Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, film di Gianluca Jodice
DAL 21 NOVEMBRE 2024 AL CINEMA
SINOSSI
Quando si parla di Maria Antonietta e Luigi XVI vengono subito alla mente merletti, alte parrucche, vestiti sgargianti, Versailles oppure la ghigliottina.
Tra questi due estremi, c’è un tempo che nessuno ha mai raccontato: i pochi mesi in cui gli ultimi re e regina di Francia con i loro due figli vennero incarcerati in un castello alle porte di Parigi, in attesa di essere giustiziati. Un tempo breve e condensato, dove tutte le maschere caddero: quella dei due reali come figure pubbliche e private e quelle della Storia che voltò definitivamente pagina.
soggetto e sceneggiatura
FILIPPO GRAVINO e GIANLUCA JODICE
con
GUILLAUME CANET
MÉLANIE LAURENT
AURORE BROUTIN, HUGO DILLON,
TOM HUDSON, ROXANE DURAN,
ANOUK ARWIN HOMEWOOD,
VIDAL ARZONI e con FABRIZIO RONGIONE
una coproduzione
ITALIA – FRANCIA
una produzione
ASCENT FILM con RAI CINEMA e ADLER ENTERTAINMENT
in coproduzione con
QUAD
durata 100 minuti
distribuito da BiM Distribuzione
NOTE DI REGIA
Merletti, parrucche, feste, Versailles…
…niente di tutto ciò è in questo film.
C’è il lato oscuro invece, il rovescio della medaglia: celle buie, violenze, sofferenza e fine. il film racconta un passaggio che nessuno ha mai raccontato: i pochi mesi in cui gli ultimi reali di Francia con i loro due figlioletti vennero incarcerati in un cupo castello medievale a Parigi, in attesa di essere giustiziati.
Un tempo breve da cui nacque il mondo di oggi, come noi lo conosciamo. Un tempo in cui tra rese dei conti pubbliche e private tutte le maschere e i simboli di un’epoca caddero: quelle del re e della regina, quelle dell’antico regime tutto, quelle della Storia che voltò pagina, e quella di Dio che da allora in avanti fu eclissato nell’ombra, lasciando l’uomo più solo.
Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta è un film apocalittico, nel senso più letterale del termine: quello di svelamento. Il film ha una vocazione metafisica più che storica e racconta anche un’apocalisse intima. Quella dei suoi protagonisti.
Luigi e Maria Antonietta entrano in prigione quasi da estranei: il loro ovviamente è un matrimonio combinato tra le due più grandi potenze europee per sancire un’alleanza politica. Lei bella, seducente, viziosa e lontana dai noiosi protocolli reali. Lui timido, privo di autorevolezza, non preparato a essere re. Due tipi più diversi era difficile immaginarseli.
La rivoluzione, la prigionia, le vessazioni dei carcerieri, la morte che si avvicina cambieranno i nostri protagonisti e i loro reciproci sentimenti. Il re, prima della fine, riuscirà a guardare dentro la propria fragilità e darsi una morte da vero re, davanti allo stupore e al rispetto anche dei suoi carcerieri. Maria Antonietta passerà dallo spirito adolescente e sprezzante a quello di una madre capace di proteggere i propri figli e di una moglie presente e risoluta di fronte al suo tragico destino.
Il film si divide in tre atti: ‘gli dei’, ‘gli uomini’, ‘i morti’. Quasi come fossero le tre età dell’uomo. Proprio a voler ribadire la sua vocazione metafisica, Le Dèluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta è il racconto di personaggi e della loro epoca, certo, ma con l’aspirazione a mettere in scena la condizione umana, il percorso su questa terra di ogni uomo. Nascita, ascesa, caduta.
È proprio per questi obiettivi che la luce, i colori, il suono dovranno smarcarsi da qualsiasi ‘automatismo’ da film storico, cercando invece una radicalità, una modernità, essendo chiamati a esprimere un punto di vista contemporaneo sui fatti del 1792 (se è vero come è vero che un film ‘storico’ parla più dell’epoca in cui è fatto che dell’epoca di cui racconta le vicende).
