MRS HARRIS GOES TO PARIS – La Signora Harris va a Parigi
Diretto da Anthony Fabian e con Lesley Manville, Isabelle Huppert, Rose Williams e Jason Isaacs
DAL 17 NOVEMBRE #SOLOALCINEMA
Adattamento dell’omonimo romanzo di Paul Gallico. Ambientato nella Londra degli anni ’50, La Signora Harris va a Parigi è l’incantevole storia di una comune governante britannica il cui sogno di possedere un abito da sera firmato Christian Dior la condurrà verso una straordinaria avventura a Parigi.
Con l’adattamento cinematografico del romanzo scritto da Paul Gallico nel 1958, Mrs. ’Arris Goes to Paris, il regista e autore Anthony Fabian mette in scena una fiaba moderna e positiva sulla volontà di realizzare i propri sogni, sul valore dell’amicizia e sull’importanza di rimanere fedeli a sé stessi.
Focus Features, in associazione con eOne e il National Film Institute of Hungary, presenta LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI: Lesley Manville, Isabelle Huppert, Jason Isaacs, Ellen Thomas, Anna Chancellor, Lambert Wilson, Alba Baptista, Lucas Bravo, Rose Williams. Musiche di Rael Jones. Montaggio a cura di Barney Piling. Costumi firmati da Jenny Beavan. Scenografie opera di Luciana Arrighi. Direttore della Fotografia Felix Wiedemann. Produttori Guillaume Benski, Xavier Marchand, Anthony Fabian. Sceneggiatura di Carroll Cartwright, Anthony Fabian, Olivia Hetreed e Keith Thompson, basata sul romanzo di Paul Gallico. Regia di Anthony Fabian.
DALLA PAGINA ALLO SCHERMO: LA STORIA PRENDE VITA
L’incantevole romanzo di Paul Gallico, pubblicato nel 1958, Mrs. ’Arris Goes to Paris, porta Ada Harris, un’umile lavoratrice ingenua e svampita, ad affrontare l’avventura di una vita nel tentativo di acquistare un abito firmato Christian Dior. Questa favola, piena di buoni sentimenti, è il primo capitolo di quattro libri dedicati a un’eroina travolgente e capace di riempire di gioia innumerevoli lettori nel corso dei decenni. Già nel 1992, c’è stata occasione di vedere in televisione un adattamento con la leggendaria Angela Lansbury nel ruolo della protagonista, una donna di servizio di Battersea.
Il regista Anthony Fabian conosceva bene la storia, non solo la deliziosa Mrs. Harris ma anche la ricca produzione letteraria di Gallico, uno fra i suoi autori preferiti. Così, quando John Brown, manager del patrimonio di Gallico, ha contattato Fabian per valutare l’opportunità di portare il testo sul grande schermo, l’interesse è immediatamente arrivato alle stelle.
Il percorso cinematografico di Fabian era fino a quel punto fondato su drammi familiari ispirati a storie vere, ma nonostante tutto ciò ha trovato un’affinità con il materiale a disposizione. Avendo vissuto a Parigi da ragazzo, per poi trasferirsi in Inghilterra per gli anni del college, il regista ha avuto modo di apprezzare entrambe le culture, che sono nel cuore di questa storia. “Ho potuto conoscere questi due mondi in profondità, tanto Londra che Parigi,” spiega Fabian. “Ero convinto che ci fosse una storia da poter raccontare in maniera autentica e accurata.”
Anche se in prima battuta è entrato con la prospettiva di occuparsi esclusivamente della regia, Fabian ha deciso di acquisire i diritti come produttore dell’adattamento cinematografico e ha cominciato a lavorare sulla sceneggiatura, oltre che cercare nuovi partner da coinvolgere. Si è così rivolto a Carroll Cartwright, con cui aveva in passato lavorato sul lungometraggio Più Forte Delle Parole – Louder Than Words. Insieme, hanno curato le prime stesure, per poi essere affiancati per la versione finale dal prolifico sceneggiatore per cinema e televisione Keith Thompson e l’autrice di La Ragazza Con L’Orecchino di Perla – A Girl with a Pearl Earring Olivia Hetreed.
Durante il lavoro di adattamento, Fabian voleva rendere chiaro quali fossero le ragioni, quasi diventate un’ossessione, per Mrs. Harris nel volere uno splendido vestito d’alta moda.
“Il libro ti porta al cuore della storia, ma non approfondisce il colpo di fulmine,” spiega. “Non spiega nel dettaglio i motivi per cui Mrs. Harris voglia questo vestito, sembra una scelta semplicemente frivola e superficiale, ma deve esserci qualcosa di più profondo. Alla fine, volevo sottolineare come il cuore di Ada Harris potesse trovare un sollievo da questo viaggio. È una donna vedova che ha congelato le proprie emozioni e l’abito è un oggetto inanimato che può amare senza tradire il marito. In qualche modo, il vestito è un feticcio che le permette di riaprire il cuore e tornare ad amare ancora.”
Per gli aspetti produttivi, Fabian si è rivolto al proprio amico Guillaume Benski (A Long Way from Home, The Unattainable Story).
“La mia linea editoriale è di realizzare film che possano parlare a spettatori di tutto il mondo,” afferma Benski. “Cerco storie che possano viaggiare superando ogni confine ed è esattamente quello che garantisce questa storia. Un soggetto e una sceneggiatura straordinaria, capace di essere universale ed emozionante.”
Benski ha poi parlato con il produttore londinese Xavier Marchand (Il Diritto Di Uccidere – Eye in the Sky, Suite Francese – Suite Français) per verificare l’interesse nell’unirsi nel team creativo del film. “Sono rimasto sorpreso,” racconta Marchand parlando della sceneggiatura.
“Ho subito avuto la sensazione che ci fosse il potenziale per raggiungere un grande pubblico. Era chiaro che Tony fosse totalmente rapito dal libro, un materiale conosciuto e rielaborato.”
Con la crescita del progetto, gli autori sono giunti alla conclusione che sarebbe stato fondamentale creare una partnership collaborativa con Dior, data l’importanza che la storica casa di moda ha durante le vicende raccontate. Peraltro è stato interessante scoprire che LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI è il primo film per il cinema che si focalizza su Dior in uno dei momenti più importanti della sua storia, alla metà del secolo scorso.
“Il film parla di Dior,” sottolinea Benski. “Dior è in ogni scena, è un protagonista. Non vediamo molto Christian Dior, ma è chiaro il ruolo che il brand ha durante tutta l’opera.”
Fabian e i suoi partner produttivi hanno contattato il marchio di moda e hanno trovato una risposta di piena cooperazione e supporto. Il Direttore della Comunicazione Mondiale per Christian Dior Couture, Olivier Bialobos, si è rivelato un alleato prezioso.
“Hanno da subito colto il valore del progetto,” conferma Benski. “I loro valori erano assolutamente coerenti, nel pieno rispetto della bellezza e del lusso espresso da Dior.”
Inoltre, gli autori hanno potuto visitare la mostra “Christian Dior: Designer of Dreams,” tenuta dal 2 febbraio 2019 al 1 settembre 2019 a Londra, al Victoria and Albert Museum, che ha enfatizzato ancora di più il legame della casa di moda con il Regno Unito. L’allestimento presentava più di 500 oggetti, inclusi oltre 200 rari pezzi d’alta moda accompagnati da fotografie, illustrazioni, testimonianze, profumi e accessori. Ovviamente non mancava il romanzo di Gallico.
