La polvere che respiri era una casa, l’esordio di Eleonora Daniel

In principio eravamo un “io”. Ci siamo incontrati e abbiamo scelto di diventare un “noi”. Lei. Lui. Insieme. Di amore si parla spesso, ma in La polvere che respiri era una casa si analizza e descrive dolorosamente che cosa succede quando l’amore finisce. L’inizio è un glicine che fiorisce, perché anche di fiori si parla nel romanzo, di rampicanti che orlano la casa, il nido che abbiamo costruito e poi distrutto, come la relazione, come i nostri sogni e le nostre speranze.

Bollati Boringhieri ci regala un romanzo dalla penna finissima, attenta, curata in ogni dettaglio, ogni frase necessaria a mostrare un’ossessione, quella di tutti i giovani di oggi: e se non ce la facciamo?

la copertina del romanzo La polvere che respiri era una casa, di Eleonora Daniel, edito da Bollati Boringhieri (2025). Foto di Ilaria Parlanti
la copertina del romanzo La polvere che respiri era una casa, di Eleonora Daniel, edito da Bollati Boringhieri (2025). Foto di Ilaria Parlanti

Con un indiretto libero che toglie il respiro, quella prima persona plurale che si spezza in lei e in lui, la narrazione prende piede e si lascia incuneare in tutti gli spazi fra gli atri e ventricoli, finché il cuore non te lo distrugge, dalla tenerezza e dalla bellezza. Perché anche una fine, violenta, non digerita, fuggitiva, può contenere in sé i semi della poesia, quando il desiderio di costruire una casa diventa appunto polvere sui mobili, quando i muri della casa stessa si tramutano in cemento armato della cella, quando la volontà di riprodursi – l’idea di un figlio, di carne e sentimenti, di pianti e sorrisi – supera tutto il resto, mangiando brano a brano anche l’amore che è rimasto, non c’è niente da fare che distruggere tutto per poi, forse, sperabilmente, ricostruire.

La passione della scrittura, una promessa da mantenere, dei racconti da scrivere: Acqua, Pietra, Foglie, Fuoco. I principi del mondo sono tutti qui, nelle intenzioni. E come l’amore passa all’odio, l’acqua al fuoco, i quattro elementi contengono in sé gli atomi della burrasca.

Lontano da ogni potenziale banalità, Daniel sapientemente racconta due punti di vista diversissimi eppure complementari; sviscera la creatività – umana e letteraria – dei protagonisti, passando dai pieni ai vuoti, regalando un malinconico silenzio a fine lettura, in cui puoi solo pensare:

“È nata una nuova e potentissima voce”.

la copertina del romanzo La polvere che respiri era una casa, di Eleonora Daniel, edito da Bollati Boringhieri (2025)
la copertina del romanzo La polvere che respiri era una casa, di Eleonora Daniel, edito da Bollati Boringhieri (2025)

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.

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