l’allegoria nell’arte del maestro aretino in una grande mostra internazionale: Vasari. Il Teatro delle Virtù

 Dal 31 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025 tra la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo e l’ex Chiesa di Sant’Ignazio oltre 100 capolavori tra inediti, opere monumentali e prestiti da MET, Louvre, Uffizi e Albertina.

La mostra, a cura di Cristina Acidini con la collaborazione di Alessandra Baroni, rientra nel programma “Arezzo. La città di Vasari”, rete di esposizioni, eventi e celebrazioni per rendere omaggio all’artista e intellettuale nella sua città natale, in occasione dei 450 anni dalla morte.

Oggi 22 ottobre la presentazione al Ministero della Cultura a Roma, in apertura il sottosegretario Gianmarco Mazzi ha ringraziato la città di Arezzo sottolineandone la bellezza.

“Vasari. Il Teatro delle Virtù”, presentata la mostra al MiCArezzo, 22 ottobre 2024 – Una grande iniziativa internazionale dedicata a Vasari in occasione dei 450 anni dalla morte che vedrà arrivare – o tornare – ad Arezzo oltre 100 opere tra inediti, pale monumentali e capolavori provenienti dalle più note istituzioni estere – MET – Metropolitan Museum of Art, Albertina Museum, Musée du Louvre  e italiane – Gallerie degli Uffizi, Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Chiesa di Santa Maria Novella, Biblioteca Vaticana e Castello Sforzesco, oltre che da collezioni private.

Dal 31 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025 presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e nei suggestivi spazi dell’ex Chiesa di Sant’Ignazio – esempio straordinario di barocco aretino – sarà allestita la mostra “Vasari. Il Teatro delle Virtù”, evento che va a costituire l’apice del programma di “Arezzo. La città di Vasari”, sistema di celebrazioni dedicato all’artista e intellettuale nella sua città natale promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo; col patrocinio del Ministero della Cultura; in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, Fondazione Arezzo Intour e Discover Arezzo; col contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali; il sostegno di Camera di Commercio Arezzo-Siena e la curatela dal comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. La mostra – presentata oggi al Ministero della Cultura a Roma, col sottosegretario Gianmarco Mazzi che ha ringraziato la città di Arezzo sottolineandone la bellezza – è a cura di Cristina Acidini in collaborazione con Alessandra Baroni, con main sponsor EstraL’accento verrà posto sull’utilizzo dell’allegoria, ovvero di quel patrimonio di invenzioni sacre e profane messe a profitto da Vasari per la gloria del granduca Cosimo I, suo protettore dal 1550 alla morte. A rappresentare il potenziale evocativo dell’allegoria non mancheranno manufatti altamente simbolici, in particolare la Chimera, straordinario bronzo etrusco identitario del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, rinvenuto nel 1553 durante i lavori di scavo effettuati per volere di Cosimo de’ Medici intorno al baluardo di San Lorentino ad Arezzo ed entrato immediatamente nelle collezioni ducali (info e ticket: www.vasari450.it).

Sensibile interprete dell’aria del tempo e insieme autore di notevoli innovazioni, unificando tutte le arti maggiori – pittura scultura e architettura – Vasari praticò tenacemente il ricorso al linguaggio allegorico inventando uno stile che divenne ricorrente nel Cinquecento, sia nelle creazioni letterarie che nell’espressione visiva, dove immagini e soggetti fantastici acquisiscono un’alta intensità simbolica. Tra le opere in mostra tavole, tele e disegni sia di Vasari che di artisti coevi e collaboratori, insieme a lettere, manoscritti e volumi a stampa provenienti dall’Archivio Vasari, oltre all’eccezionale presenza di imponenti pale d’altare.

“L’Anno Vasariano ha portato Arezzo al centro dell’interesse artistico nazionale – dice il sindaco del Comune di Arezzo Alessandro Ghinelli – e ha contribuito in maniera decisiva ad affermarne la caratteristica acquisita di città d’arte e cultura, scelta come meta privilegiata da un numero sempre crescente di visitatori nazionali e internazionali: a loro, tutti gli eventi che fin qui si sono susseguiti, e questa mostra internazionale “Vasari. Il Teatro delle Virtù” offriranno un’occasione speciale per apprezzare le straordinarie bellezze che conserva e per ammirare il genio di Vasari, artista poliedrico e interprete sensibile del proprio tempo”.

