Gli Stati Uniti contro Billie Holiday (The United States VS Billie Holiday): il potere (politico) del jazz
Southern trees bear a strange fruit
Blood on the leaves and blood on the root
Black bodies swinging in the Southern breeze
Strange fruit hanging from the poplar trees
Gli Stati Uniti contro Billie Holiday (The United States Vs Billie Holiday) è il nuovo film del regista Lee Daniels, noto al grande pubblico per film Precious e The Butler. Il film è un biopic dedicato alla figura della cantante jazz Billie Holiday e del suo tumultuoso rapporto con le autorità statunitensi nel secondo dopoguerra. Il film è distribuito da BiM Distribuzione ed è disponibile nei cinema italiani dal 5 maggio.
Gli Stati Uniti contro Billie Holiday: trama
Il film ha un inizio a copertina, ovvero ci introduce alla narrazione filmica partendo da un punto centrale. Nel caso di Billie Holiday (Andra Day), la incontriamo durante un’intervista alquanto scomoda avvenuta nel 1957. A questo punto la narrazione si spezza e, tramite l’uso del flashback e del montaggio alternato, ci porta nel 1947. Billie è già una cantante jazz affermata e seguita da uno staff professionale.
I suoi spettacoli sono tendenzialmente sold out. Tuttavia, ad osservare la cantante, non ci sono solo gli spettatori, ma anche dei federali. Due agenti in particolare seguono Billie: Harry Anslinger (Garrett Hedlund) e Jimmy Fletcher (Trevante Rhodes). L’obiettivo è quello di impedire a Billie Holiday di interpretare il singolo Strange Fruit, canzone dedicata al fenomeno del linciaggio.
Il lato maledetto di Billie Holiday
In questo particolare periodo storico stiamo assistendo al diffondersi di due fenomeni: il boom nella produzione di biopic dedicati a musicisti e alla forte volontà dei cineasti di creare film che puntano il dito verso un certo tipo di governo razzista e classista. The United States Vs Billie Holiday si classifica perfettamente tra le pellicole appartenenti a questo nuovo genere.
Sul personaggio di Billie Holiday si potrebbe dire molto e, difatti, due ore di film non riescono a restituirci la complessità di un’artista tanto tormentata quanto geniale e rivoluzionaria. Di Billie si approfondiscono due aspetti: la forte passione per la musica e la dipendenza dall’eroina.
In realtà, Daniels dà forse un eccessivo spazio alla dipendenza della cantante. C’è da domandarsi il perché. Perché scavare insistentemente sul lato maledetto?
In molti potrebbero pensare che tutto ciò è puramente strumentale, esattamente come fu per il governo statunitense. Infatti il governo, rendendosi conto di non poter pubblicamente arrestare una cantante perché cantava una canzone, in sede di processo tenta di spezzare la carriera di Billie accusandola di uso e spaccio di sostanze stupefacenti. Ma tutto ciò basta a giustificare l’incessante bisogno di alcuni registi nel voler schiacciare i loro protagonisti sotto il manto del cliché dell’artista maledetto?
L’amore e le controversie
Per l’appunto, parlare di Billie Holiday significa parlare di interi capitoli di storia afroamericana. E questo, a tratti, si evince da questa pellicola, ma pare anche continuamente sfuggirci. Il progredire della carriera musicale della Holiday va a braccetto con il (fallimentare) tentativo del governo americano di impedire al movimento per la lotta dei diritti civili di progredire.
Gli Stati Uniti contro Billie Holiday è una pellicola sicuramente importante, specialmente per questo periodo storico che stiamo vivendo. Parliamo di un film che porterà molti giovani ad avvicinarsi alla musica della Holiday e, speriamo, spinga loro anche a leggere biografie e interviste dedicate alla figura di questa grande artista.
Si ringrazia BiM Distribuzione per trailer e foto.