledì 4 giugno 2025, ore 17.00

I Libri d’Ore: preghiere e immagini per la devozione privata

con Giovanna Saroni, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici

Il Libro d’Ore è stato definito a giusto titolo un best-seller del tardo Medioevo e del Rinascimento. Nacque in Europa verso la metà del XIII secolo e per circa tre secoli ebbe uno straordinario successo soprattutto a Nord delle Alpi, in Francia e nei Paesi Bassi. Si trattava di libri destinati alla devozione laica: contenevano le preghiere da recitare privatamente seguendo la liturgia delle ore, ed erano quasi sempre dotati di immagini e decorazioni che, oltre a scandire i testi più importanti, costituivano un utile supporto per la meditazione individuale. L’ampiezza e la sontuosità dell’apparato decorativo dipendevano dalla disponibilità economica del o della committente: esistevano copie lussuosissime, realizzate secondo precise indicazioni del destinatario, e copie più dozzinali create direttamente per la vendita.

Partendo dai numerosi Libri d’Ore conservati a Palazzo Madama, la conferenza si propone di indagare questa fortunata tipologia di libro manoscritto.

Giovanna Saroni si è formata a Torino, Firenze e Parigi. Dal 2012 è docente di Storia dell’arte medievale, Storia della miniatura e Storia dell’arte fiamminga all’Università degli studi di Torino. I suoi ambiti di ricerca privilegiati sono la cultura figurativa tra Piemonte, Valle d’Aosta e Savoia alla fine del Medioevo, con particolare riferimento all’arte di corte e ai miniatori attivi per i duchi di Savoia nel XV secolo; la decorazione dei libri miniati in Savoia e a Parigi nel Basso Medioevo; la storia del collezionismo tra Medioevo e età moderna; la fortuna del romanico e del gotico nell’arco alpino occidentale nell’Ottocento.

Lunedì 30 giugno 2025, ore 17.00

In miniatura, rinascenze padane. Francesco Marmitta sulle vie del Po

Con Giovanni C.F. Villa, Direttore di Palazzo Madama

È nella vicinia di San Paolo, dalla parte del borgo della Piazzola, che Francesco Marmitta prende casa e bottega. Lui, che da giovane si è formato a Ferrara, per poi girare il mondo assieme al fratello Niccolò, è nella natia Parma che infine torna nel 1496, da trentenne ricco e celebrato per la sua altissima arte. Ed è qui, nel casalingo laboratorio, che nel 1501 termina di miniare un messale ordinato dal cardinale Domenico della Rovere per la cattedrale di Torino, esito di oltre tre anni di lavoro. Un capolavoro capace di esprimere tutta la vitalità di un Rinascimento padano che, accanto all’architettura, la scultura e la pittura, ha ancora la miniatura quale segno prezioso di una stagione al tramonto, capace nella poesia di Marmitta di conciliare le novità del tempo con le suggestioni classiche e il gusto di nostalgiche corti.

Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama e Presidente dell’Ateneo di Scienze

Lettere ed Arti di Bergamo, è docente di Storia dell’Arte Moderna e di Museologia e Museografia all’Università degli Studi di Bergamo. Già componente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici del Ministero della Cultura (2019-2022), è stato direttore onorario dei Musei Civici di Vicenza e Conservatoria Pubblici Monumenti (2015-2018). Ha curato numerosi progetti espositivi all’estero e in Italia, tra cui quelli per le Scuderie del Quirinale di Roma (2006-2013). Autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e monografie, numerose sono le sue presenze divulgative relative al patrimonio artistico nazionale sui principali canali radiotelevisivi italiani e stranieri.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Non è necessaria la prenotazione.

Testi e immagini dall’Ufficio Stampa Fondazione Torino Musei

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Nuovo documento sul poeta lucchese Bonagiunta Orbicciani lo attesta in vita nel 1274 https://www.classicult.it/nuovo-documento-sul-poeta-lucchese-bonagiunta-orbicciani-lo-attesta-in-vita-nel-1274/ https://www.classicult.it/nuovo-documento-sul-poeta-lucchese-bonagiunta-orbicciani-lo-attesta-in-vita-nel-1274/?noamp=mobile#respond Tue, 06 May 2025 09:20:51 +0000 https://www.classicult.it/?p=304022 Un nuovo documento sul poeta lucchese Bonagiunta Orbicciani lo attesta ancora in vita nel 1274, diciassette anni in più di quanto ritenuto

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Scoperto un nuovo documento sul poeta lucchese Bonagiunta Orbicciani che lo attesta  ancora in vita nel 1274, diciassette anni in più di quanto finora ritenuto

