11 Gennaio 2016
Wolf_on_alert
La domesticazione del cane domestico (Canis lupus familiaris) a partire dal lupo grigio (Canis lupus), potrebbe aver introdotto per il primo degli elementi di debolezza, nella forma di cambiamenti genetici nocivi.
La domesticazione ha implicato infatti endogamia e processi di selezione artificiale, tutti fenomeni poco studiati. Un nuovo studio ha preso in esame 19 lupi, 25 cani selvatici e 46 cani domestici da 34 razze, per giungere alla conclusione che la domesticazione può aver portato una serie di modificazioni genetiche nocive. La ricerca ritiene però responsabile non tanto l’endogamia, quanto i colli di bottiglia relativi a diminuzioni temporanee della popolazione (NdT: bottleneck in Inglese, ad indicare quando una popolazione si riduce di dimensione).
In sostanza, l’utilizzo di popolazioni limitate di cani al fine di ricavare quei tratti desiderati per ciascuna razza, può aver condotto all’accumulazione di variazioni genetiche nocive per l’animale, che possono potenzialmente portare a disordini nello sviluppo e altri rischi per la salute. Si suggerisce quindi il mantenimento di popolazioni di grande dimensione, come fattore critico per evitare l’accumulazione delle varianti deleterie.

Lo studio “Bottlenecks and selective sweeps during domestication have increased deleterious genetic variation in dogs”, di Clare D. MarsdenDiego Ortega-Del VecchyoDennis P. O’BrienJeremy F. TaylorOscar RamirezCarles VilàTomas Marques-BonetRobert D. SchnabelRobert K. Wayne, e Kirk E. Lohmueller, è stato pubblicato su PNAS.
Link: PNASUCLA Newsroom; Daily MailFox 11
Un lupo grigio (Canis lupus) da Ardahan in Turchia. Foto da WikipediaCC BY 3.0, caricata da Mariomassone.

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