“Il libro era in una delle prime vetrine della mostra,” ricorda Marchand. “È stata una sorpresa comprendere quanto facesse parte del DNA della casa di moda.”
ALLA RICERCA DI MRS. HARRIS: IL CAST DEL FILM
Ada Harris non è una persona comune. Perennemente gentile, incredibilmente disponibile, ed estremamente affidabile, è una donna che ha una piena fiducia in sé stessa, e si sforza di vedere sempre il meglio negli altri, o almeno tenta di soprassedere sui loro difetti o errori più evidenti.
“Mrs. Harris è un personaggio autentico e ciò che rende piacevole la sua presenza è il fatto di porsi sempre in maniera così genuina,” spiega il regista Fabian. “Non indossa alcuna maschera, anzi riesce a mettere a proprio agio le persone che le sono attorno, tutti gli altri personaggi della storia. Mrs. Harris li aiuta a diventare più onesti.”
Per trovare un’attrice che potesse con talento esprimere questo mix di calore e fascino, Fabian si è rivolto all’attrice nominata per il Premio Oscar® Lesley Manville, interprete di grande esperienza conosciuta per le collaborazioni con il regista Mike Leigh e l’apprezzata partecipazione al fianco di Daniel Day Lewis nel film di Paul Thomas Anderson Il Filo Nascosto – Phantom Thread.
“Lesley Manville ha qualità straordinarie, inclusa una versatilità attoriale che le permette di spaziare dalla dolcezza alla forza di Ada. È un personaggio che vive un enorme arco narrativo durante la sua avventura. Sono poche le attrici che avrebbero potuto vestire i panni di un personaggio come Ada.”
Manville conosceva già bene la vita in Inghilterra negli anni ’50, il periodo in cui il film è ambientato, e il mondo della moda in quegli anni, grazie alla preparazione fatta per Il Filo Fantasma – Phantom Thread. L’attrice ha ritenuto che il ruolo potesse essere un’opportunità intrigante, anche per le caratteristiche di un personaggio così variopinto, e ha accettato tanto di recitare che di entrare nel progetto come produttrice esecutiva.
“Sono conosciuta per aver preso ruoli complicati sul palco e davanti alla macchina da presa,” spiega Manville. “Ho creduto che sarebbe stato bello lavorare su un personaggio a tutto tondo, negli aspetti più diversi che la sua personalità esprime. Ada ha uno spirito combattivo, ma allo stesso tempo è generosa, attenta agli altri, affettuosa. Le donne degli anni ’50 sono state ingabbiate negli schemi costruiti dalla società dell’epoca, ma Ada rifiuta questa dinamica. È ironica, spiritosa, piena di gioia. È una donna onesta e corretta, molto alla mano. Ada è aperta a ogni opportunità che le si prospetta e soprattutto innamorata dell’amore.”
All’inizio del film l’amato marito di Ada, Eddie, è ormai scomparso da anni, non essendo mai tornato dai conflitti della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, Ada ha ancora molto amore da condividere, e la relazione più importante è con la sua migliore amica, anche lei donna delle pulizie, Vi Butterfield.
“L’amicizia fra Vi e Ada è molto importante,” conferma Manville . “Sono una il punto di riferimento dell’altra.”
Per il ruolo dell’affettuosa e fedele Vi, gli autori hanno scelto l’attrice Ellen Thomas, conosciuta per il suo lavoro a teatro e sulla televisione britannica. Da esperta professionista messa nelle condizioni di poter recitare al fianco di Manville, Thomas è stata entusiasta di accettare, anche per la possibilità di valorizzare l’importante contributo della comunità afro-caraibica agli sforzi di guerra britannici.
“Le donne afro-caraibiche hanno avuto un ruolo vitale per l’economia di questo paese già dagli anni ’50 e raramente si è potuto apprezzare questo sforzo sugli schermi,” sottolinea Thomas. “Le ricerche fatte sono state incredibili. Era il periodo in cui cartelli vietavano l’ingresso ai cani, alle persone di colore e agli irlandesi. La comunità afro-caraibica aveva grossi problemi a trovare alloggio e lavori.”
Nelle conversazioni avute sui propri personaggi, Manville e Thomas hanno discusso per capire su quali circostanze possano aver fatto conoscere Ada e Vi, e sono così arrivate all’idea che abbiano lavorato insieme in fabbrica durante la guerra e da lì siano diventate amiche per la vita.
“Io e Leslie abbiamo parlato a lungo per capire come siano arrivate a entrare e uscire una dalla casa dell’altra, conoscendo ogni dettaglio dell’altrui vita e diventando così saldamente legate,” racconta Thomas, che ha da subito provato una grande ammirazione per il proprio personaggio. “Adoro che sia diretta e in questo molto simile ad Ada. Sono persone oneste e chiare. Mi piace anche che abbia mantenuto gran parte del proprio accento e non abbia provato a controllarlo. È rimasta se stessa.”
Fabian è rimasto molto sorpreso dall’interpretazione offerta da Thomas in questo ruolo.
“Ellen è una donna piena di gioia che la rende semplicemente irresistibile. Insieme a Lesley costruisce una combinazione perfetta, sinceramente inattesa per quanto prevedevo,” spiega il regista.
Le due donne si incontrano spesso dopo il lavoro per un drink al pub di quartierer, e lì trovano un’adorabile canaglia irlandese di nome Archie, allibratore dai modi maliziosi ma rispettosi che mantiene una simpatica amicizia con le signore. Frutto della fantasia degli sceneggiatori, il personaggio diventa una figura chiave per permettere ad Ada di risparmiare abbastanza soldi da pagarsi l’abito. Inoltre, si rivelerà anche un personaggio che potrebbe avere un ruolo ancora più centrale nella sua vita.
La parte è stata affidata a Jason Isaacs, conosciuto per il suo lavoro in film come Fine di Una Storia – The End of the Affair, Morto Stalin, Se Ne Fa Un Altro – The Death of Stalin, e per aver interpretato il malvagio Lucius Malfoy nella saga di Harry Potter.
“Si è trattato di una lettura totalmente diversa da quelle che faccio di solito,” spiega Isaacs parlando della sceneggiatura. “È incredibilmente dolce e ottimista, senza essere semplicistica. Riesce a celebrare un personaggio come Mrs. Harris senza essere giudicante. Ho trovato la storia molto moderna e capace di offrire uno sguardo raffinato anche sul capitalismo e sulla società. Ti sorprende continuamente.”
Ada rimane molto sorpresa da se stessa quando prova questa sensazione di rapimento per via dell’abito Christian Dior che vede appeso nel guardaroba dell’imperiosa Lady Dant (Anna Chancellor), una cliente che spende soldi con grande leggerezza ma piange miseria quando è il momento di pagare Ada per i suoi servizi.
“Anna Chancellor è nata in un contesto simile a quello di Lady Dant, suo padre era un militare di alto grado,” spiega Fabian parlando dell’attrice inglese. “Conosce il personaggio come le sue tasche. Riesce a esprimere un’ironia cupa molto divertente con un fare nobile perfetto per questa parte.”