Il documento sarà presentato per la prima volta nel corso dell’evento “Dagli archivi alla storia della letteratura: novità su Lucca e i suoi poeti al tempo di Dante” 

8 maggio 2025, ore 15.30, Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, via San Micheletto 3, Lucca

Il Laboratorio Ipermediale Dantesco dell’Università di Pisa annuncia la scoperta di un nuovo documento sul poeta Bonagiunta Orbicciani da Lucca. Il ritrovamento verrà presentato per la prima volta al pubblico da Elisa Orsi (Università di Pisa) e Federico Lucignano (ricercatore indipendente) giovedì 8 maggio 2025 in occasione dell’evento “Dagli archivi alla storia della letteratura: novità su Lucca e i suoi poeti al tempo di Dante”, un pomeriggio di studi aperto alla cittadinanza e alle scuole del territorio che ha l’obiettivo di mostrare concretamente in cosa consiste la ricerca in ambito storico e letterario.

Conservato presso l’Archivio di Stato di Lucca, l’atto accerta che nel 1274 il rimatore era ancora in vita, con un guadagno di ben diciassette anni per la biografia del poeta lucchese. La cronologia di Bonagiunta, che Dante nel canto XXIV del Purgatorio sceglie come interlocutore per formulare la celebre definizione di «dolce stil novo», viene riscritta da questo importante ritrovamento con significative ricadute sotto il profilo letterario: Bonagiunta ci appare oggi, anche da un punto di vista biografico, un vero e proprio anticipatore dello Stilnovo fiorentino, aprendo così la strada a una nuova interpretazione complessiva del passo della Commedia di cui è protagonista.

La scoperta è il primo significativo risultato del progetto promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Poeti nella Lucca del Duecento. Primi scavi per una nuova valorizzazione di identità ed eredità della cultura cittadina prima di Dante, che indaga il patrimonio dell’Archivio di Stato e dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca. Grazie a un innovativo approccio interdisciplinare, il progetto mira a realizzare la prima ricostruzione complessiva del panorama poetico della Lucca del Duecento, tracciando un profilo storico-letterario, sociale e familiare dei suoi protagonisti, a partire dall’importante figura di Bonagiunta. Al focus sui poeti del Duecento lucchese, nel corso dell’evento, si affiancherà un approfondimento sugli studiosi locali che di Dante si sono occupati, per valorizzare appieno la vivacità culturale e l’importanza di Lucca per gli studi su Dante e sul Medioevo.

Parteciperanno all’incontro Alberto Casadei, professore ordinario di Letteratura italiana (Università di Pisa) e direttore di LIDUP, Federico Lucignano, ricercatore indipendente, Elisa Orsi, assegnista di ricerca in Letteratura italiana (Università di Pisa) e coordinatrice del Gruppo di lavoro LIDUP di Lucca e provincia, Margherita Paoli, docente di Lettere (I.S.I. Barga), Alma Poloni, professoressa associata di Storia medievale (Università di Pisa).

L’incontro è organizzato dal gruppo LIDUP di Lucca e provincia col sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. In collaborazione con: Accademia Lucchese di Lettere, Scienze e Arti, Archivio di Stato di Lucca, Archivio Storico Diocesano di Lucca, Associazione Amici di Enrico Pea e Società Dante Alighieri Lucca.

L’evento sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube dell’Associazione Amici di Enrico Pea (https://www.youtube.com/@associazioneamicidienricopea).

Dagli archivi alla storia della letteratura novità su Lucca e i suoi poeti al tempo di Dante Locandina 8 maggio 2025
la locandina dell’evento nel quale si annuncia la scoperta del nuovo documento sul poeta Bonagiunta Orbicciani, ancora in vita nel 1274

Testo e immagine dall’Ufficio Stampa dell’Università di Pisa.

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Medi@evo – L’età di mezzo nei media italiani, di Marco Brando https://www.classicult.it/medievo-leta-di-mezzo-nei-media-italiani-di-marco-brando/ https://www.classicult.it/medievo-leta-di-mezzo-nei-media-italiani-di-marco-brando/?noamp=mobile#respond Mon, 05 May 2025 09:35:54 +0000 https://www.classicult.it/?p=281544 Medi@evo - L'età di mezzo nei media italiani, saggio di Marco Brando, affronta il tema del medievalismo e della sua percezione sui media oggi

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Medi@evo. L’età di mezzo nei media italiani (Salerno Editrice, 2024), saggio di Marco Brando

Clicca qui per il commento a cura di Nicolò Maggio
Clicca qui per le informazioni ufficiali sul libro

