Una grande mostra sugli Etruschi e il loro mondo era necessaria a distanza di 20 anni dalle grandi mostre di Bologna e Venezia. L’occasione è imperdibile e il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta un ambizioso progetto scientifico dedicato esclusivamente a questa grande civiltà attraverso un’ampia esposizione di circa 1400 oggetti della cultura materiale provenienti da 60 musei ed enti internazionali ed italiani. “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” si presenta come un viaggio lungo secoli attraverso la geografia dei luoghi dove questa civiltà ha trovato terra fertile e che comprende territori che vanno al di là della Etruria nota, con una conoscenza approfondita della cosiddetta Etruria padana e campana, degli esiti di insediamenti, urbanizzazione e gestione economica e sociale con modelli differenti nello spazio e nel tempo ma tutti rigorosamente identificativi nella sola cultura “etrusca”.
Un viaggio quindi quello che guiderà il visitatore in questa dimensione metaforica di conoscenza dalle nebbiose pianure del Po fino alla calda terra Vesuviana, attraverso bronzi, buccheri, iscrizioni, strade e corsi fluviali che percorreranno paesaggi appenninici e mari. Proprio per chi non è addentro all’affascinante mondo etrusco è stato pensato un primo approccio nella sezione iniziale del percorso espositivo così da preparare il visitatore ai lineamenti principali della cultura e della storia di questo popolo attraverso il racconto di contesti archeologici e di oggetti del quotidiano fortemente identificativi. Così il viaggio potrà proseguire con una certa intelligenza e sapere iniziale verso le altre sezioni dove ci si immergerà nelle terre dei Rasna, come gli Etruschi chiamavano se stessi.
Era da anni che mancava un tentativo così ampio e ambizioso di mostrare le ultime ricerche e ritrovamenti così anche di far uscire dai depositi dei veri e propri gioielli nascosti. Una scommessa che non era facile da costruire soprattutto per la creazione di un filo conduttore che unisse realtà diverse sparse dal centro Italia alla Campania con peculiarità diverse ed evoluzioni non sempre lineari, un racconto che potesse attrarre allo stesso tempo esperti e non in un viaggio chiaro, avvincente e aggiornato.
Le tre sezioni della mostra ricalcano con fedeltà il processo che ha portato i curatori a creare questa grande esposizione. La curiosità antiquaria da cui a partire dal Seicento e dalla Firenze di Cosimo de’Medici hanno preso le mosse tanti viaggi in Etruria e una linea del tempo ricostruita attraverso materiali archeologici noti in quanto a differenza del mondo greco e romano le fonti scritte per la storia degli Etruschi sono fugaci e comunque indirette, senza tralasciare un vasto quadro dello sviluppo sociopolitico del popolo etrusco nelle sue connessioni con la storia della penisola italica e di tutto il Mediterraneo.
Così le vetrine e le vedute romantiche cedono il posto ad un allestimento coerente e ben studiato e scandiscono con dovizia le fasi principali del tempo degli Etruschi: le origini (IX secolo a.C.), l’alba della città (fine IX – terzo quarto dell’VIII secolo a.C.); il potere dei principi (ultimo quarto dell’VIII-inizi del VI secolo a.C.); una storia di città (VI-V secolo a.C.) e la fine del mondo etrusco (IV – I secolo a.C.).
Particolare attenzione nell’ultima e più consistente parte della mostra è dedicata alle ultime scoperte archeologiche messe ben in vista attraverso il racconto delle città di Tarquinia, Veio, Cerveteri, Pyrgi e Vulci, qui denominate come Etruria Meridionale. È un’occasione imperdibile per ammirare i nuovi rinvenimenti come la tomba della sacerdotessa di Tarquinia, i materiali votivi del Santuario – emporio di Pyrgi, la tomba dello scarabeo dorato di Vulci e la maschera visiera di uomo barbato sempre proveniente da questa città.
L’Etruria campana offre corredi funerari principeschi come quello della tomba femminile 74 da Monte Vetrano (Salerno) mentre quella “Interna” ci mostra una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi anni: il fanum Voltumnae, santuario federale di tutti gli Etruschi fino ad ora ricordato solo dalle fonti letterarie e oggi realtà anche archeologica. Per l’Etruria cosiddetta “settentrionale” è invece da Populonia che provengono alcune delle novità più interessanti della mostra come l’importante sepoltura bisoma di bambini in pithos, databile al IX secolo a.C., o il deposito delle armi rinvenuto sulla spiaggia di Baratti (V-IV secolo a.C.).
Novità affascinanti infine anche dall’Etruria padana, ampio territorio che a partire da Verucchio, terra dei signori dell’ambra, giunge fino a Marzabotto e al mare adriatico con Spina e Adria, passando per Felsina, la Bologna etrusca che le fonti chiamano Princeps Etruriae, per sottolinearne l’importanza e la nascita antichissima. Proprio da Bologna arriva un rinvenimento eccezionale, quello della tomba 142 della necropoli di via Belle Arti con un corredo di suppellettili in legno la cui conservazione rappresenta una novità e una eccezionale rarità nel panorama archeologico felsineo.
Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna è una mostra promossa e progettata da Istituzione Bologna Musei / Museo Civico Archeologico, in collaborazione con la Cattedra di Etruscologia e Antichità italiche dell’Università di Bologna, realizzata da Electa e posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana.
Il progetto scientifico è a cura di Laura Bentini, Anna Dore, Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi, Laura Minarini (Istituzione Bologna Musei / Museo Civico Archeologico), Elisabetta Govi, Giuseppe Sassatelli (Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum Università di Bologna). Il progetto di allestimento è curato da Paolo Capponcelli, PANSTUDIO architetti associati.
Grazie alla collaborazione con ASTER srl Archeologia Storia e Territorio è disponibile una vasta offerta didattica per le scuole di ogni ordine e grado e per il pubblico adulto. Accompagna la mostra anche un ampio catalogo edito da Electa con saggi introduttivi di Giuseppe Sassatelli, Vincenzo Bellelli, Roberto Macellari, Marco Rendeli, Alain Schnapp e Giuseppe Maria Della Fina. All’interno del catalogo ampi saggi sono dedicati alle singole sezioni della mostra con approfondimenti sui musei etruschi italiani corredati da un importante apparato di schede dedicate alle singole opere in mostra.