Lady Dant non è l’unica cliente problematica nella vita di Ada. Si prende infatti cura anche dell’aspirante attrice Pamela Penrose, una bionda esplosiva del tipo Jayne Mansfield che vive in affitto in un appartamento al centro di Londra, nel frequentato quartiere di Belgravia.
“Vive oltre le proprie possibilità,” spiega l’attrice Rose Williams (Sanditon, Reign), che ha ottenuto il ruolo di questa ingenua confusionaria. “È un personaggio frenetico, caotico e tendente al dramma, senza dubbio molto divertente da interpretare.”
Una volta che Ada prende la decisione di volere un abito per se stessa, accetta una serie di lavori extra, giorno e notte, per guadagnarsi il denaro di cui ha bisogno. Ma il destino le offre anche soluzioni inattese, per cui con alcuni guadagni totalmente insperati riesce presto a partire alla volta di Parigi. Una volta arrivata, Ada realizzerà velocemente che l’acquisto di un vestito firmato Dior non equivale semplicemente a entrare in un negozio in cui si paga il dovuto alla cassa.
La formidabile direttrice della Casa di Moda Dior, Madame Colbert, si rifiuta addirittura di intrattenere Ada all’interno degli esclusivi ambienti delo showroom, in particolar modo nella mattina in cui Monsieur Dior in persona svelerà l’attesa collezione per il decimo anniversario a un selezionato gruppo di clienti. Fortunatamente per Ada, il ricco Marquis de Chassagne arriva giusto in tempo per assistere al conflitto fra Mrs. Harris e Madame Colbert. Da vero cavaliere, l’uomo invita Ada ad accompagnarlo all’evento come sua ospite.
Durante la selezione degli attori, la credibilità è stata la linea guida per il regista e produttore Fabian, determinato nel voler affidare le vesti di Madame Colbert a un’attrice francese: la prima scelta è stata l’attrice nominata per il Premio Oscar® Isabelle Huppert. L’incastro ha funzionato perfettamente e l’interprete ha accettato il ruolo.
“Isabelle è stata capace di regalare al personaggio diverse sfaccettature, con un approccio stravagante e divertente, non esclusivamente freddo e ostile,” illustra Fabian. “Madame Colbert, in superficie, potrebbe essere considerata la principale antagonista, una figura antipatica, ma nell’evoluzione del suo personaggio si finisce a provare empatia per il suo destino. Solo un’attrice del calibro di Isabelle Huppert avrebbe potuto interpretare queste complessità.”
“Parte del merito, senza dubbio, è che si tratta di una francese nel midollo,” continua Fabian. “Il film lavora proprio sui contrasti che emergono fra il mondo di Ada e l’ambiente con cui si confronta in Francia. Con un’attrice del calibro di Isabelle, rende il contrasto come elemento fondamentale di questa storia.”
Huppert ha ritenuto da subito che la sceneggiatura fosse molto divertente senza dover sacrificare nulla in termini di sostanza.
“L’amicizia che si sviluppa fra Mrs. Harris e Madame Colbert è incredibilmente profondo,” spiega Huppert. “Madame Colbert capisce che tipo di persona sia Ada perché hanno la stessa energia, l’identico senso di giustizia. Il testo che ho letto è pieno di cuore, è profondo, riesce a lavorare sulle emozioni e in qualche modo ha anche un significato politico”.
Allo stesso modo, gli autori hanno voluto l’attore francese Lambert Wilson per il focoso Marquis de Chassagne.
“L’aspetto meraviglioso di Lambert è che non solo ha il fascino, la grazia e le sembianze di un nobile, ma parla anche un perfetto inglese che lo rende credibile nei panni di un uomo che è andato al college da giovane,” ricorda Fabian. Si unisce Marchand: “È la personificazione perfetta di come immagineresti un aristocratico francese.”
Alla fine, Madame Colbert cede e permette a Mrs. Harris di acquistare un pezzo della collezione. Dalla sua prima scelta, uno straordinario abito rosso chiamato “Tentazione”, passa a un’elegante abito verde, dal titolo “Venus”. Ma Ada rimane stupita dall’apprendere che ci vorranno settimane per completare l’abito e aggiustarlo con le sue misure esatte. Non avendo un posto dove dormire né soldi per pagare una stanza, è preoccupata che questa evoluzione possa compromettere il suo sogno.
Così, il dolce e timido contabile della casa Dior, André Fauvel, interpretato dall’attore francese Lucas Bravo (Emily in Paris), si inserisce. André invita Mrs. Harris a stare da lui per tutto il tempo di cui avrà bisogno, visto che la sorella è fuori e la sua stanza è libera.
“Lucas è capace di esprimere un’intensità che ti lascia senza fiato, quando ti guarda con quegli occhi, e ha un’intelligenza veramente intuitiva,” spiega Fabian. “Lucas è molto bello, ma pieno di insicurezze. Funziona proprio perché ha le qualità di Clark Kent, a suo modo, capace di togliersi gli occhiali e diventare un’altra persona”.
Comunque, anche se bellissimo, André non ha il coraggio di esprimere il proprio amore per la modella Dior, Natasha, una solare e attraente giovane ragazza che conduce una vita invidiabile, fra feste e anteprime cinematografiche, anche se aspira a un’esistenza più tranquilla.
“Ho lavorato sul personaggio basandomi sul me stesso a 18 anni,” spiega Bravo. “Non ero in grado di parlare a una ragazza senza bloccarmi. Per Andrè, ho trovato molto emozionante che possa provare un amore puro e comunque rimanere in disparte soffrendo in silenzio. Amo profondamente la poesia che esprime questa solitudine.”
Per il ruolo di Natasha, Fabian ha scelto l’attrice portoghese Alba Baptista, che ha recitato nella serie Netflix Warrior Nun.
“Alba è esattamente come è descritta nella sceneggiatura,” afferma Fabian “È una ragazza seria, ma capace di illuminare una stanza con il suo sorriso. Durante il provino mi ha detto di non essere certa di voler continuare con la recitazione, e di essere pronta a dedicarsi allo studio della filosofia, e anche nel film, il personaggio di Natasha non è certo se vuole rimanere una modella o dedicarsi agli studi. Era una coincidenza troppo bella da poterla ignorare.”
“Mi sono innamorato all’istante di Natasha,” racconta Baptista. “Abbiamo entrambe sofferto di crisi esistenziali nel corso della nostra vita. Sono veramente legata al suo personaggio e sono contenta di averle potuto dare vita.”
Nel corso della storia, tutti i personaggi si trovano arricchiti dall’incontro con Mrs. Harris, anche lo stesso Monsieur Dior, interpretato nelle poche scene in cui appare da Philippe Bertin.
LA PRODUZIONE: RICOSTRUIRE L’ATELIER DIOR E NON SOLO
LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI è stato girato fra Budapest e Londra nel 2020 con alcune riprese aggiuntive organizzate a Parigi agli inizi del 2021. I protocolli COVID-19 sono stati osservati con attenzione per proteggere tutti i lavoratori coinvolti.
“Ci siamo adattati per fare continui test di controllo, usando sul set tutti i protocolli di protezione universale e programmando un piano di lavorazione che non ponesse troppa pressione sugli attori,” spiega il produttore Guillaume Benski. “È stato complesso gestire tutti i viaggi perché i paesi europei cambiavano continuamente gli accordi, aumentando il livello di stress, anche se non c’è mai stato un momento in cui abbiamo perso la fiducia.”