“Questa mostra internazionale – dichiara Bernabò Bocca, Presidente Fondazione CR Firenze – suggella e giunge a completare, in una maniera assai efficace, questo viaggio affascinante nel ‘pianeta Vasari’ che la nostra Istituzione ha sostenuto con grande convinzione. Un viaggio ricco di proposte e di eventi che uniscono, all’assoluto valore scientifico, un forte aspetto divulgativo che è stato assai apprezzato dal pubblico. Un programma che ha anche segnato un modello di felice sinergia pubblico-privata che ha visto riunite, assieme all’Amministrazione comunale aretina, le migliori Istituzioni cittadine, assieme a studiosi ed esperti di altissimo livello. Dobbiamo sempre più conoscere e valorizzare il nostro più illustre passato per comprendere meglio cosa ci sta accadendo e perché esso rappresenta le nostre radici, la nostra cultura, la nostra identità”.

“Giorgio Vasari è stato un protagonista della cultura italiana ed europea”, aggiunge Francesco Macrì, presidente di Estra. “Il 450° anniversario della sua morte è stato individuato dalla Fondazione Guido d’Arezzo quale occasione per una riflessione non solo su questo artista, architetto e scrittore ma anche sulla società e la cultura del Cinquecento. Un progetto di alto profilo che Estra ha deciso di condividere in relazione alla sua costante attenzione  alla storia e alla cultura dei territori nei quali svolge la sua funzione che non è solo imprenditoriale ma anche di parte attiva della comunità locale in tutte le sue diverse espressioni”.

Arezzo la mostra Vasari. Il Teatro delle Virtù Conferenza stampaSaranno 8 le sezioni in cui si articolerà il percorso espositivo, pensate per presentare in maniera esaustiva non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete e che avrebbero cambiato per sempre la storia dell’arte. Il percorso di vita e di lavoro del maestro sarà valorizzato in “Giorgio Vasari, un gigante dell’arte”: l’artista, l’architetto degli Uffizi e delle Logge, la famiglia, la fama come scrittore, l’incontro e il favore dei Medici, l’amicizia con Michelangelo, il rapporto con Bronzino, la fedeltà alla sua città, nella quale volle essere sepolto. Domina la sezione il cosiddetto “Autoritratto degli Uffizi”, opera di Giovanni Stradano che celebra il ruolo apicale dell’aretino presso la corte del Granduca. Si prosegue con “Il giovane Vasari: una formazione d’eccellenza”: grazie ad una profonda educazione umanistica, Giorgio seppe costruire già dalla prima gioventù i contatti che presto lo portarono a girare l’Italia. A testimonianza troviamo carteggi rari e pubblicazioni, oltre ad straordinarie opere pittoriche della prima fase fiorentina come le “Tentazioni di San Girolamo”, normalmente esposte alle Gallerie degli Uffizi. Un focus speciale sarà dedicato, in “L’apoteosi delle Virtù”, alla nascita del linguaggio allegorico per immagini e alle invenzioni visive che furono apprezzate non solo dai Medici, ma anche dai pontefici Pio IV e Pio V e dal cardinale Alessandro Farnese, che incoraggiò Vasari a scrivere “Le vite”. A impreziosire la sezione opere rarissime come “Allegoria del sonno”, “Allegoria dell’oblio” e lo splendido studio a penna e inchiostro con “Le Primizie della Terra offerte a Saturno”, preparatorio per l’affresco della Sala degli Elementi in Palazzo Vecchio, concesse in prestito dal Met di New York. Non mancheranno approfondimenti sugli episodi più significativi della vita del Vasari: in “L’Accademia del Disegno” si tratterà in particolare la fondazione dell’Accademia delle Arti del Disegno, autorizzata dal duca Cosimo per regolare il sistema delle committenze pubbliche. Ne fecero parte molti artisti illustri: Salviati, Cellini, Bronzino, Allori, Stradano, gli Zuccari – qui in mostra – con i quali Vasari condivise i cantieri artistici eseguiti negli anni d’oro al servizio di Cosimo de’ Medici, da Palazzo Vecchio agli apparati per le nozze del principe Francesco.

