Il processo della concia, presto sarà reso comprensibile ai visitatori del Parco grazie al riallestimento della più grande conceria fino ad ora nota. I locali dell’impianto saranno oggetto di interventi di restauro e valorizzazione, grazie alla collaborazione tra l’Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC) sponsor del progetto e il Parco archeologico di Pompei.
Quello tra l’Unione Nazionale Industria Conciaria e il Parco è un rapporto consolidato, che già nel 2008 ha visto l’UNIC – Concerie Italiane contribuire al restauro architettonico dell’ edificio, sponsorizzando il recupero di una parte delle aree destinate alla lavorazione delle pelli.
I due enti hanno poi rinnovato la loro collaborazione tramite un contratto di sponsorizzazione per il finanziamento da parte di LINEAPELLE srl, società controllata al 100% dal gruppo UNIC, di un progetto di valorizzazione, funzionale alla riapertura al pubblico del complesso della Conceria.
Il progetto è stato di recente avviato sotto la direzione operativa e scientifica del Parco, che ne ha curato anche la progettazione tramite i suoi funzionari.
L’impianto antico, realizzato intorno alla metà del I secolo d.C. negli spazi di un’abitazione precedente (Regio I), finì per occupare la quasi totalità dell’Insula 5. A seguito dei danni post terremoto del 62 d.C., l’attività subì importanti modifiche, più funzionali all’esercizio, e che gli conferirono l’aspetto che ad oggi si può ammirare. Le diverse operazioni di concia della pelle venivano effettuate in settori distinti.
Per esempio, il lavaggio del pellame che richiedeva l’impiego di sostanze maleodoranti veniva effettuato all’interno di dolia alimentati con acqua o addirittura lontano dal complesso, vicino alle rive del Sarno, mentre la concia vera e propria con la macerazione delle pelli avveniva all’interno di quindici vasche cilindriche conservatesi in uno degli ambienti dell’edificio.
Una volta terminati questi passaggi intermedi, le pelli venivano battute al di sotto dell’area porticata e lavorate in piccoli ambienti ad est del peristilio, divisi tra di loro da bassi muretti. Nell’edificio, inoltre, si trova anche un ampio triclinio estivo destinato ad ospitare gli ospiti del proprietario che aveva la sua residenza all’interno della sua attività.
Messo in luce alla fine dell’800, la conceria fu identificata come tale in base ad importanti testimonianze epigrafiche, agli utensili ivi ritrovati, oltre che dagli apprestamenti produttivi, molto simili a quelli in uso nelle concerie medievali e moderne.
Il progetto attuale avrà come obiettivo la riapertura al pubblico e la creazione di un “museo diffuso”, esperimento già di successo in alcune domus ed edifici di Pompei e che vedrà la realizzazione di pannelli, vetrine espositive, supporti multimediali al fine di permettere al visitatore una conoscenza delle modalità di concia della pelle nel mondo antico. Il progetto, inoltre, prevede anche la risistemazione del c.d. vicolo del Conciapelle che risulta fortemente danneggiato e sconnesso a causa dei danni prodotti da una delle tante bombe che colpirono Pompei tra agosto e settembre del 1943.
“L’accordo tra PAP e UNIC – Concerie Italiane è espressione di una sinergia tra pubblico e privato, oggi sempre più necessaria ad incentivare forme di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale. – dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei – Le aziende che scelgono di offrire il loro sostegno attraverso sponsorizzazioni esprimono una grande consapevolezza del valore del patrimonio culturale quale bene collettivo, e lungimiranza sulla nascita di nuovi processi che derivano dall’interazione con l’arte e la cultura.
E’ per tale motivo e sulla scia di questo virtuoso esempio, che il Parco Archeologico ha deciso di investire in questa direzione, attraverso la costituzione di un Ufficio Fundraising atto a promuovere in modo organico e strutturato la collaborazione pubblico-privato. Con risultati attesi che vanno ben oltre il “ rapporto di collaborazione e di vicendevole utilità” come dimostrato dalla testimonianza video dell’UNIC. La sinergia pubblico-privato e il consolidamento tra le realtà imprenditoriali con la cultura del territorio di riferimento sono, infatti, in grado di generare nuovi processi culturali e inaspettate ricadute socio-economiche. “
Foto Conceria Pompei: Courtesy of Press Office