Mentre parte della squadra produttiva si occupava degli aspetti logistici, il regista Anthony Fabian si è dedicato alla creazione di una squadra creativa che potesse mettere sul grande schermo questa storia. In termini di tono, Fabian ha sempre pensato al film come un musical senza la partitura musicale, puntando a girare scene con movimenti ricchi di ritmo.
“Lo stile alla base è il realismo magico,” dice Fabian. “Il film è ovviamente radicato nella realtà dei tempi che racconta, ma non perde lo spirito di favola per adulti, che colora e arricchisce la storia. Se ti abbandoni troppo agli elementi magici, perdi la credibilità, ma se non osi per niente rischi di non far sognare lo spettatore.”
Fabian si è convinto che la collaborazione con un direttore di fotografia più giovane avrebbe portato al film una componente di vitalità da usare per raccontare la gioia di vivere espressa da Mrs. Harris. Lesley Manville ha così suggerito la professionalità di Felix Wiedemann, con cui aveva lavorato sul film per la televisione The Go-Between (2015) e il lungometraggio Appuntamento Al Parco – Hampstead (2017). Una volta che Wiedemann e Fabian si sono incontrati, rapidamente si è creata una piena sintonia artistica.
“È un professionista dall’incredibile sensibilità,” racconta Fabian. “L’uso delle luci è stato straordinario. Ha compreso in pieno quello che intendevo, anche sui movimenti della macchina da presa. Abbiamo spesso provato a girare lunghi piani sequenza, per dare un senso coreografico alle scene, per un risultato fluido che contribuisce a garantire quel senso di musical che cercavo.”
Per assicurare a LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI un look fedele al momento storico in cui è ambientato, Fabian è riuscito a coinvolgere la scenografa vincitore del Premio Oscar® Luciana Arrighi, (Casa Howard – Howard’s End, Ragione e Sentimento – Sense and Sensibility, Anna and the King). Oltre alla sua memorabile esperienza cinematografica, Arrighi ha anche lavorato per Yves Saint Laurent negli anni ’60 a Parigi, portando quindi una conoscenza unica di quello che era il mondo della moda in quegli anni.
Le idee sviluppate per i set principali del film – dal modesto appartamento seminterrato di Mrs. Harris a Londra alle residenze dei suoi vari datori di lavoro, come tutti i luoghi che visita durante la sua permanenza a Parigi – hanno portato Fabian e Arrighi a lavorare su due immaginari completamente distinti per ogni città, ognuna con la propria specifica estetica. Londra nel dopo guerra è cupa, con colori che spaziano dal grigio al verde e al marrone, mentre Parigi è più seducente e audace, con toni crema, neri e blu.
“Il film lavora molto sui contrasti, parlando fondamentalmente di un pesce fuor d’acqua, di qualcuno che si ritrova in un universo completamente nuovo,” spiega Fabian. “Sembra quasi che Mrs. Harris stia sbarcando da un’astronave salpata da Londra e atterrata a Parigi. All’epoca erano effettivamente due città molto più diverse di quanto lo siano oggi.”
Una delle principali priorità di Arrighi era ricreare l’Atelier Dior nel 1957 nella maniera più fedele. Dior ha fornito tutta la documentazione possibile sull’edificio che si trova a Avenue de Montaigne 30. Arrighi e la sua squadra hanno ricreato la grande scala centrale, il salone principale e i camerini negli ambienti a disposizione a Budapest. Gestire tutto nello stesso spazio ha permesso agli attori di muoversi esattamente come coloro che frequentavano la Casa di Moda all’epoca. Inoltre, Dior ha fornito alcuni dei mobili e degli accessori che venivano usati all’epoca.
Architettura e interni sono stati realizzati con un’attenzione maniacale da parte degli autori e della stesso brand.
“Tutto è stato fatto per essere fedele all’identità Dior e non è stato facile,” racconta Arrighi. “Non abbiamo voluto inventare nulla, essendo un ambiente così conosciuto nel mondo della moda. Sapevamo di avere gli occhi addosso di molti Parigini che avevano vissuto in quegli anni.”
Poter lavorare in un teatro di posa ha permesso al regista di creare una dimensione unica sul set.
“È stato meraviglioso vivere questi spazi e ritrovarli esattamente come immaginavo,” afferma Fabian. “Fra salone e camerini tutto rispondeva alle nostre esigenze. Per non parlare dell’anticamera all’ingresso, prima della grande scala. È stato un grande sforzo, ma completamente ripagato.”
VESTIRE MRS. HARRIS: I COSTUMI INCONTRANO L’ALTA MODA
“La moda è tutto per me,” sono le celebri parole scritte da Christian Dior nelle sue memorie.
Stilista iconico, mancato a soli 52 anni per un fatale attacco cardiaco durante una vacanza in Italia nell’ottobre 1957, è stato negli ultimi dieci anni della sua carriera professionale la persona che ha ridefinito il concetto di alta moda. La sua prima collezione, lanciata il 12 febbraio 1947 al numero 30 di Avenue de Montaigne, presentava quello che sarebbe divenuto il suo pezzo più iconico, la giacca Bar. Definita da Vogue una “meraviglia architettonica,” la giacca era composta da una seta color avorio abbinata a una gonna nera Corolle.
Il risultato fu straordinario e le donne più conosciute al mondo affollarono l’atelier per poter indossare quello che fu chiamato il New Look, con queste lunghe gonne chiuse sul girovita. All’epoca si era soliti dire che Dior aveva vestito tutte le persone che contavano: la Principessa Margaret, Eva Perón, Ava Gardner, Marlene Dietrich, Rita Hayworth e tante altre.
Per creare i costumi per LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI, gli autori del film avevano bisogno di una delle professioniste più conosciute come la tre volte vincitrice del Premio Oscar® Jenny Beavan (Crudelia – Cruella, Mad Max: Fury Road, Camera Con Vista – A Room with a View). Beavan è arrivata sul progetto forte anche del lavoro fatto con l’attrice Lesley Manville per la mini-serie ambientata nell’’800, Cranford; Beavan e Arrighi, inoltre, hanno lavorato insieme già in sei precedenti film.
“Ho sempre saputo che questo film sarebbe stato il sogno di qualsiasi costumista, per cui mi sono sentito nelle condizioni di poter puntare in alto nella selezione,” spiega Fabian. “Jenny Beavan è senza dubbio una delle migliori costumiste britanniche. La sua attenzione al dettaglio è sbalorditiva. Lavora molto d’istinto e ha un approccio unico nella gestione del colore.”
Il periodo era perfetto. Beavan aveva appena concluso il lavoro sulla complessa produzione Disney Crudelia – Cruella, (per cui ha vinto il suo terzo Premio Oscar®) a sua volta ambientato nel mondo della moda.
“Ho sempre pensato che il personaggio di Emma Thompson, la Baronessa, in Crudelia – Cruella fosse senza dubbio influenzata da Dior, e il destino beffardo mi ha portato su LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI,” racconta Beavan. “Ho provato un grande interesse per Dior, ho letto molto, ho studiato la sua vita e la sua straordinaria relazione con le modelle. Ci sono ore e ore di video sulle sfilate su Youtube, materiale meraviglioso in cui queste giovani ragazze raccontano cosa voglia dire lavorare nella moda in quegli anni. Me le sono gustate con grande piacere.”
