“Il luogo celeste”. Gli scavi di Campo della Fiera al centro di una grande esposizione in Lussemburgo. Presentazione ufficiale in una conferenza alla Camera dei Deputati.

Presentata in una conferenza stampa svoltasi alla Camera dei Deputati “Le lieu céleste. Les Etrusques et leurs dieux. Le sanctuaire fédéral d’Orvieto. Il luogo celeste. Gli Etruschi e i loro dei. Il santuario federale di Orvieto”, mostra di rilevanza europea con circa 1300 pezzi provenienti dagli scavi orvietani di Campo della Fiera ed esibiti per la prima volta al mondo. Allestita in Lussemburgo al Musée national d’histoire et d’art si protrarrà dal 1° marzo al 2 settembre. Il titolo allude all’identificazione, da parte degli studiosi, del sito archeologico di Campo della Fiera con l’antico “Fanum Voltumnae”, il santuario federale dedicato al dio Veltune (Voltumna o Vertumnus per i Romani) dove, come riportato dallo storico romano Tito Livio, si riunivano i rappresentanti delle dodici maggiori città etrusche per assumere importanti decisioni comuni. Sono intervenutiAntimo Cesaro, sottosegretario di Stato al Mibact, Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo, Caterina Bon Valsassina, direttore generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Mibact, Luana Cenciaioli, direttrice del Museo archeologico nazionale di Orvieto, Marica Mercalli, direttrice Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio dell’Umbria, Simonetta Stopponi, direttrice a partire dal 2000 degli scavi, già docente universitaria di Etruscologia e Antichità italiche, Michel Polfer, direttore del Musée national d’histoire et d’art del Lussemburgo. Presenti anche Marica Mercalli, direttrice Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio dell’Umbria, Luana Cenciaioli, direttrice del Museo archeologico nazionale di Orvieto e Giuseppe Maria Della Fina, direttore del Museo “C. Faina” di Orvieto. L’esposizione, con l’alto patronato del Presidente della Repubblica e del Granduca di Lussemburgo e il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto (presente Vincenzo Fumi), della Camera di commercio italo-lussemburghese e del Comune di Orvieto (rappresentato dal sindaco Giuseppe Germani), è articolata in diciassette sezioni e seguendo un rigoroso dell’itinerario cronologico mette in luce il ruolo straordinario rivestito dal Fanum. L’indagine archeologica avviata diciotto anni fa riguarda un vasto periodo storico, dal VI sec. a.C. al XIV, cioè dal santuario etrusco alla chiesa di San Pietro “in vetere”. Parte dei reperti sono conservati al Museo archeologico nazionale di Orvieto e parte depositati nei magazzini della SABAP dell’Umbria a Perugia. Il “Fanum Voltumnae”, influente dal VI al IV sec.a.C., dopo la prevalenza di Roma nel III sec.a.C., riuscì a mantenere vitalità in età romana repubblica e imperiale. Trasformatosi successivamente in luogo di culto cristiano, fu anche in epoca medievale “campus nundinarum”, adibito allo svolgimento di mercati stagionali.

Come da MiBACT, redattore Alessandro Tenerini

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