 



commento a cura di Nicolò Maggio

Muovendosi con piglio storiografico e acume giornalistico, Marco Brando (classe 1958), “giornalista prestato alla storia”, affronta, in questa sua ultima fatica letteraria, Medi@evo. L’età di mezzo nei media italiani (Salerno Editrice, 2024), la complessa questione relativa alla rappresentazione, rielaborazione e ricezione dell’Età di mezzo attraverso i mass-media, come si scorge, del resto, già dal titolo del libro. Il neologismo “Medi@evo”, che richiama quello di una nota pagina facebook MediaEvi. Il Medioevo al presente, curata dai medievisti Riccardo Facchini e Davide Iacono, rimanda proprio all’Età di mezzo inventata e trasmessa dai media, come ben sottolinea anche la medievista Marina Gazzini, autrice della prefazione, che, per l’appunto, si occupa di fake news sul Medioevo (fenomeno che imperversa su Internet, social e realtà virtuale).

Medi@evo. L’età di mezzo nei media italiani, saggio di Marco Brando Foto di Nicolò Maggio
la copertina del libro Medi@evo – L’età di mezzo nei media italiani, di Marco Brando, pubblicato da Salerno editrice (2024). Crediti per la foto: Nicolò Maggio

«Un falso», scrive la prefatrice, «nulla dice su ciò che vorrebbe attestare, ma molto rivela sull’ambiente che lo ha prodotto e sulle finalità dei suoi ideatori»,

da qui, aggiunge lo scrivente, la sua importanza in quanto fonte storica e di studio. In tal senso, Marco Brando sottolinea magistralmente come i nuovi media giochino un ruolo cardine nella produzione e diffusione di stereotipi sul Medioevo: Facebook, ad esempio, è la patria di pagine e gruppi amatoriali che, utilizzando il nome di noti storici e divulgatori come Alessandro Barbero, generano e condividono all’impazzata vere e proprie fake news sull’età medievale, da porre in contrapposizione con un mito altrettanto diffuso, quello del Medioevo «oscuro e barbarico» che tanto piace alla stampa giornalistica e alle trasmissioni televisive di inchiesta, politica o cronaca nera.

È il caso di pagine Facebook che citano già dal nome Alessandro Barbero, e che nulla hanno a che fare con il medievista piemontese. Si battono per fare emergere l’idea di un Medioevo affascinante: naturalmente, senza utilizzo di alcuna fonte attendibile. Ancora, all’interno di questi gruppi ci si batte con vigore per far emergere l’immagine di un Medioevo di ricchezza e splendore artistico e letterario.

Tuttavia, come ben evidenzia Brando, nell’opinione pubblica, nel discorso giornalistico, così come in quello politico, ad andare per la maggiore sono i cliché e gli stereotipi negativi sul Medioevo. Spettri medievali sono risorti (e insorti), ad esempio, durante la guerra Russia-Ucraina: nel 2023 i numeri di diversi giornali italiani come «Il Foglio», «Libero», «Repubblica», e gli stessi politici al governo, come il ministro degli Esteri Antonio Tajani, paventavano il rischio di un ipotetico ritorno all’Età di mezzo in caso di vittoria russa sull’Ucraina; lo storico inviato e corrispondente all’estero dell’«Unità» Siegmund Ginzberg, del resto, riporta come vi sia «molta nostalgia di Medioevo nella Russia di Putin», anche se, naturalmente, si tratta di un Medioevo da favola del quale spesso i dittatori «si innamorano» e «finiscono per crederci». Ma il Medioevo stereotipato e ricreato è anche il campo di scontro prediletto in Italia per i partiti di Destra e Sinistra che si contendono l’elettorato a suon di accuse «medievaleggianti»: in un articolo del 2023 intitolato Il vocabolario della destra che riporta l’Italia al Medioevo, «L’Avanti», giornale di ispirazione socialista, accusa la Destra italiana di voler minare i diritti fondamentali dei cittadini, trascinando «l’Italia nel Medioevo», mentre, similmente, il deputato piddino Alessandro Zan, come riporta «Fanpage» in un articolo del 2023, criticava il presidente e segreteria del partito Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, in quanto responsabile di politiche discriminatorie nei confronti delle famiglie arcobaleno, politiche che rischierebbero di «portare questo paese al Medioevo».