Beavan ha potuto lavorare direttamente con la casa di moda, avendo accesso agli archivi storici, che contengono fra i numerosi reperti, bozzetti originali e diari, come modellini per i vestiti.
“È stato affascinante, a dir poco,” ricorda Beavan parlando della sua esperienza negli archivi. “Hanno tirato fuori informazioni meravigliose, riempiendomi di stimoli, consapevoli che parlavamo la stessa lingua.”
La costumista è stata il ponte fra Dior e la produzione. “Jenny è stata fondamentale nel gestire il rapporto,” conferma Benski. “Si è assicurata che gli abiti fossero prodotti in maniera rigorosa e autentica, nel pieno rispetto degli originali.” Aggiunge il produttore Xavier Marchand: “Ha lavorato in maniera meravigliosa. Grazie ai prestiti di gioielli, cappelli e scarpe da parte di Dior, siamo riusciti a replicare in pieno lo stile.”
Chiaramente, quando il pubblico incontra per la prima volta Ada, non ha mai sentito parlare di Christian Dior. È una donna inglese di umili origini, una lavoratrice con un guardaroba limitato a vestiti pratici con motivi floreali, che comunque non rinuncia a curare la propria immagine. Per costruire il personaggio nelle sue prima fasi, Bevan e la truccatrice Csilla Horvath hanno preso ispirazione dalle foto della madre di Manville negli anni ’50.
“Mia madre era una classica casalinga, ma non le mancava una certa eleganza,” spiega Manville. “Portava i capelli corti, che ogni settimana si faceva sistemare dalla parrucchiera. Dovevano durare esattamente una settimana. Ogni tanto si metteva i bigodini e provava a sistemarli da sola. Come quelle donne dell’epoca, Ada è molto meticolosa nel curare il proprio aspetto. Non ha molti soldi per comprarsi abiti, ma è sempre molto curata, pulita e ordinata.”
Non essendo una donna che può permettersi spese per negozi, l’irrefrenabile desiderio di possedere un abito Dior è una totale rivoluzione. Per la scena in cui si scatena la sua ossessione è stato scelto un pezzo Dior che ha l’enigmatica caratteristica di non essere indossato da nessuno.
“Un abito normalmente è portato alla vita da chi lo indossa, con le sue forme e il suo linguaggio del corpo,” spiega Beavan. “Questo vestito invece non prende vita. Mrs. Harris, naturalmente tendente a motivi floreali, ha una reazione inattesa alla vista di questo abito. È molto diverso da tutto quello che abbia mai visto nella sua vita.”
L’ambizione di Ada trova un ostacolo quando si presenta all’atelier con una borsa piena di denaro in contanti, fra i raffinati impiegati e la clientela snob dello stilista, inclusa Madame Colbert. Mrs. Harris appare come un extraterrestre.
“Tutte le donne sono vestite in nero con abiti Dior,” spiega Beavan. “Hanno una figura molto severa, ma sono veramente meravigliose.”
Dior ha prestato per il film cinque abiti provenienti dalla sua collezione storica, mentre il compito di Beavan e la sua squadra è stato di ricreare tutti gli altri pezzi presenti nel film. Per questo ambizioso obiettivo, Beavan si è avvalsa del prezioso aiuto di due costumisti londinesi come John Bright, con cui ha lavorato in passato per le produzioni ambientate nei primi del Novecento della Merchant Ivory Productions e con Jane Law, con cui aveva già collaborato su Crudelia – Cruella.
“John è uno dei professionisti più intelligenti che io conosca, mentre Jane è una delle mie costumiste preferite per la sua capacità di realizzare qualsiasi tipo di abito,” spiega Beavan.
LA SFILATA DI MODA
Uno degli impegni maggiori che la produzione ha dovuto affrontare è senza dubbio stato la messa in scena della sfilata di moda a cui Mrs. Harris partecipa come ospite invitata dal Marquis de Chassagne. La donna rimane estasiata dalla parata di splendidi abiti, uno più bello dell’altro. Tutti i pezzi presentati sullo schermo durante la scena sono reali modelli firmati Christian Dior, eccetto “Temptation” e “Venus,” che Beavan ha disegnato nel pieno rispetto dell’estetica della casa di moda. Tutti sono stati ricreati fedelmente da Bright e Law.
“Sono entrambi due professionisti,” spiega Beavan parlando dei propri collaboratori. “Adorano Dior. Abbiamo fatto un grande lavoro per trovare i giusti tessuti, nella quantità corretta, perché notoriamente i suoi abiti erano più pesanti della media. All’epoca servivano vestiti più spessi perché non era sempre presente il riscaldamento negli ambienti e le signore che li indossavano dovevano comunque rimanere al caldo. Fra le cose che abbiamo curato c’è stata anche la gestione del colore, per cui è stata necessaria una tintura per individuare la giusta intensità che peraltro dovevamo desumere da vecchie fotografie.”
Trovare la corretta quantità è stata un’impresa inattesa, dal punto di vista del regista Fabian.
“Fra le caratteristiche del New Look proposta da Dior c’era l’uso abbondante dei tessuti,” spiega. “Ogni volta che trovavamo a confrontarci con Jenny si rappresentava il problema che non era mai abbastanza l’approvvigionamento messo a disposizione. Parte del successo di Dior all’epoca dipese anche dall’esplosione di lusso che portava in un’Europa appena uscita dalla guerra.”
Per i due abiti della collezione che Mrs. Harris apprezza maggiormente, “Temptation” e “Venus,” Beavan si è ispirata a un’elegante vestito conosciuto come Dior Diablotine, un pezzo serale che Dior ha disegnato per la prima supermodella al mondo, Victoire Doutreleau. L’altro è invece un modello senza spalline che scende giù con un movimento asimmetrico, caratterizzato da un vivace verde e ispirato all’abito Miss Dior. Dior aveva anche lanciato un altro abito senza spalline chiamato “Venus” nella collezione 1949–50, ma il colore tendeva più all’argento e al perla.
“Spesso giocava con le stoffe ottenendo risultati straordinari,” spiega Beavan. “È stata una terribile preoccupazione dover onorare Dior, riuscendo a soddisfare l’attuale team creativo con i miei lavori.”
Alba Baptista ha vissuto una certa trepidazione quando è arrivato il momento di girare la sequenza della sfilata di moda, e perciò ha deciso di studiare il materiale d’archivio disponibile per prepararsi alle scene.
“Ho fatto attenzione ai dettagli delle modelle, dal linguaggio del corpo, alla postura, fino alle pose,” spiega. “Mi sono preparata con un coreografo, e grazie alle mie ricerche ho fatto il possibile per creare il personaggio di Natasha anche nel modo in cui muove le mani, i piedi, i fianchi. Le indossatrici degli anni ’50 si muovevano in modo totalmente diverso da oggi.”
C’è anche una profonda differenza che emerge in Mrs. Harris dopo la sfilata di moda. Anche se la sua prima intenzione è di acquistare Temptation, viene informata che l’abito è già stato richiesto da un’altra cliente. Allora sceglie Venus, ma è informata che dovrà rimanere a Parigi per più tempo del previsto in attesa che l’abito sia pronto. Il suo problema è che non ha portato abbastanza abiti per rimanere così a lungo: solo quando riuscirà ad usufruire della cortesia di Andrè, avrà anche accesso ai vestiti nell’armadio della sorella.