Ancora: “Vasari e l’Arte Sacra”, sezione tematica dedicata alle committenze pubbliche e private che avrà il suo apice in opere che arrivano ad Arezzo in via del tutto eccezionale, come la “Sacra Famiglia”, la “Crocifissione con la Madonna, san Giovanni e santa Maria Maddalena” e il “Cristo portacroce” da collezioni private, oltre ai tondi provenienti dagli altari non più esistenti di Santa Maria Novella a Firenzeesposti per la prima voltaI disegni, che per Vasari erano ideazione e progettazione alla base di ogni opera – sia essa in pittura, scultura, architettura o arti applicate – saranno centrali in “Il Disegno, padre delle Arti”. Moltissimi quelli esposti, provenienti da Torino, Vienna, Roma, Firenze e New York e da Parigi – di cui nove tra schizzi e cartonetti preparatori per il “Giudizio Universale” della Cupola di Santa Maria del Fiore, completata poi da Federico Zuccari. E poi “La Chimera, Vasari e il Duca”, ovvero la genialità dell’artista “comunicatore”. Al ritrovamento dello strepitoso bronzo etrusco, scoperto ad Arezzo e condotto trionfalmente a Firenze, l’intervento di Vasari fu rapido e perspicace: lo inserì nella propaganda politica di Cosimo, come simbolo di una civiltà precedente all’autorità della Roma imperiale e antenata dalla Toscana moderna. Infine la sezione dedicata a “Pitture monumentali in chiese e basiliche”, con quattro tra le più grandiose pale dipinte da Vasari tra il 1545 e il 1569, mai uscite dalle sedi originali durante gli ultimi due secoli, come l’”Allegoria dell’Immacolata Concezione” dalla chiesa dei Santi Apostoli a Firenze e l’”Adorazione dei Magi” dal complesso monumentale di Santa Croce e Ognissanti di Bosco Marengo in Piemonte.

Per rendere la mostra fruibile anche al pubblico più giovane sono stati creati, col contributo dell’assessorato alla scuola del Comune di Arezzo, una serie di percorsi per le scuole diversificati e calibrati – dall’ infanzia alla secondaria di secondo grado. Il progetto, dal titolo “Incontrare Giorgio Vasari”, ha la finalità di accompagnare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, proponendo modi coinvolgenti di fare esperienza dell’arte, rendendo i contenuti più accessibili attraverso una metodologia didattica che intreccia i contenuti veicolati alle esperienze personali dei visitatori in modo partecipativo e ludico. Un invito a volgere uno sguardo inedito su ciò che ci circonda e a guardare l’arte (e il mondo) con occhi nuovi e curiosi. A realizzare le visite sarà lo staff della libreria La Casa sull’Albero, vincitrice nel 2019 del premio Andersen come miglior libreria per ragazzi d’Italia (info e prenotazioni [email protected]).

 

“Vasari. Il Teatro delle Virtù” è un’iniziativa promossa da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, col patrocinio del Ministero della Cultura, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, Fondazione Arezzo Intour e Discover Arezzo, col contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali e a cura dal comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. Main sponsor: Estra. Con il sostegno di Camera di Commercio Arezzo-Siena. Sponsor: Unoaerre, SECO SPA, Caurum, Unicoop Firenze. Sponsor tecnico: DUAL Italia, Flavio Buonagurelli Broker Assicurativo. Progetto grafico a cura di Wml design.

Arezzo la mostra Vasari. Il Teatro delle Virtù

ORARI MOSTRA

Lu/me/gio/ve: 10.00 – 18.00

Sa/do: 10.00 – 19.00

Ma: chiuso

INFO E TICKET

www.vasari450.it

 

Fondazione Guido d’Arezzo

Corso Italia 102 – Arezzo

[email protected]

fondazioneguidodarezzo.com


AREZZO. LA CITTÀ DI VASARI

maggio 2024 / febbraio 2025

Un sistema di mostre e celebrazioni in omaggio al maestro aretino in occasione dei 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, col patrocino di Ministero della Cultura, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura e Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. Partner Archivio di Stato di Arezzo, Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, Biblioteca Città di Arezzo, Fraternita dei Laici di Arezzo, Fondazione Arezzo Intour. Sponsor tecnico DUAL Italia, Flavio Buonagurelli Broker Assicurativo. Progetto grafico a cura di Wml design.