Ma, come evidenzia il Brando, forse ancor più interessante quanto avviene a Destra: da un lato i partiti di ispirazione conservatrice come FDI, tendono a strumentalizzare il Medioevo in funzione attiva e positiva, ad esempio attribuendo a Dante immaginarie quanto virtualmente pericolose patenti fascistoidi, mentre altri come la Lega (senza Nord), che pure fa risalire la sua identità e i suoi simboli ai miti neomedievali di Alberto da Giussano e del giuramento di Pontida, non tralascia di servirsi del Medioevo in funzione antiprogressista o di critica verso le istituzioni del presente. La manualistica scolastica non aiuta: il Medioevo risulta essere il periodo più stereotipato e vittima di generalizzazioni, tanto che è ancora in voga, nella maggior parte dei testi in uso per le scuole (dalle elementari ai licei), la proposta di un evo medio caratterizzato da semplificazioni e strutture schematiche, come la piramide feudale, la tripartizione della società (oratores, bellatores e laboratores), la crisi del Mille e del Trecento e, aggiungo io, il presunto splendore e la ricchezza della Sicilia arabo-normanna, (quasi) mai indagata nelle sue specificità e a dovere.

Ma il libro di Brando non si “limita” a fornire un nuovo prontuario degli stereotipi sul Medioevo (titolo, questo, di uno dei primi studi dedicati all’argomento a firma di Antonio Brusa: Un prontuario degli stereotipi sul Medioevo, pubblicato nel 2004): il pregio più evidente di Medi@evo, a detta dello scrivente, sta nell’essere un ottimo studio di storia della storiografia, capace di tracciare esaustivamente e compiutamente la nascita, le tappe e l’evoluzione degli studi dedicati al Medievalismo su territorio italiano e all’estero, ribadendo, ancora una volta, due necessità fondamentali per chi opera (o voglia operare) nel campo della storia (medievale e non solo): quella degli storici di riappropriarsi della loro funzione pubblica, ponendosi quali veri e propri mediatori tra il sapere accademico e il pubblico – sempre più e spesso male informato – e quella dei giornalisti, di perseguire una corretta e appropriata formazione di impianto storico in quanto su loro grava l’onere di essere l’anello di congiunzione tra i professionisti della storia e la collettività, e l’enorme responsabilità di rivestire un ruolo cruciale nella formazione della memoria collettiva.


In Italia spesso i mass media ricorrono a luoghi comuni “medievali” in chiave negativa, con contraccolpi sul lessico pubblico, social inclusi.

Si evoca un “ritorno al Medioevo”, inteso come sinonimo di arretratezza e barbarie, in articoli e servizi su temi che con l’Età di mezzo non c’entrano.

Perché accade? Il libro offre un’analisi degli studi sul “medievalismo” declinando un surreale abecedario degli stereotipi.

 

Il libro è stato presentato in anteprima a Gubbio durante il X Festival del Medioevo 2024, svoltosi a fine settembre.
Il volume – oltre a dedicarsi al tema del medievalismo (oggi inteso come la percezione del Medioevo dopo il Medioevo, in particolare nel XX e XXI secolo) – affronta anche la questione dal punto di vista delle scienze delle comunicazione e della formazione dei giornalisti in campo storico.
Medi@evo - L'età di mezzo nei media italiani, di Marco Brando
la copertina del libro Medi@evo – L’età di mezzo nei media italiani, di Marco Brando, pubblicato da Salerno editrice (2024)

Marco Brando giornalista, scrittore e blogger, ha lavorato all’“Unità” e ha collaborato con “Epoca”, “L’Europeo”, “La Domenica del Corriere”, “L’Espresso”, RAI, Reuters, Sette, Radio Popolare e Radio della Svizzera Italiana. Coordina il progetto Mondimedievali.it

Testi e immagini dall’Ufficio Stampa Stampa Carocci editore.

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Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, la mostra ai Musei Reali di Torino https://www.classicult.it/da-botticelli-a-mucha-bellezza-natura-seduzione-la-mostra-ai-musei-reali-di-torino/ https://www.classicult.it/da-botticelli-a-mucha-bellezza-natura-seduzione-la-mostra-ai-musei-reali-di-torino/?noamp=mobile#respond Tue, 18 Mar 2025 21:39:30 +0000 https://www.classicult.it/?p=298701 Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, la mostra nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino

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DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, Natura, Seduzione“, la mostra
17 aprile – 27 luglio 2025
Torino, Musei Reali – Sale Chiablese

Clicca qui per il commento a cura di Luca Swanz Andriolo (17 aprile 2025)
Clicca qui per le informazioni ufficiali sulla mostra



commento a cura di Luca Swanz Andriolo (17 aprile 2025)

La Bellezza salverà il mondo
Fëdor Dostoevskij

Troia cadde per una donna, e ora la Storia è ridotta a un gioco di seduzione.
Lord Byron

La mostra, aperta al pubblico dal 17 aprile 2025 nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, ha più di un punto d’interesse e spicca, rispetto ad altre collettive antologiche, insieme per la coerenza e l’eterogeneità della proposta, con la sua linea orizzontale e cronologica e quella tematica, verticale.

