Nella competizione, aperta agli studenti dei licei e delle università italiane e straniere, entrano anche i successi di Sanremo. “Soldi” di Mahmood diventa “Pecunia”
La III edizione del Certamen Latinum “Nova humanitas” si è conclusa e anche quest’anno ha valorizzato il coraggio e la creatività dei giovani che vi hanno partecipato. Gli autori e i loro prodotti originali saranno premiati, alla presenza del rettore Eugenio Gaudio, martedì 5 novembre alle ore 16.45, presso l’aula Odeion della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza.
Il tema della gara di composizione latina, promossa dall’Area didattica di Lettere classiche, prende le mosse dai versi di Catullo e Virgilio, rispettivamente “O saeclum insipiens et infacetum” (“Ma che generazione senza gusto e senza spirito) e “Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo” (“Nasce da capo una grande serie di secoli”) che invitano a interrogarsi sugli aspetti positivi e negativi del tempo presente, in un confronto tra vecchio e nuovo, antico e moderno.
La commissione, presieduta da Leopoldo Gamberale, docente emerito della Sapienza, e composta dai docenti Paolo Garbini, Michelina Panichi, Michela Rosellini e Francesco Ursini, ha assegnato il primo premio a Nicolò Campodonico, allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa e già vincitore della prima edizione, che ha scelto di interpretare il tema assegnato attraverso il confronto tra la “vecchia” e la “nuova” musica leggera.
Il vincitore si è cimentato nella traduzione latina di titoli e di versi di canzoni famose di Sanremo, da Balocchi e profumi di Claudio Villa, che diventa Crepundia et unguenta, a Soldi di Mahmood, che diventa Pecunia. Non mancano, poi, insieme a molte altre canzoni antiche e nuove, Grazie dei fiori di Nilla Pizzi (Grates propter flores) e Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani (Occidentalium charma)
Anche gli altri partecipanti hanno veicolato, attraverso la poesia e la prosa, messaggi e dibattiti attuali, come la questione dell’uso e dell’abuso delle nuove tecnologie (smartphone, social media), ma anche temi legati alla guerra, all’immigrazione e all’ambiente.
Nel corso della cerimonia di premiazione Leopoldo Gamberale terrà la Lectio magistralis “Nel laboratorio compositivo di un poeta latino contemporaneo”, seguita dalla lettura di alcuni brani del componimento vincitore nell’originale latino e in traduzione italiana e da un breve concerto per pianoforte eseguito da Noemi Zaccagnino.
Focus sui tre vincitori
Il primo premio è andato a Nicolò Campodonico, allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa con il componimento, intitolato Nova musica (satura) e dichiaratamente ispirato alle forme e ai modi della satira oraziana, l’autore racconta di una festa durante la quale polemizza con gli altri partecipanti che ammirano la musica leggera degli anni ’50 e ’60 e rifiutano quella più recente, con riferimento soprattutto alle canzoni vincitrici del Festival di Sanremo; lui invece difende la “buona” musica attuale, ma, non riuscendo a convincere i suoi interlocutori, abbandona infine la cena e prosegue in strada con pochi amici cantori.
Al secondo posto si classifica Emanuele Seretti, studente della Sapienza, con un carme in esametri intitolato Arruns, nel quale si racconta il coraggio di un agricoltore etrusco che si riprende dopo che una tempesta ha distrutto i suoi campi: la generazione moderna dovrebbe imitare il suo dimenticato esempio e non piangere le proprie presunte sventure, mentre d’altro canto cerca di superare i propri limiti nel tempo e nello spazio.
Gli altri due componimenti che hanno meritato una segnalazione si devono, rispettivamente, a Duncan Kampschuur, studente dell’Università di Leiden, e a Gabriele Bonini, studente del Liceo “Edoardo Amaldi” di Novi Ligure. Il componimento di Kampschuur, privo di titolo, è un dialogo fra un acceso sostenitore delle più moderne tecnologie, che esalta in modo acritico e ingenuo Wikipedia, gli smartphone e i social media, e un amante del passato, che elogia invece la natura, i viaggi culturali, la capacità di riflessione che oggi sembra scomparsa. Il componimento di Bonini, intitolato Ex adamante nihil, flores e fimo nascuntur, parla del cattivo uso che si fa dei nuovi mezzi tecnologici, soprattutto televisione e Internet, con abbondanza di citazioni classiche, umanistiche (Erasmo) e cristiane (Papa Francesco), e con accenni ai temi della guerra, dell’immigrazione e dell’ambiente.