INFO E TICKET: www.vasari450.it

Le mostre collaterali in città

  1. I VASARI “VASAI” E LA PRODUZIONE CERAMICA ARETINA DI ETÀ ANTICA

a cura di Maria Gatto

Museo Archeologico Nazionale “Gaio Clinio Mecenate”, fino al 2 febbraio 2025

Un percorso espositivo per ripercorrere il legame della famiglia Vasari con le antiche manifattura aretine, a partire dal mestiere di vasaio esercitato dal nonno del più celebre Giorgio, Giorgio di Lazzaro Taldi.

Il Museo Archeologico Nazionale di Arezzo partecipa alle celebrazioni vasariane ripercorrendo, attraverso riferimenti letterari, documenti e reperti, i legami dell’autore delle Vite con le antichità della sua terra. Fra queste occupano un posto di rilievo i vasi aretini e la Chimera, prodotti altissimi di un artigianato locale raffinato nella tecnica e colto nelle ispirazioni iconografiche nel quale Vasari riconosceva l’espressione della maniera etrusca. La prima tappa della mostra permette di entrare nel mondo degli Arretina vasa e di apprezzarli assumendo la prospettiva di Vasari. Queste ceramiche da mensa tipiche dell’Arezzo romana e dalla straordinaria fortuna in età antica costituiscono parte dell’esperienza del nostro Giorgio per due aspetti: da un lato – come gli aretini di ogni tempo – egli è testimone diretto e ammirato di continui ritrovamenti nei tanti cantieri cittadini; dall’altro egli ha dei bei vasi rossi una conoscenza mediata dalle memorie familiari, che ci riporta.

L’esposizione densa di spunti e rimandi, spiega l’origine del nome “Vasari” e racconta, parafrasando un brano della Vita dell’avo Lazzaro, le straordinarie vicende del nonno Giorgio di Lazzaro, “vasaro” e archeologo ante litteram, nonché responsabile – proprio grazie ai vasi aretini – di un primo prezioso contatto con la casata dei Medici. L’esposizione si chiude con un invito a ricercare nelle pitture vasariane riferimenti al ricco repertorio iconografico attestato sui vasi color corallo decorati a rilievo.

Non poteva mancare una sezione dedicata alle riproduzioni della Chimera che per la sua qualità tecnica e per l’iscrizione sulla zampa anteriore destra, è per Vasari anche il più evidente esempio della maniera etrusca, lo stile artistico degli Etruschi. Oltre a contenuti testuali e iconografici di approfondimento, questa tappa della mostra propone un’esperienza multimediale della Chimera, con una riproduzione tattile in dimensioni reali e la proiezione olografica della statua nelle diverse fasi del restauro.

  1. HONORATA E GRATIOSA. LA LOGGIA DI GIORGIO VASARI

a cura di Francesca Chieli

Fraternita dei Laici, fino al 2 febbraio 2025

Una mostra per illustrare l’opera del Vasari architetto tramite una delle imprese più notevoli da lui realizzate nella sua città, la Loggia di piazza Grande ad Arezzo, con un iter espositivo che, grazie a un ricchissimo corpus documentario, approfondisce l’ars edificatoria vasariana.