Per alcuni l’opera d’arte è il risultato finale voluto dall’artista, a cui le analisi tecnologiche o le indagini sulle varianti non aggiungono molto, per altri l’opera è ciò che appare nel presente, con i segni del tempo e dell’usura (tanto che la versione a colori vivaci del restauro della Cappella Sistina ha persino deluso qualche fruitore, abituato alle velature involontarie di anni di fumo di candela). Nel caso in questione, quando si tratta di una Venere di Botticelli (1485-1490), esposta nella sua magnificenza, insieme ai risultati delle indagini scientifiche che mostrano il substrato di linee, ripensamenti e addirittura una piuma poi scomparsa, lo spettatore si trova di fronte a una duplice meraviglia. La riflettografia ci regala, per certi versi, altre opere, oltre a lasciarci apprezzare la ricerca del pittore di una forma perfetta. Si potrebbe persino aggiungere che tutto ciò abbia un valore estetico, oltre che storico e scientifico, come nel caso della radiografia che crea un’immagine sospesa tra Bacon e Warhol, benché questa sia solo una suggestione eventuale ed analogica.

Gallery con foto © Plastikwombat 2025, Silvia Vaulà e Paolo Grinza.

Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, la mostra ai Musei Reali di Torino Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, la mostra ai Musei Reali di Torino presentazione Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, la mostra ai Musei Reali di Torino presentazione Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, la mostra ai Musei Reali di Torino presentazione

Lungo il percorso della mostra, che include opere del già citato Sandro Botticelli, di Carlo Cignani, Abraham Constantin, Francesco Morandini detto il Poppi in confronto diretto con Pietro Muttoni detto Della Vecchia, ma soprattutto dei bellissimi carboncini di Antonio Canova e, tra gli altri, un’abbacinante Lucrezia di Cristoforo Savolini (1639-1677), la figura femminile è ovviamente centrale, tra il pudore di drappi sulle parti intime e irrealistiche censure che cancellano la vulva nei nudi frontali, tra richiami all’arte romanica e greca – esempio di antichità ideale e idealizzata, specialmente nelle opere di Girolamo da Carpi – e specchio dei tempi di un periodo che copre cinquecento anni di raffigurazione e personificazione della Bellezza, sempre tra realismo ed azzardo anatomico, simbolismo e ritrattistica, mito e allusione. Si procede da Venere, Elena di Troia, le Tre Grazie (rappresentate anche in una versione proveniente dall’Atellier di Francesco Menzio, in un olio su tela datato 1960-1970, come busti acefali), le Muse, le Sibille, le grottesche della Domus Aurea, alle bellezze di Corte, una suggestiva Aracne di Carlo Stratta (1893) e l’affascinante Semiramide di Cesare Caraggi (1905 circa), i volti di Margherita di Savoia, Elisabetta di Baviera, un breve filmato sul divismo e infine le figure di Mucha, esempio fondante dell’Art Nouveau, che termina nella cartellonistica pubblicitaria.

Non manca la Natura, con le raffigurazioni animali della Wunderkammer di Carlo Emanuele I, ad opera di disegnatori anonimi e fantasiosi, o di tassidermisti forse goffi ma non privi di gusto: l’Ibis Rosso in tempera e piume applicate su carta (1600-1630) pare un’opera contemporanea, di una bellezza bizzarra e stilizzata.

Persino le armi decorate, provenienti dall’atelier ferrarese e da quello milanese, dimostrano un fascino innegabile.

Il tutto ci fa riflettere sulla bellezza come epifania e convenzione, tra natura e cultura, sull’evoluzione dei mezzi tecnici e delle visioni artistiche, dei canoni e delle mode.

La parte immersiva – ormai d’obbligo – dell’allestimento non intralcia la fruizione e non distoglie l’attenzione dai capolavori presenti, al limite incornicia e accompagna con grazia e discrezione, compresa la sala per l’immancabile selfie, questa volta previsto e ironicamente sottolineato da una scritta che allo specchio risulta leggibile: sei un incanto.

