17 Febbraio 2016
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La presenza umana nel Golfo occidentale dell’Alaska cominciò quasi diecimila anni fa, ma non si comprende ancora molto l’integrazione e l’impatto sull’ecosistema dei foraggieri umani.
Un nuovo studio, pubblicato su Nature – Scientific Reports, ha esaminato questo aspetto della presenza umana nelle isole Sanak, un gruppo orientale dell’arcipelago delle Aleutine, appartenente allo stato americano dell’Alaska. Si è giunti alla conclusione che, nonostante il fatto che l’uomo sia un predatore supergeneralista, i comportamenti di quegli abitanti delle Aleutine ebbero un carattere stabilizzatore per l’ecosistema.
Al contrario di altri studi che non hanno considerato il ruolo giocato dagli umani, questo li ha valutati come parte integrante dell’ecosistema. Per qualcosa come settemila anni, gli abitanti delle Aleutine si sono nutriti in maniera varia, toccando un quarto delle specie presenti (più di qualsiasi altro predatore) e passando dalle alghe a carnivori come i leoni di mare. Inoltre, quando una fonte di cibo diventava scarsa, questi foraggieri sceglievano fonti alternative. In queste situazioni, le estinzioni sono rare.

Lo studio “The roles and impacts of human hunter-gatherers in North Pacific marine food webs”, di Jennifer A. Dunne, Herbert Maschner, Matthew W. Betts, Nancy Huntly, Roly Russell, Richard J. Williams & Spencer A. Wood, è stato pubblicato su Nature – Scientific Reports.
 
Link: Nature – Scientific ReportsEurekAlert! via Santa Fe Institute
Sanak, foto di Spencer Wood, da WikipediaCC BY 3.0.

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