L’allestimento valorizza il vasto repertorio cartaceo della Fraternita, con particolare riguardo alla costruzione delle Logge che nel XVI secolo costituirono per Arezzo un vero e proprio rinnovamento urbanistico. Dalla tavola con il San Rocco di Bartolomeo della Gatta, datata 1479, che documenta la consistenza edilizia della piazza prima dell’opera di Vasari, ai primi documenti sulla genesi dell’opera; dal celebre modellino in legno delle logge commissionato dai Rettori a Giorgio Vasari con una lettera del 19 luglio 1572 all’assenso del Granduca per la realizzazione dell’opera; dalle carte relative all’iter costruttivo alla “Veduta di Piazza Grande” dipinta nel tardo ‘700 e attribuita a Cristoforo di Donato Conti. Presenti inoltre preziose testimonianze sulla vita dell’artista – a cominciare dall’atto di battesimo sino alla copia del testamento rogato il 25 maggio 1568 da Raffaello Eschini presso lo Spedale degli Innocenti di Firenze. In mostra anche il Ritratto di Giorgio Vasari di Pietro Ermini, le effigi di coloro che hanno contribuito con i loro lasciti alla realizzazione dell’opera e documenti che attestano l’idea “tutta vasariana” di condurre l’acqua in Piazza Grande e che vedrà impegnata la Fraternita nella nuova impresa dell’acquedotto.

  1. IL DISEGNO FU LO IMITARE IL PIÙ BELLO DELLA NATURA. LA CASA, I DISEGNI, LE IDEE: GIORGIO VASARI E LA FIGURA DELL’INTELLETTUALE ARCHITETTO
    a cura di Rossella Sileno e Emanuela Ferretti

con il contributo scientifico dell’Università degli Studi di Firenze, Master Museo Italia – Dipartimento di Architettura e il contributo di FSC® ITALIA

Casa Vasari, fino al 2 febbraio 2025

Una mostra per riscoprire la poliedrica forma mentis del genio aretino attraverso le stanze che ne furono abitazione e spazio creativo. Dagli affreschi ai decori fino agli arredi, durante gli anni trascorsi nella città natale Giorgio Vasari plasma la sua storica dimora rendendola non solo un inestimabile gioiello d’arte, ma anche un vero e proprio manifesto del nuovo ruolo sociale dell’artista e dell’architetto, intellettuale e cortigiano.

Il percorso si articola in nuclei tematici, strettamente connessi e dialoganti, con disegni, manoscritti, modelli e opere significative in rapporto con le decorazioni pittoriche della Casa e la poetica vasariana. La genealogia artistica di Vasari è approfondita nella Camera della Fama e delle Arti, dove l’importanza dell’architettura per l’artista viene evocata dal modello di uno dei capitelli del loggiato degli Uffizi, appositamente realizzato per l’esposizione, mentre i significati simbolici degli affreschi della Camera di Apollo e delle Muse e il rapporto con Cosimo I sono enfatizzati dalla presenza dell’Apollo di Willem van de Tetrode dalle Gallerie degli Uffizi, prezioso esempio del collezionismo mediceo. Proseguendo, nella sala detta della Cucina, viene presentato un approfondimento sulla fortuna novecentesca di Vasari pittore/architetto, attraverso i disegni di Vincenzo Fasolo (1885-1969) e un approfondimento sul rapporto fra alcuni dei grandi maestri del Moderno e le loro abitazioni-manifesto. Infine, la Sala del Trionfo e della Virtù ospita la splendida Diana Efesina dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, messa in relazione con la rappresentazione della stessa divinità che Vasari dipinse al centro della parete d’ingresso alla sala, riprendendo un tema iconografico che si afferma nel Cinquecento e che si identifica con la forza creatrice della Natura.

  1. ALCUNA COSA FUOR DELL’USO COMUNE. IL CONVITO PER LE NOZZE DI ESTER E ASSUERO DI GIORGIO VASARI
    a cura di
     Maria Luisa Berretti

Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, fino al 2 febbraio 2025

Una mostra per approfondire una delle opere più grandiose di Giorgio Vasari: il dipinto a olio su tavola commissionato nel luglio del 1548 da don Giovanni Benedetto da Mantova, abate del Monastero delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo, raffigurante il terzo dei quattro conviti narrati nel Libro di Ester, oggi conservato nel palazzo che fu di proprietà della famiglia Ciocchi del Monte e dove soggiornò il cardinale Giovanni Maria – poi pontefice col nome di Giulio III, tra i principali committenti di Vasari.

