22 Febbraio 2016
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Nella primavera del 1940, la Norvegia continentale fu invasa e occupata dai nazisti. L’unico territorio sul quale il governo del Regno di Norvegia (in esilio a Londra) conservò il pieno controllo durante la Seconda Guerra Mondiale fu quello dell’isola vulcanica di Jan Mayen, nell’Artico.
Già allora la Norvegia possedeva una stazione meteorologica sull’isola: i rapporti venivano però inviati in Gran Bretagna. La stazione fu chiusa dagli stessi Alleati nel 1940, al fine di impedire che i Tedeschi potessero trarne vantaggio. Una nave tedesca che tentò di prendere possesso dell’isola fu pure affondata nel 1940, dai Britannici. Ci si rese però subito conto dell’utilità di quei rapporti, e soldati norvegesi giunsero qui dall’Islanda a partire dal 1941, al fine di garantire le previsione meteorologiche agli Alleati.
Si pensò pure di utilizzare l’Isola di Jan Mayen a fini propagandistici, ma le considerazioni sull’utilità della stazione meteorologica prevalsero. L’interesse tedesco per questo territorio non fu mai perciò pieno, anche se si rilevano due aerei precipitati. I Tedeschi pensavano vi fosse una base aerea qui, ma a causare le loro perdite furono in realtà le condizioni atmosferiche.
La mappatura geologica dell’isola, oggi, ha rivelato pure le rovine della base americana di Atlantic City, relativa a quel periodo. Si trattava semplicemente di una stazione di sorveglianza radio, il cui scopo era quello di localizzare le stazioni radio tedesche in Groenlandia. Fu abbandonata nel 1946 e, colpita da una tempesta il 28 Settembre 1954, inghiottita dal mare. Tutto quel che resta oggi sono pochissimi edifici ancora in piedi.
La vita sull’Isola di Jan Mayen, quasi per intero riserva naturale, è oggi molto più pacifica di allora.
Link: AlphaGalileo via The Norwegian University of Science and Technology (NTNU); Gemini
Egg-oeja, penisola sulla costa occidentale di Jan Mayen. Foto di Hannes Grobe, Alfred Wegener Institute, da WikipediaCC BY-SA 2.5.

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