Successivamente all’abbassamento del livello dell’acqua del lago Turano presso il comune di Castel di Tora (RI), sono emerse dalla riva alcune tegole e ossa umane, segnalate da un residente alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti.

L’archeologa Letizia Silvestri e i funzionari Francesca Licordari e Alessandro Betori hanno immediatamente ricognito l’area decretandone l’interesse archeologico e dando inizio a sette giorni di scavi e rilievi di Letizia Silvestri.

in seguito alle operazioni archeologiche coordinate dalla Soprintendenza congiuntamente alla Società ERG Hydro S.r.l., gestore del bacino, e grazie alle risorse disposte dal Comune di Castel di Tora, sono state individuate dodici sepolture, di cui tre soggette a scavo.

In realtà, la presenza di almeno cinque di queste tombe era già nota nella località, ma non era ancora stata eseguita nessuna operazione di indagine scientifica.

“Questa breve ma intensa prima campagna si pone come punto di partenza per dimostrare le potenzialità archeologiche della necropoli, certamente molto più vasta di quanto osservabile al momento, e dell’intero territorio della Valle del Turano – ha commentato la dott.ssa Letizia Silvestri, archeologa autrice degli scavi – allo scopo di intraprendere un progetto di più ampio respiro condiviso con la Soprintendenza, gli enti di ricerca, il Comune di Castel di Tora e i Comuni limitrofi per effettuare ricognizioni sistematiche, indagini in estensione, la redazione di una carta archeologica aggiornata, la musealizzazione dei reperti in loco e la creazione di percorsi storico-archeologici che possano implementare il già importante patrimonio culturale e naturalistico della Valle”.

Castel di Tora
Archeologi al lavoro presso la Necropoli romana di Castel di Tora.
Foto Ufficio Promozione e Comunicazione
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti.

La Necropoli romana di Castel di Tora

Le sepolture rientrano nel tipo tombale ad inumazione “a cappuccina”, ovvero presentano una chiusura superiore con tegole a spiovente.

Nonostante tali tombe non appartengano generalmente a individui di alta estrazione con grandi corredi funerari, hanno restituito interessanti reperti. Infatti, sono venuti alla luce numerosi chiodini in ferro relativi alle calzature e un vasetto quasi integro che consentirà di comprendere la datazione della sepoltura di appartenenza.

Castel di Tora
Sepoltura “a cappuccina” dalla Necropoli romana di Castel di Tora.
Foto Ufficio Promozione e Comunicazione
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti.

Inoltre, le nuove scoperte si aggiungono ad alcuni reperti sporadici raccolti da un residente, tra cui una lucerna e una moneta dell’imperatore Aureliano (270-275 d.C.).

Di grande interesse il lavoro che potrà essere svolto dagli antropologi grazie al buono stato di conservazione delle ossa, tra le quali un cranio, che indagherà sul sesso, sulle patologie e la genetica dei defunti.

Infine, i risultati che verranno presentati presso il Comune di Castel di Tora verranno confrontati con quelli dei siti archeologici coevi nelle vicinanze per indagare l’area su ampia scala.

 

Classe '97, laureata in Archeologia Storia dell'Arte e Scienze del Patrimonio Culturale curriculum archeologico presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Studentessa magistrale del cds Archeologia: Oriente e Occidente curriculum Egitto e Vicino Oriente Antico presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale.

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