Vita e letteratura, madre e figlia, scrittura e lettura: sono tutti binomi che si intrecciano nel nuovo romanzo di Vincenza Alfano, Le Sibille, edito da Solferino. In questo libro, questi temi si mescolano raccontando la storia di Costanza ed Emma, la voce narrante, che funge da specchio per le vicende di Rina Faccio, meglio conosciuta come Sibilla Aleramo, attivista e femminista italiana di fine Ottocento.

Le protagoniste del romanzo sono due donne molto diverse. Costanza, immersa nel suo ruolo di madre e devota alla scrittura, sembra una figura distante per sua figlia Emma, che invece è alla ricerca di una vita “normale”. Tuttavia, c’è qualcosa nella loro storia che risuona con le corde emotive della contemporaneità. Le certezze di Emma iniziano a vacillare di fronte alle strade opposte in cui si muovono le loro vite, soprattutto quando Costanza tenta il suicidio. L’unico appiglio che Emma sembra avere per comprendere e accettare il gesto della madre è un libro: Una Donna di Sibilla Aleramo, un’opera che ha segnato un punto di svolta nella storia delle donne, fungendo da specchio brutale per le difficoltà che le figure femminili erano costrette a vivere.

“Lo cercai. Il libro, che proprio lei, mia madre, mi aveva messo tra le mani due anni prima. C’era tra noi un dialogo che si svolgeva, silenzioso, attraverso lo scambio di romanzi, citazioni, versi di poesia, fin da quando ero bambina. […] Il titolo, “Una Donna”, mi aveva folgorata. Era il primo romanzo di Rina Faccio, più conosciuta con lo pseudonimo di Sibilla Aleramo. Il racconto della sua vita. Quasi una confessione.”1

In questo modo, Vincenza Alfano alterna la narrazione originale del celebre romanzo Una Donna del 1906, inserendo citazioni e frammenti in una riscrittura che intreccia le vicende di Costanza e Sibilla Aleramo:
“Cerco le nostre somiglianze, invento un incontro con lei. Inizia tra noi un corpo a corpo. Letteratura e vita, menzogna e realtà. Lo stesso binomio su cui si regge la trama del suo romanzo, scritto per tradurre in immagini e parole la sua esperienza in un libro forse troppo letterario. Inutilmente sofisticato. Quasi che lingua e invenzione possano falsificare la vicenda, rendere difficile la lettura.”2

L’alternarsi tra la vita delle protagoniste e il testo di Aleramo crea una fusione tra passato e presente, tra scrittura e vita, che non si allinea sempre con i sogni e le aspirazioni delle donne. Questo corpo a corpo tra lettura e vita diventa il cuore pulsante del romanzo, trasformandosi nella chiave per raccontare una lotta contro le convenzioni sociali che hanno imprigionato le donne nel corso della storia.
“Ma quanto rumore fa il silenzio. Quanto può essere ingombrante la solitudine che ti fa ritrovare faccia a faccia con te stesso e niente più da obiettare. Solo arrendersi.”3
Chi sono dunque le Sibille? Sono donne che hanno scelto di non conformarsi, di sfidare il sistema che le vorrebbe sottomesse, vite che cercano di sottrarsi a un destino che sembra già tracciato. Costanza ed Emma incarnano la lotta tra la ricerca di un’identità più profonda e il desiderio di sottrarsi ai modelli preconfezionati che la società ha riservato per loro, proprio come accade per Sibilla.

Il libro di Vincenza Alfano diventa, in questo senso, una riflessione su quanto sia difficile per le donne uscire da un destino scritto da secoli. È in questo contesto che Una Donna di Aleramo si inserisce come il filo conduttore di un viaggio interiore, che permette di riscoprire non solo le ombre del passato, ma anche le potenti luci dell’autodeterminazione. Per Emma, le pagine scritte da Sibilla sono lo specchio di ciò che la madre ha vissuto e il riflesso di un’esperienza universale che appartiene a tutte le donne costrette a confrontarsi con un mondo privo di alternative.
Come ci spiega la stessa autrice in un’intervista4, il libro nasce da due principali istanze: raccontare il complesso rapporto tra madre e figlia, caratterizzato da un sentimento di odio-amore, e riflettere sul significato della lettura che si fondono nei personaggi di Emma e Costanza. Della lettura di Aleramo, l’autrice desidera recuperare una scrittrice spesso trascurata, non solo come simbolo dell’emancipazione femminile, ma come figura che mescola letteratura e vita, dando un significato più profondo alla sua esperienza. Attraverso il “corpo a corpo” tra le vite di Sibilla e Costanza, Alfano ci offre dunque una riflessione potente e provocatoria sulle donne e sul ruolo che la letteratura può giocare in questo ambito, invitando le donne a riscoprire non solo una pioniera come Sibilla Aleramo, ma anche a riscrivere la loro storia. È un libro che parla alle donne, di donne.

Note:
1 Vincenza Alfano, Le Sibille, Solferino Editore, Milano, 2025, p. 16
2 Ivi, p. 19.
3 Ivi, p. 38.
4 Le Sibille, Vincenza Alfano racconta Aleramo e le donne ribelli, Corriere della Sera (19 marzo 2025), link: https://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/le-sibille-vincenza-alfano-racconta-aleramo-e-le-donne-ribelli/924ac9c9-c7f7-49c2-b967-93bd10454xlk/amp

Il libro è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.