4 Maggio 2015
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Uno studio esamina alcuni aspetti del sito di La Quemada, sviluppatosi nella parte nord occidentale del Messico negli anni tra il 500 e il 900 d. C. L’area era caratterizzata da notevole violenza tra appartenenti a diverse etnie, violenza che si riflette in quanto ritrovato dagli archeologi per quanto riguarda i resti umani.
Da una parte vi erano infatti alcuni resti trattati con grande venerazione all’interno di edifici, mentre all’esterno di questi si ritrovano quelli degli avversari. L’esame dei resti umani (in particolare ossa disarticolate, scarnificate e mescolate) lascia intendere che si praticasse il cannibalismo e che questi fossero anche messi in mostra. Si tratta di pratiche usuali in Mesoamerica.

Lo studio “Symbolic bones and interethnic violence in a frontier zone, northwest Mexico, ca. 500–900 C.E.”, di Ben A. Nelson e Debra L. Martin, è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America.
Link: PNAS; International Business Times
Piramide votiva a La Quemada, foto di Pablo A. HayaPhotograph created by Pablo A. Haya using a Olympus FE-110, da WikipediaCC BY-SA 3.0, caricata da Phaya.
 

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