23 Novembre 2015
In meno di ottocento anni, i cavalli della Jacuzia – una regione della Siberia orientale – si sono adattati al clima estremo che conduce fino a 70 gradi sotto zero. L’attuale popolazione dei cavalli ha seguito la migrazione degli Jacuti, arrivati qui tra il tredicesimo e il quindicesimo secolo.
L’adattamento ha riguardato geni che si possono ritrovare negli umani così come nei mammuth lanosi. La dimensione del loro corpo e la spessa pelliccia permettono di minimizzare le perdite di calore. Si tratta di un caso di adattamento in assoluto tra i più veloci presso i mammiferi.
Lo studio “Tracking the origins of Yakutian horses and the genetic basis for their fast adaptation to subarctic environments”, di Pablo Librado, Clio Der Sarkissian, Luca Ermini, Mikkel Schubert, Hákon Jónsson, Anders Albrechtsen, Matteo Fumagalli, Melinda A. Yang, Cristina Gamba, Andaine Seguin-Orlando, Cecilie D. Mortensen, Bent Petersen, Cindi A. Hoover, Belen Lorente-Galdos, Artem Nedoluzhko, Eugenia Boulygina, Svetlana Tsygankova, Markus Neuditschko, Vidhya Jagannathan, Catherine Thèves, Ahmed H. Alfarhan, Saleh A. Alquraishi, Khaled A. S. Al-Rasheid, Thomas Sicheritz-Ponten, Ruslan Popov, Semyon Grigoriev, Anatoly N. Alekseev, Edward M. Rubin, Molly McCue, Stefan Rieder, Tosso Leeb, Alexei Tikhonov, Eric Crubézy, Montgomery Slatkin, Tomas Marques-Bonet, Rasmus Nielsen, Eske Willerslev, Juha Kantanen, Egor Prokhortchouk, e Ludovic Orlando, è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.
Link: University of Copenhagen – Faculty of Science; PNAS
Cavallo della Jacuzia, foto di , da Wikipedia, CC BY-SA 2.0, caricata da Mr. Granger.