Eccezionale per dimensioni (cm. 289X745), per quantità di figure e per elevata qualità artistica, il “Convito per le nozze di Ester e Assuero” può essere considerato la più importante opera su tavola del Vasari, anche perché ritenuta completamente autografa, visto che egli stesso narra, nelle “Vite”, che lo realizzò in quarantadue giorni per il “dottissimo” amico abate in cambio dell’esigua somma di centoventotto scudi d’oro. L’artista, che aveva concluso nel 1546 la decorazione ad affresco della Sala maggiore del Palazzo della Cancelleria a Roma con l’aiuto di numerosi collaboratori, nell’agosto del 1547 aveva iniziato dei lavori a Rimini e si divideva tra quella città e la vicina Ravenna. Nella primavera del 1548 tornò ad Arezzo per continuare la decorazione della sua casa, e in quel luglio ricevette la commissione da parte dell’abate. In quarantadue giornate Vasari realizzò il dipinto, studiandone le luci e le ombre in loco, e il risultato possiamo ammirarlo ancora oggi benché non nell’originaria collocazione. La tavola venne infatti trasferita a Palazzo Bruni Ciocchi negli anni Cinquanta del secolo scorso per far parte del nuovo museo statale inaugurato nel 1958, il cui ordinamento era stato curato da Luciano Berti.

Il soggetto del Convito allude al sacramento dell’Eucarestia e alla scelta da parte di Gesù Cristo della Ecclesia, in contrapposizione alla Sinagoga. L’eroina biblica Ester, che intercede presso il re persiano Assuero per salvare il popolo ebraico, viene letta come la prefigurazione della Vergine Maria salvatrice dell’umanità. A rafforzare questo concetto Vasari, al di sopra del dipinto, aveva realizzato anche un affresco raffigurante “un Cristo che porge a quella regina una corona di fiori”, andato perduto. La mostra illustra la genesi dell’opera attraverso i manoscritti che ne trattano, gli schizzi preparatori, e altri che fanno riferimento ad altre composizioni, ma sempre correlate al dipinto, al fine di far parlare l’opera secondo una modalità che ne approfondisce il contenuto ma anche le scelte figurative dell’artista. Manufatti da tavola coevi, facenti parte delle collezioni del Museo, sono esposti per rendere ancora più chiara la leggibilità del quadro. Viene inoltre presentata una sezione relativa alle riflettografie eseguite sul dipinto nel 1993.

  1. COSTRUIRE UN’IMMAGINE DI SÉ. GIORGIO VASARI ATTRAVERSO LE SUE CARTE
    a cura di Ilaria Marcelli
    Archivio di Stato, fino al 2 febbraio 2025

Un percorso documentale che approfondisce il modo in cui Giorgio Vasari operò per condizionare la memoria che, i contemporanei prima e i posteri in seguito, avrebbero avuto della sua figura e del suo lavoro. Col prezioso sussidio del patrimonio archivistico vasariano si ripercorrono legami che evidenziano la profondità e la pervasività dell’opera di Vasari in Toscana al servizio del duca Cosimo I concentrandosi su un aspetto fondamentale: il filtro che l’artista stesso appose alle sue carte.

La prima parte della mostra è dedicata alla storia familiare del Vasari, che egli riassunse sul finire della sua vita, in particolare con l’autobiografia apposta nella terza parte de “Le vite” – edizione del 1568. La seconda parte è invece incentrata sul suo lavoro e in particolare sul legame, via via sempre più importante e stretto, con il duca Cosimo I dei Medici. Risale agli ultimi anni della sua vita la consapevolezza che non soltanto le opere artistiche ma in particolare l’opera letteraria sarà cruciale per mantenere e trasmettere memoria di sé. La documentazione esposta nelle due sezioni proviene in prevalenza dalle Carte Vasari; ad essa sono affiancati alcuni documenti in originale o riprodotti provenienti da altri fondi conservati presso gli Archivi di Stato di Arezzo e di Firenze, presso la Beinecke Library della Yale University e presso la Fondazione Corni. E proprio grazie ai disegni di Francesco Corni vengono ricostruite due delle opere più rilevanti eseguite dal Vasari per Cosimo I: il corridoio vasariano e la ristrutturazione di Palazzo Vecchio.