Sebbene la sorella di André non appaia mai sullo schermo, Beavan e il suo team hanno dovuto immaginarla e comprendere quali abiti avrebbe indossato, così da poterli poi vedere su Mrs. Harris. Le è stato anche assegnato il nome di Sandrine.
“L’abbiamo pensata come una donna impegnata nell’editoria, magari per una collana di saggi di sinistra,” spiega Beavan. “Legge Sartre e letteratura esistenzialista, e di conseguenza era già più semplice vederla.”
Sandrine è più giovane e sofisticata di una signora delle pulizie di Battersea: Beavan ha disegnato alcuni pezzi fuori scala per Mrs. Harris, che comincia addirittura a indossare un po’ di rossetto durante la sua permanenza parigina. Quando arriva alle scarpe, tuttavia, Ada deve solo guardare.
“Abbiamo deciso che il piede di Sandrine fosse più grande e così era impossibile indossarle,” spiega Beavan.
RIFLESSIONI FINALI: UNA FAVOLA SUI SOGNI E IL LORO ESAUDIMENTO
Anche quando la sua escursione parigina arriva al termine, Mrs. Harris viene travolta da una serie di sorprese che il destino le riserva, come risarcimento della gentilezza che ha mostrato al resto del mondo e della sua apertura alle novità della vita, in ogni ambito.
La conclusione delle vicende di Ada, segnate da una nota piena di speranza, danno al film le caratteristiche di una lettura moderna e fresca di Cenerentola, con le vicende di una donna dalle umili origini che trova un senso nella propria vita. Grazie al duro lavoro e alla tenacia, riesce a trasformare la propria vita.
“È la storia di una donna che lotta per raggiungere il proprio sogno, ma invece di sposare un principe, si compra un abito,” afferma il produttore Benski. “Il vestito le permette di trasformarsi da donna invisibile a essere sotto gli occhi di tutti. Inoltre, mostra come Ada sia generosa e sempre aperta agli altri, capace di aiutare chiunque ne abbia bisogno, e in questo modo aiutare se stessa nella realizzazione dei propri sogni. Mi auguro che gli spettatori possano pensare, Bene, se una donna delle pulizie può avere un abito Dior negli anni ’50, perché non posso fare io altrettanto nel 2022?”
Aggiunge Isabelle Huppert: “L’abito di Mrs. Harris deve essere letto come una metafora. Ovviamente, s’innamora di quel vestito, ma il significato più profondo è che vuole una vita più soddisfacente, un simbolo di un percorso diverso fondato sulla felicità.”
La protagonista Lesley Manville afferma di aver trovato nello spirito di Mrs. Harris una fonte di ispirazione.
“Era già una forza della natura, questa piccola donna volenterosa,” spiega Manville, “ma l’abito riesce a sintetizzare il fatto che è in grado di ottenere qualsiasi risultato, anche quelli più insperati. In qualche modo questo oggetto rappresenta una nuova fase del lutto legato alla morte del marito e un percorso di una donna sola che è padrona del proprio destino. Nonostante i terribili trattamenti che è costretta a sopportare, riesce a dimostrare che ogni persona ha un valore. Questa storia lascia un’incredibile e meravigliosa energia agli spettatori.”
L’attrice Ellen Thomas è convinta che il film rappresenti “un ritorno all’amore, a quei valori vecchio stampo,” afferma. “Questo film è una voce di speranza. Un piccolo raggio di luce.”
Le ultime parole sono del regista Anthony Fabian: “In conclusione, Ada esaudisce il suo piccolo desiderio perché se lo è meritato, soprattutto dopo l’amore che ha dato alle persone che ha incontrato. Viviamo tempi difficili e sono convinto che il pubblico cerchi storie per dimenticare le miserie e le difficoltà della quotidianità. LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI lascia l’opportunità di evadere.”
IL CAST
LESLEY MANVILLE (Ada Harris) ha ottenuto una nomination per il Premio Oscar® per il ruolo di Cyril Woodcock al fianco di Daniel Day-Lewis nel film di Paul Thomas Anderson del 2018 Il Filo Fantasma – Phantom Thread. Per lo stesso ruolo, Manville ha ottenuto una nomination come Miglior Attrice Non Protagonista ai BAFTA. Lo stesso anno l’ha vista tornare a calcare i palcoscenici per una produzione del Wyndham’s Theatre di Lungo Viaggio Verso La Notte – Long Day’s Journey into Night al fianco di Jeremy Irons, per cui ha ottenuto una nomination a Miglior Attrice agli Olivier Award, già vinto nel 2014 per Spettri – Ghosts.
Manville è nuovamente apparsa sugli schermi televisivi in I Am Maria, della serie antologica I Am di Channel 4. Il primo episodio è stato creato da Manville insieme all’autore e regista Dominic Savage, dopo che l’attrice aveva letto un articolo sul The Guardian che dichiarava che la maggior parte dei divorzi, statisticamente, avvengono fra coppie che superano i 50 anni e che nella maggior parte dei casi sono le donne a esprimere questa volontà.
Manville è stata scelta per lavorare sul remake firmata STARZ di Le Relazioni Pericolose – Dangerous Liaisons, nel quale interpreta Genevieve de Merteuil al fianco di Clarice Van Houton e Kosar Ali. È anche fra le protagoniste di Magpie Murders, con Conleth Hill. La serie di sei puntate è basata sul bestseller internazionale di Anthony Horowitz, trasmessa su Britbox e PBS agli inizi del 2022. Manville ha anche recitato in Sherwood, con David Morrissey. La serie poliziesca, scritta dall’autore James Graham è in parte ispirata a eventi reali: ambientata in un villaggio del Nottinghamshire, due sconvolgenti e inattesi omicidi mettono in discussione una comunità già in crisi e vedono iniziare una decisa caccia all’uomo.
Ancora più attesa è la sua partecipazione alle prossime due stagioni del grande successo Netflix, The Crown, in cui Manville interpreterà il ruolo della Principessa Margaret.
Nel 2020, Manville ha nuovamente lavorato a teatro per The Visit, diretta da Jeremy Herrin, al fianco di Hugo Weaving. Manville, l’anno precedente, ha interpretato per il grande schermo la commovente storia vera raccontata in Ordinary Love, adattamento di un testo del celebrato drammaturgo irlandese Owen McCafferty, per cui recita al fianco di Liam Neeson. Il 2019 ha anche segnato l’apparizione di Manville sulla terza e ultima stagione della commedia su BBC, dal titolo Mum, per il quale ha anche ottenuto due nomination ai BAFTA Award come Miglior Performance Femminile in un Programma Comico.
Fra gli altri film vanno ricordati Uno Di Noi – Let Him Go, Il Concorso – Misbehaviour, Maleficent, Appuntamento Al Parco – Hampstead, Romeo and Juliet, Turner – Mr. Turner, Molly Moon e l’Incredibile Libro dell’Ipnotismo – Molly Moon, Viaggio Sola – A Five Star Life, Another Year, Ashes, Spike Island, Segreti e Bugie – Secrets and Lies, Topsy-Turvy – Sotto-Sopra e Belle Speranze – High Hopes.
La lunga esperienza televisiva di Manville raccoglie World on Fire, Save Me Too, Harlots, River, The Go-Between, Mayday, Cranford, Nord e Sud – North and South, Fleming – Essere James Bond, Bodily Harm, The Cazalets, Other People’s Children, Real Women, Holding On, The Bite, Goggle Eyes, The Mushroom Picker, Top Girls, Il Socio – The Firm e Grown-Ups.
