Completato il restauro alla Chiesa di San Martino di Giove a Canale di Pietrafitta (CS), ove morì l’Abate Gioacchino da Fiore – Un libro documenta i lavori e la storia dell’immobile
A seguito di un meticoloso intervento di restauro è stata restituita alla leggibilità estetica e quindi agli studiosi la Chiesa di San Martino di Giove a Canale di Pietrafitta (CS). I risultati dei lavori e la ricostruzione storica di questo importante monumento sono stati sapientemente illustrati in un interessante volume di Pasquale Lopetrone, Funzionario Architetto della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria, attento studioso dei luoghi gioachimiti nonché Direttore scientifico dei lavori, realizzati tra luglio 2014 e giugno 2015. L’autore illustra la storia millenaria di questo antichissimo cenobio, situato nella diocesi cosentina, e documenta dettagliatamente le ricerche e le opere eseguite, illustrando tutte le coordinate e i profili di conoscenza di questo importante eremo, testimone di un passato glorioso. Qui dimorarono, infatti, S. Ilarione e i suoi 29 compagni, che nel 986 si trasferirono nel Sannio divenendo i Santi protettori dei luoghi da essi fondati, e l’Abate Gioacchino, che morì a San Martino di Giove il 30 marzo 1202, qui rimase sepolto per tutto il primo quarto del sec. XIII.
Il volume traccia anche il percorso edilizio del complesso dalle origini, raccontando come l’edificio, a partire dal 1765, sia stato trasformato in casa padronale, con un corpo aggiunto elevato sulle antiche mura per mezzo di strutture fragili realizzate in pietra e argilla, e infine di come si sia giunti alla determinazione di eliminare le superfetazioni per liberare gli spazi interni dai manufatti posticci e ricostituire le linee dei volumi mutili dell’antico cenobio. Il libro, arricchito da un corredo iconografico a colori, contiene uno studio puntuale della localizzazione degli insediamenti florensi delle origini, che formavano un sistema nodale intra ed extra moenia, esemplificativo dell’originale ed innovativo progetto religioso concretizzato dall’Abate Gioacchino sul finire del sec. XII e gli inizi del sec. XIII.
Il volume traccia anche il percorso edilizio del complesso dalle origini, raccontando come l’edificio, a partire dal 1765, sia stato trasformato in casa padronale, con un corpo aggiunto elevato sulle antiche mura per mezzo di strutture fragili realizzate in pietra e argilla, e infine di come si sia giunti alla determinazione di eliminare le superfetazioni per liberare gli spazi interni dai manufatti posticci e ricostituire le linee dei volumi mutili dell’antico cenobio. Il libro, arricchito da un corredo iconografico a colori, contiene uno studio puntuale della localizzazione degli insediamenti florensi delle origini, che formavano un sistema nodale intra ed extra moenia, esemplificativo dell’originale ed innovativo progetto religioso concretizzato dall’Abate Gioacchino sul finire del sec. XII e gli inizi del sec. XIII.
Come da MiBACT, Redattrice Enrichetta Salerno
Panoramica di Pietrafitta, foto da Wikipedia, CC BY-SA 3.0, caricata da e di Morellomar,