22 Luglio 2015
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Fino ad oggi l’inizio delle pratiche agricole viene fatto risalire al massimo a 12 mila anni fa, nell’area compresa tra Iraq, Iran, Turchia e Levante. Un nuovo studio presenta prove di tentativi di coltivazione che sposterebbero molto più indietro le attività agricole: addirittura a 23 mila anni fa. Le prove vengono da Ohalo II, un campo sedentario di cacciatori raccoglitori presso il Mare di Galilea in Israele.
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L’agricoltura su vasta scala iniziò solo molto più tardi, ma i tentativi di coltivazione sarebbero dunque cominciati molto prima rispetto a quanto ritenuto fino ad oggi. Tra le piante ad essere oggetto di questi tentativi di coltivazione vi sono erbe ed erbacce, tra le quali le versioni selvatiche di farro, avena e orzo. La ricerca ha evidenziato la raccolta estensiva, da parte dei cacciatori raccoglitori, di oltre 140 specie, con circa 150 mila campioni di resti di piante nell’area.


Lo studio “The Origin of Cultivation and Proto-Weeds, Long Before Neolithic Farming”, di Ainit Snir, Dani Nadel, Iris Groman-Yaroslavski, Yoel Melamed, Marcelo Sternberg, Ofer Bar-Yosef, Ehud Weiss, è stato pubblicato su PLOS One.
Link: PLOS One; American Friends of Tel Aviv University; Science Daily; Past Horizons; Archaeology News Network via Bar-Ilan University.

Fig 2. Orzo selvatico (Hordeum spontaneum).

(A) Orzo selvatico a Yakum Park (32° 14′ 50.28″ N, 34° 50′ 33″ E. Marzo 18, 2013). Cresce lì insieme ad altre specie come Galium aparine, Chrysanthemum coronarium, Notobasis syriaca, e Anthemis sp. (B) Stesso campo, che mostra l’orzo selvatico in tre stadi di maturazione – verde, verde-giallo e giallo. Da PLOS One, © 2015 Snir et al., Creative Commons Attribution License.
Fig 3. Tipo selvatico (a sinistra) e domestico (a destra) nelle rachidi dell’orzo selvatico (Hordeum spontaneum) da Ohalo II.Da PLOS One, © 2015 Snir et al., Creative Commons Attribution License.

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