Elvis è il nuovo film del noto regista australiano Baz Luhrmann (Moulin Rouge, Romeo + Giulietta, Il grande Gatbsy). Abbiamo spesso parlato del boom del genere biopic. Questo film ci si inserisce perfettamente, unendo i tratti classici del genere alla nota e scintillante regia di Luhrmann. La pellicola è distribuita da Warner Bros. Pictures.

Elvis biopic Baz Luhrmann
La locandina del film Elvis, per la regia di di Baz Luhrmann; una produzione Bazmark Production, Jackal Group, distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures

Elvis: la trama

La narrazione del film parte dal punto di vista del Colonnello Tom Parker (Tom Hanks) il controverso e noto agente dell’icona musicale Elvis Presley (Austin Butler). Il Colonnello, ormai malato terminale, attraverso l’uso dei flashback porta lo spettatore indietro nel tempo, sino al giorno in cui incontrò Elvis. Il Colonnello e il cantante si conoscono durante un concerto a Memphis (città natale di Presley).

Elvis biopic
Photo Credit: Courtesy of Warner Bros. Pictures © 2022 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved

Una volta sul palco Elvis strega l’intero pubblico, specialmente quello femminile. Il Colonnello comprende immediatamente che rappresentare quel ragazzo significherebbe per lui fare una montagna di soldi. Le vite dei due si intrecciano e paiono essere inseparabili. Seguiamo la carriere del rocker dagli esordi sino alla sua conclusione, scontrandoci con tutti i personaggi che ne hanno fatto parte: Priscilla (Oliva DeJonge) la madre Gladys (Chaydon Jay) e il padre Vernon (Richard Roxburgh).

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Un biopic senza regole

Come detto all’inizio di questo articolo, Elvis ha una stesura registica particolare. Rientra certamente nel genere biopic e ne conserva alcuni tratti caratteristici. Tuttavia, grazie ad alcune scelte registiche di Luhrmann, notiamo sin da subito che la pellicola vuole prepotentemente distanziarsi dal biopic classico.

Elvis biopic
Photo Credit: Hugh Stewart © 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved

Partiamo dalla struttura narrativa: l’uso di flashback e flashforward spezza continuamente la linea narrativa, portando lo spettatore all’interno della memoria stessa del Colonnello.

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A questo dettaglio si aggiunge l’intreccio dei punti di vista. Se inizialmente lo sguardo principale è quello del Colonnello Tom, con il progredire del tempo diegetico, il punto di vista di Elvis si inserisce naturalmente, dando onorevolmente l’idea di quello che fu il rapporto tra i due uomini. Il Colonnello sfruttava Elvis (di fatti il suo sguardo è “predominante”) ma ciò non impedisce ad Elvis di far emergere la sua personalità più volte.

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Un altro elemento da non sottovalutare è la scelta di Luhrmann nel voler conservare la regia cinematografica e non da videoclip. Mi spiego meglio: come spesso detto, il genere del biopic musicale spesso e volentieri muta la sua regia rendendola molto simile a quella dei videoclip musicali. Questo non avviene solo nei momenti in cui si decide di riprendere una performance musicale, bensì avviene per gran parte del film. Luhrmann non permette ciò e ci ricorda che lui fa cinema e non ha intenzione di dimostrare il contrario. Per questo in Elvis persino le performance sono cinematografiche, grazie all’utilizzo rapido di dettagli, primi piani e piano interi.

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Il fattore politico

Se parliamo di Elvis Presley parliamo inevitabilmente anche dell’impatto politico che il cantante ha avuto. Elvis salì sul palco nel pieno degli anni ’50 esibendo movenze tipiche del blues afroamericano. Questo, per una nazione come gli USA ancora vittima delle leggi raziali, fu un vero scandalo, tanto da portare all’arresto del cantante. Nel film Elvis viene spesso messo a confronto con il movimento politico del tempo, pieno di caos e terrore.

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Alla carriera musicale si alternano momenti dedicati alla coscienza politica del cantate, scossa dagli omicidi di Martin Luther King e Bob Kennedy. Elvis temeva che il prossimo sarebbe stato lui, poiché in un clima politico così ostile, persino la musica e la collettività poteva diventare motivo di odio. Molti musicisti del tempo furono costretti a censurarsi, come visto recentemente nel biopic dedicato a Billie Holiday.

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Elvis è ancora nei cinema ed è stato presentato presso il Biografilm Festival 2022, ottenendo sin da subito un enorme consenso da parte del pubblico. La pellicola sarà sicuramente una delle prediletta alla prossima edizione degli Oscar e non aspettiamo altro che vedere quanti altri cuori (e premi) conquisterà.

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