Dall’8 al 18 settembre il ‘Milano film festival’ porta il cuore della sua programmazione nel distretto creativo ex Ansaldo
Il Mudec apre straordinariamente la sua collezione permanente fino alle 22:30 durante tutti i giorni del festival con ingresso libero
Milano, 5 settembre 2016 – Si svolgerà dall’8 al 18 settembre, con il sostegno del Comune di Milano, la 21esima edizione di Milano film festival, che in questa edizione sposta il cuore della sua programmazione nel distretto creativo ex Ansaldo, in zona Tortona. Le proiezioni in programma si terranno a BASE, il nuovo hub artistico e culturale da poco aperto alla città; al MUDEC, il Museo inaugurato un anno fa che ha nel dialogo tra tutte le culture del mondo la sua cifra identitaria; e nell’arena predisposta all’esterno, adiacente ai magazzini del Teatro La Scala.
Restano confermati, in altre zone della città, sia il MIMAT che lo Spazio Oberdan della Cineteca, punto di riferimento imprescindibile per chi ama il cinema.
“Questa ventunesima edizione sancisce il raggiungimento della maggiore età di un festival che oggi si rinnova ancora, non solo abitando uno spazio urbano fortemente connotato come polo creativo e recentemente riqualificato e restituito alla città, ma anche proponendo una programmazione che resta fortemente legata ai continui mutamenti della realtà globale, conservando quella spregiudicatezza di sguardo che continua a tenere alta, dopo più di vent’anni, l’attenzione dei giovani e degli appassionati di cinema – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. La connessione con il Museo delle culture, che anima di eventi e iniziative il continuo dialogo con tutte le culture del mondo, è un ulteriore elemento qualificante della programmazione e conferma l’orizzonte amplissimo in cui si muove la ricerca del festival”.
Il Mudec infatti ospiterà, tra l’altro, la sezione “Colpe di Stato” – una riflessione atipica sull’idea di confine – e la proiezione del film “Homo sapiens” di Nikolaus Geyrhalter venerdì 16 settembre alle ore 19, in relazione e come anticipazione dei temi affrontati dalla mostra “Homo sapiens” che aprirà proprio al Mudec il prossimo 30 settembre.
La collezione permanente del Museo delle culture, percorso espositivo intorno al quale sono costruiti tutti i percorsi di riflessione e d’incontro tra le culture del mondo, sarà visitabile gratuitamente durante il MFF tutti i giorni, dall’8 al 18 settembre, dalle ore 9:30 alle 22:30.
La ricerca artistica del Milano film festival prosegue nella ventunesima edizione offrendo al pubblico il cinema emergente internazionale con 11 giorni di film e ospiti da tutto il mondo e sotto la direzione artistica di Alessandro Beretta e, da quest’anno, Carla Vulpiani, nel team da 5 anni. Storie, visioni e modi di raccontare, tra opere prime e seconde e giovani registi, che aprono prospettive su un’idea di cinema inattesa e brillante. Non è solo il cinema, ma anche l’idea di far incontrare registi e pubblico, discutere, scoprire poetiche, avere occasioni formative, a muovere il Milano film festival. Un’occasione culturale e sociale, diretta a un’idea di cinema aperto che sappia mettersi in discussione.
Il cuore del programma come ogni anno prevede il ‘concorso internazionale lungometraggi’, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, tutte in anteprima italiana. Filo conduttore delle opere scelte, la reinterpretazione dei generi cinematografici per dare anima a storie che puntino a volte allo spettacolo altre alla riflessione: dall’horror usato in chiave politica in Under the Shadow, al musical che rilegge una favola in The Lure, al coming of age screziato di documentario in Diamond Island, per fare alcuni esempi. Negli anni, infine, sono sempre più importanti i titoli che accettano il concorso Lungometraggi per l’anteprima italiana, segno della crescita di stima del panorama internazionale verso Milano film festival.