Il viaggio attraverso cinque secoli di Storia dell’Arte termina magnificamente di fronte al Volto di Fanciulla (in realtà busto) di Leonardo da Vinci, presunto studio per la Vergine delle Rocce (1478-1485). La bellezza del viso, la precisione e la disinvoltura del tratto, la precisione anatomica, la natura di schizzo (l’antenato dell’istantanea fotografica) e insieme la perizia dei particolari, oltre alla singolare personalità esecutiva (come il tratteggio non incrociato) danno a questo ritratto a punta metallica su carta preparata (lega di rame) con lumeggiature di biacca un valore estetico che non può lasciare indifferenti. L’occhio della ragazza ci guarda (ancora) e per fortuna noi possiamo guardarlo. Un’emozione, una definitiva seduzione.

Il catalogo, edito da Moebius, rende giustizia all’intero percorso, con interventi critici di livello e approfondimenti preziosi.

Forse la Bellezza non salverà e non condannerà il mondo, ma di certo darà all’arte la sua ragion d’essere, la sua necessaria, paradossale inutilità pratica, la sua fondamentale importanza per l’esperienza (o esistenza?) umana.


Sandro Filipepi, detto Botticelli Venere 1485-1490 Olio su tela, 174x77 cm Su concessione del Mic - Musei Reali, Galleria Sabauda Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione Leonardo da Vinci Volto di fanciulla (studio per l’angelo della Vergine delle rocce) 1478-1485 circa Punta metallica e lumeggiature di biacca su carta preparata, 18,2x16 cm Su concessione del Mic - Musei Reali, Biblioteca Reale L’opera sarà esposta e visitabile presso lo “Spazio Leonardo” della Galleria Sabauda Cesare Saccaggi A Babilonia (Semiramide) 1905 circa Olio su tela, 240x140 cm Su concessione del Mic - Musei Reali, Galleria Sabauda Manifattura Reale di Sèvres Louis Simon Boizot, modellatore (attribuito) Il giudizio di Paride 1780 circa Biscuit, 41x54x31 cm Su concessione del Mic - Musei Reali, Palazzo Reale Acrolito di Alba (testa femminile colossale) Fine II secolo a.C. Marmo, 83x47 cm Su concessione del Mic - Musei Reali, Museo di Antichità



Dal 17 aprile 2025, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino apre al pubblico la mostra “DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, Natura, Seduzione”, un viaggio nella seduzione e nella bellezza espresse attraverso il mito, la natura e l’universo femminile, da sempre principali soggetti della creazione artistica.

Con oltre 100 opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni, la mostra spazia da magnifiche statue e bassorilievi, reperti archeologici di età romana, passando da Botticelli e Lorenzo di Credi – di cui vengono messi a confronto due incredibili capolavori – proseguendo con opere rinascimentali; un excursus per temi che toccano il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau.

Tra i capolavori in mostra, la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Dama con l’unicorno di Luca Longhi da Castel Sant’Angelo.

La mostra contiene anche preziosi focus su figure femminili straordinarie quali la Contessa di Castiglione, figura emblematica di fine Ottocento, nobildonna di rara bellezza e seducente agente segreto, o ancora principesse e regine di Casa Savoia.

Verranno anche svelate, per la prima volta, le indagini diagnostiche realizzate sulla Venere di Botticelli, da cui si potranno scoprire i pensieri e i ripensamenti dell’artista.

Contestualmente, ospite d’onore della mostra, sarà lo splendido Volto di fanciulla, disegno autografo di Leonardo da Vinci realizzato tra il 1478 e il 1485 circa, proveniente dalla Biblioteca Reale ed esposto nel nuovo Spazio Leonardo al primo piano della Galleria Sabauda.

Prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia, la mostra è curata da Annamaria Bava e sarà visitabile nella Sale Chiablese dei Musei Reali dal 17 aprile al 27 luglio 2025.


Sede
Torino, Musei Reali – Sale Chiablese

Date al pubblico
17 aprile – 27 luglio 2025

Informazioni e prenotazioni
T. + 39 011 1848711
www.arthemisia.it

 


 

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Arthemisia

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Guglielmo Tell, film di Nick Hamm https://www.classicult.it/guglielmo-tell-film-di-nick-hamm/ https://www.classicult.it/guglielmo-tell-film-di-nick-hamm/?noamp=mobile#respond Mon, 17 Mar 2025 08:34:26 +0000 https://www.classicult.it/?p=297671 Guglielmo Tell, film di Nick Hamm: Nel 1307 la Svizzera è sotto il dominio austriaco e il protagonista ha giurato di non impugnare mai piu un’arma

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GUGLIELMO TELL, film di Nick Hamm
DAL 3 APRILE 2025 AL CINEMA 
con EAGLE PICTURES

Guglielmo Tell, film di Nick Hamm poster
il poster del film Guglielmo Tell, per la regia di Nick Hamm