ISABELLE HUPPERT (Madame Colbert) ha studiato Russo al Istituto Nazionale di Lingua e Cultura Orientali, mentre seguiva corsi di teatro all’Accademia Nazionale di Arti Drammatiche, dove ha avuto come maestri Jean-Laurent Cochet e Antoine Vitez.
Le prime esperienze a portare in giro il nome di Huppert sono i film di Bertrand Blier I Santissimi – Going Places, Aloïse di Liliane de Kermadec, e Il Giudice e L’Assassino – The Judge and the Assassin di Betrand Tavernier. Per la sua interpretazione nel film di Claude Goretta La Merlettaia – The Lacemaker, ha ricevuto il BAFTA Award per Miglior Promessa. Il suo legame con Claude Chabrol le ha dato l’opportunità di svariare fra differenti generi, dalla commedia (Rien Ne Va Plus – Il Gioco è Fatto – The Swindle) al dramma (Un Affare di Donne – Story of Women), passando per il noir (Grazie Per La Cioccolata – Merci pour le chocolat), gli adattamenti letterari (Madame Bovary), e anche le ricostruzioni politiche (La Commedia del Potere – Comedy of Power). Il suo lavoro con Chabrol le ha fruttato numerosi riconoscimenti, da Miglior Attrice a Cannes per Violette Nozière, a Venezia per Un Affare di Donne – Story of Women, a Mosca per Madame Bovary, e tanto al Festival del Cinema di Venezia che ai César Awards per Il Buio Nella Mente – La Cérémonie.
Huppert ha lavorato, fra gli altri registi, con Jean-Luc Godard, André Téchiné, Maurice Pialat, Diane Kurys, Christine Pascal, Patrice Chéreau, Michaël Haneke, Raoul Ruiz, Benoit Jacquot, Jacques Doillon, Claire Denis, Christian Vincent, Laurence Ferreira Barbosa, Olivier Assayas, François Ozon, Anne Fontaine, Eva Ionesco, Joachim Lafosse, Serge Bozon, Catherine Breillat, Guillaume Nicloux, e Samuel Benchetrit. Altre collaborazioni sono state con grandi registi internazionali come Michael Cimino, Mauro Bolognini, Joseph Losey, Otto Preminger, i fratelli Taviani, Marco Ferreri, Hal Hartley, David O’ Russell, Werner Schroeter, Curtis Hanson, Andrzej Wajda, Rithy Panh, Brillante Mendoza, Joachim Trier, Hong Sang Soo, e Marco Bellocchio.
Huppert è stata premiata con un Leone d’Oro Speciale al Festival di Venezia nel 2005 per la pellicola di Patrice Chéreau Gabrielle. In due occasioni ha vinto il Premio come Miglior Attrice a Cannes (in un caso per il film di Michael Haneke La Pianista – The Piano Teacher), per poi partecipare al prestigioso evento cinematografico tanto come membro della giuria che come Presidente nel 2009.
Al fianco della carriera sul grande schermo, Isabelle Huppert ha calcato i più importanti teatri francesi e internazionali. È stata diretta da Bob Wilson (Orlando di Virginia Woolf, Quartett di Heiner Muller), Peter Zadek (Misura per Misura – Measure for Measure di Shakespeare), e Claude Régy (4.48 Psychosis di Sarah Kane, Giovanna d’Arco al rogo – Joan of Arc at the Stake di Paul Claudel); ha anche lavorato nella produzione di Jacques Lassalle per la messinscena della Medea di Euridipe, in particolare al Festival di Avignone, nello spettacolo di Eric Lacascade per Hedda Gabler di Ibsen e per Yasmina Reza God of Carnage. È poi apparsa nella produzione di Krzysztof Warlikowski di Un Tram Chiamato Desiderio – A Streetcar Named Desire di Tennessee Williams all’Odeon-Theatre de l’Europe di Parigi e in tour in Europa, sul lavoro di Benedict Andrews per The Maids di Jean Genet, al fianco di Cate Blanchett con la Sydney Theatre Company e al Lincoln Center Festival a New York City; poi per Luc Bondy nello spettacolo di Marivaux Le False Confidenze – Les Fausses Confidences all’Odeon e in un tour Europeo. Ha recitato sotto la guida di Krzysztof Warlikowski in Phaedra(s) (scritto da Wajdi Mouawad, Sarah Kane, e J.M. Coetzee) all’Odeon e in tour europeo e internazionale. A New York ha calcato il palcoscenico per l’adattamento americano del testo di Florian Zeller The Mother, e a Parigi, ancora con Bob Wilson, che l’ha diretta in Mary said what she said. È stata in tournee con Lo Zoo di Vetro – The Glass Menagerie diretta da Ivo van Hove, e con Il Giardino dei Ciliegi – The Cherry Orchard diretta da Tiago Rodrigues.
Recentemente è stata onorata del Molière Award alla carriera e il sedicesimo Europe Theatre Prize a Roma.
Fra le recenti esperienze cinematografiche di Huppert c’è il film di Mia Hansen Love Things to Come, la pellicola di Pascal Bonitzer Tout de suite maintenant, il lavoro di Paul Verhoeven Elle (presentato in anteprima e in concorso a Cannes e per cui ha vinto il César come Miglior Attrice), e il lungometraggio di Bavo Defurne Souvenir. Con la sua interpretazione in Elle ha ricevuto un premio coem Miglior Attrice per gli U.S. Gotham Awards, Golden Globes, e Spirit Awards, oltre a una nomination al Premio Oscar® nella stessa categoria.
Ancora ci sono i film di Michael Haneke Happy End, Eva di Benoit Jacquot, Claire’s Camera di Hong Sang Soo, e Madame Hyde di Serge Bozon, per cui ha ottento il Premio come Migliore Attrice al Locarno Film Festival, Greta di Neil Jordan, Golden Youth di Eva Ionesco, Bianca Come La Neve – Blanche-Neige (Snow White) di Anne Fontaine, Ira Sachs’ Frankie, La Padrina – Parigi ha una nuova regina – Mama weed di Jean-Paul Salomé. Le pellicole più recenti con Huppert protagonista sono le opere di Laurent Larivière About Joan – A propos de Joan, L’Ombra di Caravaggio – L’Ombre du Caravage di Michele Placido, e La Promessa – Il Prezzo del Potere – Les promesses di Thomas Kruithof.
In Francia, Isabelle Huppert è Ufficiale dell’Ordine Nazionale della Legione d’Onore, Ufficiale dell’Ordine Nazionale al Merito e per le Arti e la Letteratura.
LUCAS BRAVO (André Fauvel) può essere facilmente visto in azione nella serie di Darren Star Emily in Paris al fianco di Lily Collins. Nominata ai Golden Globe e agli Emmy®, la serie è stata interamente girata a Parigi ed ha debuttato su Netflix nell’ottobre 2020. La seconda stagione è stata lanciata il 22 dicembre 2021.
Più recentemente ha chiuso le riprese della commedia romantica di Dean Craig The Honeymoon con Maria Bakalova e ha una parte nel film distribuito da Universal Pictures Ticket to Paradise con Julia Roberts, George Clooney e Kaitlyn Dever. Il film sarà lanciato nelle sale italiane il 6 ottobre 2022.