La distinzione in atti non vuole scolpire soltanto la scansione netta di tre passaggi narrativi e drammaturgici ma anche una differente modalità di messa in scena, di stile.
Il primo atto è ambientato in un enorme salone dove i rivoluzionari hanno provvisoriamente sistemato alla meno peggio i reali. Qui ci sono ancora gli Dei, ovvero il re e la regina in arresto, che conservano ancora i loro titoli e i loro simboli. La messa in scena sarà come l’ultimo dipinto del ‘700, la macchina da presa riprenderà sinuosamente le residue ritualità e dinamiche regali.
Nel secondo atto ci spostiamo nelle anguste e sporche celle dei piani superiori del castello. La situazione generale subisce un veloce tracollo. Lo stile sarà più secco, violento, la macchina da presa più nervosa, vicina al respiro e alla sofferenza dei protagonisti, spogliati ormai di tutti i loro privilegi e diventati uomini comuni.
Il terzo atto è l’atto della morte. Tutto è più sussurrato, cupo, riflessivo. È sparita la violenza, la contrapposizione monarchia/rivoluzione, anzi una strana e naturale vicinanza si instaura tra le parti fino ad ora contrapposte, e il linguaggio si fa più spoglio, essenziale, fatto di primi piani e di dettagli. È la fine.
Gianluca Jodice
CAST ARTISTICO
LOUIS XVI GUILLAUME CANET
MARIE ANTONIETTE MÉLANIE LAURENT
ELISABETH AURORE BROUTIN
HENRI HUGO DILLON
MANUEL TOM HUDSON
MADAME LAMBALLE ROXANE DURAN
MARIE THERESE ANOUK DARWIN HOMEWOOD
LOUIS VIDAL ARZONI
CLERY FABRIZIO RONGIONE
CAST TECNICO
REGIA GIANLUCA JODICE
FOTOGRAFIA DANIELE CIPRÌ
MONTAGGIO GIUSEPPE TREPICCIONE (A.M.C)
COSTUMI MASSIMO CANTINI PARRINI
SCENOGRAFIA TONINO ZERA (A.S.C-USA 829)
CASTING DIRECTOR MATHILDE SNODGRASS (A.R.D.A) (I.C.D.A)
MUSICHE FABIO CAPOGROSSO
SUONO E MIX MIRKO PERRI E MICHELE MAZZUCCO
MAKE UP AND PROSTETIC DESIGNER ALESSANDRA VITA
PROSTETIC DESIGNER LUIGI XVI VALENTINA VISINTIN
WIGS AND HAIR DESIGNER ALDO SIGNORETTI
RESPONSABILE EDITORIALE ALESSIA POLLI
PRODUTTRICE DELEGATA CAMILLA FAVA DEL PIANO
PRODUTTORE ESECUTIVO PAOLO LUCARINI
PRODUTTORI ASSOCIATI FRANCESCA CUALBU MATTIA DELLA PUPPA
PRODUTTORE ASSOCIATO PAOLO SORRENTINO
UNA CO-PRODUZIONE ITALIA FRANCIA
UNA PRODUZIONE ASCENT FILM CON RAI CINEMA E ADLER
IN CO-PRODUZIONE CON QUAD
CON IL SOSTEGNO FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE
CO-PRODOTTO DA YANN ZENOU
PRODOTTO DA MARCO COLOMBO
PRODOTTO DA MATTEO ROVERE e ANDREA PARIS
STILEMI CLASSICI E SONORITÀ CONTEMPORANEE NELLA COLONNA SONORA DI FABIO MASSIMO CAPOGROSSO PER IL FILM “LE DÉLUGE” DI GIANLUCA JODICE
Fabio Massimo Capogrosso, tra i più apprezzati compositori contemporanei di musica classica, riconosciuto in Italia e all’estero per il suo stile denso, potente e altamente comunicativo, ha composto le musiche del film Le Déluge diretto da Gianluca Jodice (produzione italo-francese Ascent Film con RAI Cinema e Adler Entertainment, in coproduzione con Quad), dal 21 novembre nelle sale italiane e dal 25 dicembre in Francia.