SINOSSI
1307. la Svizzera è sotto il dominio austriaco.
Profondamente provato dalle sanguinose battaglie delle crociate, Guglielmo Tell, un uomo comune con un talento straordinario per l’arco, ha  giurato di non impugnare mai piu un’arma in vita sua. Il suo destino prende una piega drammatica quando si  trova a dover affrontare Il crudele governatore Gessler,  che esercita il suo potere con ferocia. Quando la vita del suo stesso figlio viene minacciata, Tell è costretto a compiere un atto che lo segnerà per sempre: un colpo impossibile con l’arco, destinato a cambiare il il corso della storia. Un’azione che non solo segnerà il suo destino, ma che scatenerà un movimento più grande per la libertà del suo popolo.

GUGLIELMO TELL, SCRITTO E DIRETTO DA NICK HAMM
BASATO SULL’OPERA TEATRALE WILHELM TELL di FRIEDRICH SCHILLER
con CLAES BANG, CONNOR SWINDELLS, GOLSHIFTEH FARAHANI, JONAH HAUER-KING, JONATHAN PRYCE e BEN KINGSLEY

DAL 3 APRILE 2025 AL CINEMA 
con EAGLE PICTURES

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Aventoni.

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Manutenzione programmata alla Camera degli Sposi di Palazzo Ducale di Mantova dal 24 febbraio al 7 marzo 2025 https://www.classicult.it/manutenzione-programmata-alla-camera-degli-sposi-di-palazzo-ducale-di-mantova-dal-24-febbraio-al-7-marzo-2025/ https://www.classicult.it/manutenzione-programmata-alla-camera-degli-sposi-di-palazzo-ducale-di-mantova-dal-24-febbraio-al-7-marzo-2025/?noamp=mobile#respond Fri, 21 Feb 2025 20:35:32 +0000 https://www.classicult.it/?p=294948 Dal 24 febbraio al 7 marzo 2025 i lavori di manutenzione programmata alla Camera degli Sposi di Palazzo Ducale di Mantova

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Camera Picta: è tempo di “spolveratura” – Dal 24 febbraio al 7 marzo 2025 i lavori di manutenzione programmata alla Camera degli Sposi di Palazzo Ducale di Mantova

Dal 2021 è ripartita la necessaria, essenziale attività di manutenzione e monitoraggio biennale della Camera degli Sposi, il capolavoro realizzato da Andrea Mantegna, per Ludovico II Gonzagatra il 1465 e il 1474.

Si tratta di verificare che lo stato di conservazione della Camera sia perfetto, se sono avvenuti dei sollevamenti o dei movimenti, insomma, una sorta di ‘tagliando’ per il nostro capolavoro. Un’attività che, con questa cadenza e questa regolarità, viene effettuata su pochissimi capolavori in Italia. Un’attenzione, una cura che sono necessarie per prevenire eventuali problemi, per rimuovere lo sporco superficiale, per mappare le pitture murali e conoscerle ancora meglio, cercando così di prevenire ed evitare più invasivi interventi di restauro.

Manutenzione programmata alla Camera degli Sposi di Palazzo Ducale di Mantova dal 24 febbraio al 7 marzo 2025. Gallery

Manutenzione programmata alla Camera degli Sposi di Palazzo Ducale di Mantova dal 24 febbraio al 7 marzo 2025

Quest’anno, per la prima volta, pianificando una continuità nel tempo, a supporto del Palazzo Ducale di Mantova opererà l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, con Maria Rosa Lanfranchi e Sara Penoni, del settore restauro dipinti murali diretto da Renata Pintus. L’Opificio, come noto, è uno tra i più prestigiosi istituti statali di ricerca e formazione nell’ambito della conservazione dei belavni culturali, ove si sperimentano le tecniche più moderne e aggiornate d’intervento.

«Essere invitati a prenderci cura della Camera degli Sposi, perdonate il gioco di parole nemmeno del tutto corretto, è un autentico invito a nozze di cui ringrazio il Direttore» dichiara Emanuela Daffrasoprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure. «Per i nostri restauratori e per gli allievi avere un prolungato faccia a faccia con una delle realizzazioni più raffinate del Quattrocento non è solo un importante impegno di servizio, ma anche una straordinaria occasione di approfondimento. Per questo abbiamo  fatto precedere  l’intervento  da una campagna di fotografia diagnostica  con acquisizioni in alta definizione (luce visibile diffusa e radente,  fluorescenza UV, IR, infrarosso falso colore, ipercolorimetria), i cui risultati, da leggere intrecciandoli all’esame delle pareti, già si preannunciano colmi di interesse e ricchi di novità.»