Film di apertura (giovedì 8 settembre ore 21, al MUDEC) Gulîstan, Terre de roses della regista canadese Zaynê Akyol, un racconto in prima persona di un gruppo di guerrigliere del PKK che vivono sulle montagne e nei deserti del Kurdistan, donne rivoluzionarie che combattono per la libertà del proprio paese rinunciando a tutto, presentato a Visions du Réel e premiato anche a Locarno per la selezione Doc Alliance; Baden Baden della debuttante Rachel Lang, produzione belgo-francese che racconta un’estate particolare della giovane Ana, tra precariato e legami personali; Jacqueline (Argentine) del regista statunitense di origine brasiliana Bernardo Britto, film girato con i-phone che segue la sgangherata fuga di un’informatrice interpretata da Camille Rutherford, in Argentina; Radio Dreams di Babak Jalali, premiato al 45° International Film Festival Rotterdam, black comedy in cui un brillante e incompreso scrittore sogna di unire le culture di Occidente e Oriente nel rock, invitando a suonare con i Kabul Dreams, prima rock band afghana, i Metallica, che accetteranno; Under the Shadow dell’iraniano Babak Anvari, presentato come il nuovo The Badabook in anteprima mondiale al Sundance, horror ambientato nella Teheran sotto assedio del 1988, nel momento più sanguinoso della guerra Iran-Iraq, protagonista una madre e la figlia, minacciate da una forza maligna nel loro stesso appartamento; The Lure della polacca Agnieszka Smoczy?ska, musical tra l’eros e l’horror premiato dalla giuria del Sundance che rilegge la fiaba della Sirenetta in un night club stile anni ’80; Diamond Island, prima opera di fiction del regista franco-cambogiano Davy Chou, storia di una formazione ai giorni nostri a Phnom Penh; Victoria di Justine Triet, commedia interpretata da Virginie Efira e secondo lungometraggio della regista francese de La bataille de Solférino; Mimosas, opera seconda di Oliver Laxe, ambientata tra i monti dell’Atlante marocchino, in cui una carovana asseconda il desiderio di un anziano sceicco di morire ed essere sepolto vicino ai propri cari e vincitore della Semaine de la Critique a Cannes.
In programma anche il tradizionale ‘concorso internazionale cortometraggi’, riservato a registi under 40: quest’anno sono in tutto 55 cortometraggi da 30 paesi che si possono considerare una rappresentazione, fedele o rielaborata, della realtà, specchi brevi e multiformi, capaci di riprodurre levita? e asprezze del reale. Tra questi, solide conoscenze del festival e conferme dai Festival internazionali: Ce qui nous eloigné di Hu Wei da Venezia, Valparaiso di Carlo Sironi, premiato a Locarno, Limbo di Konstantina Kotzamani da Cannes e A man returned di Mahdi Fleifel, Orso d’Argento alla Berlinale.
Infine, terza sezione in concorso, la seconda edizione del ‘Nastro Azzurro video talent award’, che incoraggia la sperimentazione di progetti innovativi della produzione video. Il concorso si avvale della tutorship di Studio Azzurro e si articola in due categorie (Best Innovation on Tools e Best Innovation on Languages) a ognuna delle quali verrà assegnato un premio di 3.000 euro.
Nastro Azzurro supporterà gli eventi del Milano film festival anche attraverso la piattaforma digitale #TiPortaLontano e alla webzine FORWARD MAG.
Le tre categorie in concorso saranno affiancate come sempre da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop, eventi paralleli.
Il programma completo è consultabile sul sito www.milanofilmfestival.it.
Milano film festival è una produzione esterni (www.esterni.org) ed è socio fondatore di Milano film network (MFN), progetto realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariplo che mette in rete 7 festival milanesi, per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e alcuni servizi per chi si occupa di cinema.
Ne fanno parte il Festival del Cinema africano d’Asia e America latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano film festival, Sguardi Altrove film festival, Sport movies & TV fest (www.milanofilmnetwork.it).
Testo e immagini dal Comune di Milano.