La polvere che respiri era una casa, l’esordio di Eleonora Daniel
In principio eravamo un “io”. Ci siamo incontrati e abbiamo scelto di diventare un “noi”. Lei. Lui. Insieme. Di amore si parla spesso, ma in La polvere che respiri era una casa si analizza e descrive dolorosamente che cosa succede quando l’amore finisce. L’inizio è un glicine che fiorisce, perché anche di fiori si parla nel romanzo, di rampicanti che orlano la casa, il nido che abbiamo costruito e poi distrutto, come la relazione, come i nostri sogni e le nostre speranze.
Bollati Boringhieri ci regala un romanzo dalla penna finissima, attenta, curata in ogni dettaglio, ogni frase necessaria a mostrare un’ossessione, quella di tutti i giovani di oggi: e se non ce la facciamo?

Con un indiretto libero che toglie il respiro, quella prima persona plurale che si spezza in lei e in lui, la narrazione prende piede e si lascia incuneare in tutti gli spazi fra gli atri e ventricoli, finché il cuore non te lo distrugge, dalla tenerezza e dalla bellezza. Perché anche una fine, violenta, non digerita, fuggitiva, può contenere in sé i semi della poesia, quando il desiderio di costruire una casa diventa appunto polvere sui mobili, quando i muri della casa stessa si tramutano in cemento armato della cella, quando la volontà di riprodursi – l’idea di un figlio, di carne e sentimenti, di pianti e sorrisi – supera tutto il resto, mangiando brano a brano anche l’amore che è rimasto, non c’è niente da fare che distruggere tutto per poi, forse, sperabilmente, ricostruire.
La passione della scrittura, una promessa da mantenere, dei racconti da scrivere: Acqua, Pietra, Foglie, Fuoco. I principi del mondo sono tutti qui, nelle intenzioni. E come l’amore passa all’odio, l’acqua al fuoco, i quattro elementi contengono in sé gli atomi della burrasca.
Lontano da ogni potenziale banalità, Daniel sapientemente racconta due punti di vista diversissimi eppure complementari; sviscera la creatività – umana e letteraria – dei protagonisti, passando dai pieni ai vuoti, regalando un malinconico silenzio a fine lettura, in cui puoi solo pensare:
“È nata una nuova e potentissima voce”.

Il libro recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.