Nel 2017, Bravo ha lavorato sulle sue tecniche di recitazione studiando con un insegnante americana, Tiffany Stern all’Actors Factory. Bravo ha profuso grande impegno nel cimentarsi su più livelli, da progetti cinematografici e televisivi, incluso il thriller francese del 2016 L’Equipe e la pellicola di Kim Chapiron La Crème de la crème – Smart Ass, distribuito da Wild Bunch Distribution nel 2014. In giovane età, Bravo ha scoperto il suo amore per l’avventura e per i viaggi. La sua famiglia si è trasferita ogni due anni e lui si è facilmente adattato nel reinventarsi in ogni paese in cui ha vissuto. Dopo un primo percorso universitario in Italia, Bravo è partito per tornare in Francia a studiare Criminologia. In questa occasione ha iniziato a seguire un corso di improvvisazione teatrale e a sviluppare il desiderio di lavorare nel cinema. Cresciuto con la passione per la moda e le arti, Bravo ha collaborato con brand del calibro di Chanel, Dior, Cartiere e Messika. Nato nel sud della Francia, Bravo è attualmente di base a Parigi.
ALBA BAPTISTA (Natasha) è conosciuta per essere stata la protagonista della serie Netflix WARRIOR NUN, poi rinnovata per una seconda stagione. Alba è stata anche premiata come European Shooting Star alla Berlinale 2021.
Alba ha iniziato la sua carriera recitando come protagonista nel film di Simão Cayatte MIAMI. Per la sua interpretazione ha ricevuto il Best Actress Award al Festival Ibérico de Ciné. Negli anni successivi, Alba ha fatto un importante percorso in Portogallo, partecipando a tre distinte serie lusitane.
Fra i suoi film vanno ricordati: CAMINHOS MAGNÉTYKOS di Edgar Pêra, per cui ha interpretato il ruolo di ‘Catarina’; e EQUINÓCIO di Ivo Ferreira. Nel 2020 è stata diretta da Marco Pontecorvo in FATIMA al fianco di Harvey Keitel, Sônia Braga e Joana Ribeiro. La sua esperienza più recente è nel film PATRICK, debutto alla regia di Gonçalo Waddington, presentato in concorso e in anteprima mondiale al San Sebastián International Film Festival.
Alba parla correntemente cinque lingue: Portoghese, Inglese con inflessione americana, Spagnolo, Francese e Tedesco.
ANTHONY FABIAN (Autore, Regista, Produttore) è un pluripremiato regista di lungometraggi e documentari. Nato a San Francisco, cresciuto fra Mexico City, Parigi e Londra, si è laureato alla UCLA’s Film & Television School per poi trasferirsi a Londra dal 1987.
Il primo film di Fabian, Skin, è ispirata a una storia vera accaduta in Sud Africa ed è il primo progetto realizzato dalla sua società, fondata nel 1993, Elysian Films. La pellicola è stata co-prodotta con Margaret Matheson (Bard Entertainments) e Genevieve Hofmeyr (Moonlighting Films). Gli interpreti del film sono Sophie Okonedo, Sam Neill e Alice Krige e il titolo è arrivato fra i finalisti del Premio del Pubblico al Toronto Film Festival nel 2008. Il film è stato selezionato in ben 22 premi internazionali e il leggendario critico cinematografico statunitense, Roger Ebert, lo ha definito “Uno dei Migliori Film dell’Anno.” Diventato un classico, Skin è stato lanciato su varie piattaforme digitali nel maggio 2019.
Il secondo lungometraggio cinematografico, Più Forte Delle Parole – Louder Than Words, ha come attori David Duchovny, Hope Davis e Timothy Hutton ed è stato distribuito in sala in Agosto 2014. Girato in Connecticut (durante il passaggio dell’Uragano Sandy), il film è basato sulla vera storia di una famiglia che deve trovare le forze per affrontare un terribile lutto. Rex Reed sul New York Observer lo ha descritto come: “Un film pieno di fiducia e capace di ispirare, diretto con gusto e sensibilità da Anthony Fabian.”
Nel 2019, ha scritto, diretto e prodotto un documentario intitolato Good Hope, che affronta il tema dell’Apartheid in Sud Africa attraverso gli occhi di una nuova generazione impegnata a cambiare la prospettiva del racconto fatto sul proprio lavoro.
Nel 2011, Fabian ha girato un documentario in otto episodi per Sky Arts HD chiamato British Legends of Stage and Screen, con Sir Derek Jacobi, Claire Bloom, Sir Christopher Lee, Dame Diana Rigg, Michael York, Glenda Jackson, Sir Michael Gambon e Sir Ian McKellen. La serie ha ricevuto ottimi riscontri ed è disponibile in catalogo dal 2012, oltre a essere stata messa sul mercato in DVD pochi mesi dopo la messa in onda.
Il suo primo documentario, Township Opera, (2001) racconta i talenti emergenti del Sud Africa. La prima trasmissione è stata fatta su BBC 4 e il film è stato nominato per il premio One World Media. Il secondo documentario per BBC4, Harmony in Hanoi, presenta una fresca immagine del Vietnam contemporaneo attraverso gli occhi dei suoi musicisti. Lanciato in anteprima in occasione dei BAFTA ed è stato trasmesso nel marzo 2003.
Nell’estate del 2004, Fabian ha prodotto e diretto un documentario, While the Music Lasts, su Batignano, un festival che si tiene nella bassa Toscana, famoso per aver lanciato la carriera di alcuni dei più importanti cantanti d’opera britannici. Ha anche curato il documentario per Majestic Media and Sky Television, chiamato Embracing the Tiger che approfondisce la storia, la filosofia, la pratica e la popolarità del Tai Chi.
La carriera di Fabian lo ha visto impegnato anche come Music Supervisor di diversi lungometraggi, come Restoration – Il Peccato e Il Castigo, Goldeneye, Schubert and Hilary and Jackie. Fra i professionisti con cui ha collaborato vanno ricordati Luciano Pavarotti, Cecilia Bartoli, Joshua Bell, Angela Gheorghiu, Jean-Yves Thibaudet, Renée Fleming, Christophe Rousset, Olli Mustonen, Richard Egarr e il compositore John Tavener.
Si è occupato anche di alcuni spot promozionali per VisitBritain, l’ufficio di promozione turistica del Regno Unito, con Dev Patel, Judi Dench, Rupert Everett, Luke Evans, Matt Smith, Twiggy, Boris Becker, Lennox Lewis, Colin Montgomery e Jamie Oliver. Il suo cortometraggio, Freeze-Frame, con Freddie Fox e l’attrice cinese Tuan Yuan, è stato lanciato a dicembre 2014 ed è stato visto da più di 10 milioni di persone in tutto il mondo.
Fra gli attuali progetti in sviluppo di Fabian c’è una nuova serie televisiva chiamata Debs, adattamento di un libro campone di vendite di Fiona MacCarthy; Last Curtsey, creato con l’attrice e sceneggiatrice, Victoria Tennant; e Margot & Rudi, con una sceneggiatura firmata dalla co-autrice di LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI, Olivia Hetreed, che mette in scena l’amore non convenzionale fra Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev, una delle coppie artistiche più iconiche del ventesimo secolo.
Testo da Echo Group. Testo, video e foto Universal Pictures.