La colonna sonora di Le Déluge, eseguita dalla Orchestra Sinfonica Nazionale Ceca (Czech National Symphony Orchestra) diretta da Vladimir Martinka, è pubblicata da Plaza Mayor Company e in concomitanza con l’uscita del film è disponibile sulle più importanti piattaforme on line (Spotify, iTunes, deezer, amazon music, TIDAL, soundcloud, YouTube, qobuz) e naturalmente sul sito di Plaza Mayor Company. È attesa nel mese di Dicembre la pubblicazione del CD.
Ospite dei più importanti enti lirici e sinfonici internazionali, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia al Teatro alla Scala, al Teatro La Fenice, Fabio Massimo Capogrosso si è imposto negli anni anche come autore di colonne sonore di successo per il cinema d’autore, esordendo con il Maestro Marco Bellocchio (Palma d’Oro d’Onore al Festival di Cannes 2021) che lo ha scelto per comporre le colonne sonore di Esterno Notte (2022) e Rapito (2023), entrambi presentati al Festival di Cannes.
“Poter lavorare alle musiche di un film così complesso e profondo come “Le Déluge”, che ha comportato una ricerca musicale piuttosto articolata – afferma Fabio Massimo Capogrosso – è stato per me motivo di grande orgoglio e ispirazione.”
“Uno degli obiettivi più difficili che con Fabio ci eravamo posti – sottolinea il regista Gianluca Jodice – era quello di creare una musica che non fosse ‘del’ film, ‘sul’ film…ma una musica che provenisse ‘dal’ film. Cioè una musica che esprimesse l’emozione più recondita e potente: ovvero il tragico, ineluttabile, umanissimo e disumano dispiegarsi della Storia.”
“Con Gianluca abbiamo iniziato a ragionare sin dalle prime stesure della sceneggiatura – prosegue Capogrosso – e, se da principio la forma “tripartita” del film sembrava suggerire una scrittura sinfonica, abbiamo poi compreso che questo avrebbe sacrificato il suo carattere più filosofico e trascendente. Quindi ho scelto di contrapporre ad arpeggi costruiti su un linguaggio armonico tipico del periodo classico sonorità estremamente contemporanee, talvolta aspre e atonali, creando un’atmosfera musicale di sospensione, un suono quasi metafisico.”
La partitura di Le Déluge è composta da brani puramente orchestrali, brani elettronici e brani in cui convivono elettronica e orchestra. Duplice la funzione del coro che, da una parte evoca atmosfere quasi apocalittiche, dall’altra scandisce un requiem appena sussurrato. Entrando più nel merito della scelta strumentale,
“Per la scena della lanterna magica – spiega Capogrosso – ho optato per una scrittura puramente orchestrale, privilegiando l’uso di strumenti onirici e fiabeschi come Glockenspiel ed arpa, mentre le percussioni più solenni (timpani, tam tam e grancassa) giocano un ruolo particolarmente importante nel brano “Condannati” dove scandiscono l’inesorabile scorrere del tempo che avvicina i reali verso un destino ormai ineluttabile.”
“Le Déluge” rappresenta per me un importante momento di maturazione estetica nel campo dell’audiovisivo – conclude il compositore – per cui desidero esprimere profonda gratitudine nei confronti di Gianluca Jodice, della produzione e della casa discografica Plaza Mayor che ha creduto sin dall’inizio in questo importante progetto musicale sostenendolo e contribuendo al suo successo.”
Testo, video, immagini dagli Uffici Stampa del film, BiM Distribuzione, 404. Aggiornato il 20 novembre 2024. Aggiornamento e foto del 21 novembre 2024 sulla colonna sonora dall’Ufficio Stampa Fabio Massimo Capogrosso, Cereda.