L’esordio di Elisabetta Giromini, Centomila tulipani, uscito per i tipi di Morellini editore, è un romanzo che si legge molto velocemente, un page-turner che mi ha conquistato fin dall’incipit e poi mi ha portato per mano fino alla nota conclusiva.

Di questo libro mi è rimasta attaccata addosso una sensazione di bellezza, di empatia, anche di disagio, quello che prova Daria, la protagonista, nei confronti del mondo che conosceva e che ora non esiste più, di “ignoto”.

Questa è una parola che ritengo fondamentale per intavolare una discussione su Centomila tulipani perché come Giromini ci descrive l’Iran, una terra a noi lontana e forse anche sconosciuta in gran parte, ci permette di capire davvero la differenza tra Oriente e Occidente, tra Paesi e culture che non seguono nemmeno lo stesso calendario. Eppure, i sentimenti sono gli stessi per chiunque – questa è la grandezza dell’essere umano: l’unicità e la comunanza allo stesso tempo – , la passione per un sogno, l’amore e la sessualità, il desiderio di libertà e la discrepanza tra ciò che le realtà è e come la vorremmo.

La protagonista, Daria, è una studentessa italiana di archeologia – e il lavoro è descritto così bene nelle pagine che pensavo fosse il lavoro dell’autrice – con una grande passione per la cultura iraniana e un desiderio che le scava dentro: quello di fuggire dall’incertezza per il futuro e dal rapporto complesso e litigioso con la madre. Si può dire che la missione in Iran cui partecipa grazie al professore che la segue per la tesi le cambia la vita. A Persepoli conosce Payam e tra i due si istaura fin da subito una relazione speciale, fatta di silenzi e sguardi, di mani sfiorate in segreto, di quel suono dolce di lingue straniere e dei passi che risuonano nella notte, tutto di notte, quando nessuno li vede e li può giudicare o, peggio, arrestare.

la copertina del romanzo Centomila tulipani, di Elisabetta Giromini, pubblicato da Morellini Editore (2024) nella collana Varianti. Foto di Ilaria Parlanti

Nel clima delle elezioni politiche del Paese, Daria si perde completamente in Iran, mostrandoci, grazie alla grande competenza in fatto di viaggi di Giromini, come i dettagli e le storie nascoste al governo e all’autocrazia islamica siano fonte di ispirazione e di meraviglia. Ho davvero avuto l’impressione di conoscere luoghi, attraverso la lettura, che per molti motivi mi sono preclusi. La grandezza delle descrizioni di Centomila tulipani è proprio la capacità di Giromini di farti entrare non solo all’interno della storia e del dramma di Daria e Payam, ma anche nei luoghi, nelle strade, nelle case presentate e tratteggiate con tanti punti di luce e alcuni di ombra, a rappresentare un tempo che non è nostro, ma solo loro. E infatti sul tempo mi voglio concentrare: sebbene il romanzo si spalmi nell’arco di molti anni, il tempo che percepisce il lettore è quello interno, quello intimo dei personaggi, che non vogliono capire quanti giorni siano passati o se è mattino o sera, ciò che vogliono è vivere il qui e ora, il presente, in una culla della civiltà che non è quella abituale, tutto è straniero, è estraneo, eppure tutto diventa casa.

Ciò che più mi ha colpito è anche l’arco di trasformazione di Daria, da ragazza indecisa e timorosa a donna forte e fragile allo stesso tempo, che vorrebbe avvicinarsi a un’idea di perfezione che le scappa sempre, non si lascia afferrare e la modella con i palmi delle mani in una giovane che sa cosa vuole ma ha paura di ottenerlo. Daria ha timore della felicità? Io dico di sì, e il terrore per le cose belle è così umano che fa tenerezza, la vorresti abbracciare e confortare, alla ricerca anche tu, insieme a lei, di quel padre che se n’è andato di casa quando lei era piccola. Una ferita fatale? Anche qui, credo di sì.

Lo stile del romanzo è interessante, ho avvertito un guizzo poetico che ti permette di favoleggiare su questi luoghi esotici senza però dimenticare i drammi personali che ognuno vive nella storia.

Una lettura che consiglio per profondità, capacità di introspezione e montaggio della trama, temi e personaggi. Per quanto il mondo sia così diviso da conflitti esterni e interni, c’è solo una forza che regge tutto, lo dicevano i Greci: l’amore per gli altri. E ciò che deve imparare Daria: l’amore per sé.

Centomila tulipani Elisabetta Giromini
la copertina del romanzo Centomila tulipani, di Elisabetta Giromini, pubblicato da Morellini Editore (2024) nella collana Varianti
la copertina del romanzo Centomila tulipani, di Elisabetta Giromini, pubblicato da Morellini Editore (2024) nella collana Varianti
la copertina del romanzo Centomila tulipani, di Elisabetta Giromini, pubblicato da Morellini Editore (2024) nella collana Varianti, nella composizione da Canva, licenza d’uso

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