  1. SI È MANGIATO ALTRO CHE PANE E MESSER GIORGIO. FORTUNA CRITICA E NUOVE RICERCHE SULLO STENDARDO DEI PEDUCCI

a cura di Serena Nocentini

Museo Diocesano di Arezzo, fino al 2 febbraio 2025

Al centro di questa mostra lo stendardo processionale dipinto da Vasari nel 1549 per la Compagnia di San Giovanni Battista dei Peducci, costituito da due raffinatissime tele raffiguranti la Predica del Battista e il Battesimo di Gesù. Le capacità del Vasari pittore verranno messe in luce, oltre che da questo capolavoro che ben rappresenta il nucleo di opere vasariane custodite al Museo, da tele sotto alcuni aspetti inedite riscoperte nella badia delle Sante Flora e Lucilla e riportate alla luce e restaurate per l’occasione. La fortuna critica dello Stendardo dei Peducci, testimoniata dallo stesso Vasari nell’Autobiografia, può leggersi ulteriormente in un secondo stendardo, sicuramente coevo e conservato presso la badia delle Sante Flora e Lucilla. Come per lo Stendardo dei Peducci, le due tele che compongono questa insegna processionale erano state separate e trasformate in singoli dipinti – uno dei quali rinvenuto di recente nei depositi della chiesa –, e per dimensioni, soggetto e stile l’esemplare è praticamente identico all’originale del Museo diocesano. “Si è mangiato altro che pane e messer Giorgio” ha fornito l’occasione per un intervento di restauro – sponsorizzato da Fondazione Guido d’Arezzo e Opera Laboratori e coadiuvato da una fondamentale campagna d’indagini diagnostiche non invasive e da puntuali ricerche archivistiche – che, per la prima volta, permetterà di esporre lo stendardo della badia a confronto con l’originale del Museo diocesano.

  1. OMAGGIO A VASARI” 
    a cura di Giuliano Centrodi
    Museo Orodautore
    gennaio 2025

Il Museo Orodautore omaggerà Vasari in gennaio invitando, con la curatela di Giuliano Centrodi, 15-20 artisti-orafi e designer, con particolare riguardo a quelli del territorio, per progettare un gioiello o un ornamento “pensando al Vasari” e farlo realizzare sia dalle ditte del Distretto Orafo Aretino, sia dagli artisti-orafi forniti di proprio laboratorio. A seguire i manufatti saranno esposti in una mostra dal titolo … mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”. Vasari, infatti, come racconta nelle Vite e nelle Ricordanze, ha frequentato diverse botteghe orafe ad Arezzo, oltre che a Firenze e Pisa. 

  1. ORO. TESORO, BELLEZZA, LUCE, VITA

Mostra personale di Filippo Rossi 
a cura di Monsignor Timothy Verdon
Palazzo della Fraternita dei Laici
2024, data da definire

Nell’anno dei festeggiamenti vasariani, Filippo Rossi, artista con anche una formazione come storico dell’arte, propone una mostra personale negli ambienti del Palazzo della Fraternita dei Laici, su un tema vicino alla storia e all’attualità degli aretini, l’ORO, visto in prospettive sia materiali ed estetiche, sia teologiche e cosmiche. In prossimità al Museo dell’Oro ospitato nel Palazzo, opere del Rossi nelle quattro sale del percorso inviteranno a riflettere sul prezioso metallo come ‘tesoro’, ‘bellezza’, ‘luce’, e ‘vita’, accompagnando le icone astratte dell’artista contemporaneo con immagini figurative dal passato in riproduzione.  

 

 

Testi, video e immagini dagli Uffici stampa Fondazione Guido d’Arezzo, CP+, Ministero della Cultura.

Dove i classici si incontrano. ClassiCult è una Testata Giornalistica registrata presso il Tribunale di Bari numero R.G. 5753/2018 – R.S. 17. Direttore Responsabile Domenico Saracino, Vice Direttrice Alessandra Randazzo. Gli articoli a nome di ClassiCult possono essere 1) articoli a più mani (in tal caso, i diversi autori sono indicati subito dopo il titolo); 2) comunicati stampa (in tal caso se ne indica provenienza e autore a fine articolo).

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