«La mia gratitudine – dichiara Stefano L’Occasodirettore di Palazzo Ducale – va ai funzionari docenti dell’OPD e ai restauratori che opereranno, in sincrono con le funzionarie restauratrici di Palazzo Ducale, Daniela Marzia Mazzaglia e Sara Scatragli, a questo intervento manutentivo, che è anche un atto di gratitudine nei confronti di Mantegna e del capolavoro che ci ha consegnato. Le attività sono state previste in un periodo dell’anno, a cavallo tra febbraio e marzo, in cui la presenza di trabattelli nella Camera Picta sarà di minor disturbo, poiché, lo ricordiamo, l’intervento sarà effettuato a Museo aperto. Il pubblico potrà quindi ammirare non solo le pitture di Mantegna, ma anche le amorevoli cure che al nostro fragile capolavoro vengono dedicate.»

Le operazioni sono previste da lunedì 24 febbraio a venerdì 7 marzo 2025 e per tutta la durata delle stesse, salvo il lunedì, la Camera degli Sposi rimarrà regolarmente aperta al pubblico.

Testo e foto dall’Ufficio Promozione e Comunicazione del Palazzo Ducale di Mantova.

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Jacopa da Cencelle: una storia di vita e salute femminile nel Medioevo al Museo di Storia della Medicina della Sapienza https://www.classicult.it/jacopa-da-cencelle-una-storia-di-vita-e-salute-femminile-nel-medioevo-al-museo-di-storia-della-medicina-della-sapienza/ https://www.classicult.it/jacopa-da-cencelle-una-storia-di-vita-e-salute-femminile-nel-medioevo-al-museo-di-storia-della-medicina-della-sapienza/?noamp=mobile#respond Mon, 03 Feb 2025 18:13:29 +0000 https://www.classicult.it/?p=293112 Jacopa da Cencelle: una storia virtuale di vita e salute femminile nel Medioevo al Museo di Storia della Medicina della Sapienza

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Jacopa da Cencelle: una storia virtuale di vita e salute femminile nel Medioevo – Inaugurata la nuova sezione del Museo di Storia della Medicina della Sapienza sulla medicina e gli stili di vita nel Medioevo

È stata inaugurata oggi dalla rettrice Antonella Polimeni, la nuova sezione del Museo di Storia della Medicina della Sapienza, dedicata alla medicina e agli stili di vita nel Medioevo.

Tra i reperti, provenienti dallo scavo archeologico di Leopoli-Cencelle, lo scheletro di una donna medievale, ricostruito in una teca e visibile al pubblico in realtà aumentata attraverso un visore Hololens. Grazie a un gioco interattivo e a un sito di approfondimento scientifico, bambini e adulti potranno interagire con Jacopa, questo il nome di fantasia attribuitole sulla base delle ricorrenze onomastiche nei registri documentari di Cencelle.

Da scheletro muto, la protagonista dell’esposizione torna a essere una voce narrante che risponde alle domande sulla sua vita, sulla sua salute e in generale sulla comunità di appartenenza.

“Il progetto che inauguriamo oggi – dichiara la Rettrice Antonella Polimeni – testimonia la capacità dei nostri ricercatori di fare squadra su progetti complessi che richiedono necessariamente un approccio di studio e di ricerca transdisciplinare. Il coinvolgimento di storici della medicina, archeologi medievisti, ingegneri, antropologi, paleobotanici e paleozoologi della Sapienza ha permesso di creare una piattaforma digitale interattiva in progress, destinata ad arricchirsi nel tempo, dando vita ad un vero e proprio archivio virtuale facilmente accessibile”.

La nuova sezione del Museo consentirà di entrare in contatto con un passato anche molto lontano e in particolare di “vedere” le reali condizioni di vita di una donna medievale, probabilmente impiegata in contesti di lavoro domestico e in piccole attività agrarie.

Il progetto nasce da una campagna di Grandi Scavi di Sapienza condotta nella città di Leopoli-Cencelle, fondata da Papa Leone IV nel IX secolo e viva e attiva fino al XV secolo. La campagna di scavi, a lungo diretta da Francesca Romana Stasolla, è oggi affidata a Giorgia Maria Annoscia, docente di Archeologia cristiana, tardoantica e medievale.

Jacopa da Cencelle: una storia di vita e salute femminile nel Medioevo al Museo di Storia della Medicina della Sapienza Università di Roma. Gallery

Jacopa da Cencelle

Testo e foto dal Settore Ufficio stampa e comunicazione Sapienza Università di Roma

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