A distanza di oltre mezzo secolo dalla scomparsa, il Parco archeologico di Ostia antica ha finalmente potuto riaccogliere le epigrafi recuperate a Fano (Pesaro e Urbino) al termine delle indagini condotte dal Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale del Nucleo di Ancona e dal Tribunale di Pesaro.

Si tratta, nello specifico, di nove iscrizioni in marmo a carattere funerario, rinvenute nelle aree sepolcrali del territorio di Ostia antica e sottratte in maniera illecita attorno alla metà del Novecento per poi confluire in una collezione privata a Fano.

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Alcune delle epigrafi di Ostia antica recuperate a Fano. Credits: Parco archeologico di Ostia antica

Dopo più di 60 anni di silenzio, a contribuire attivamente al rientro ad Ostia dei documenti epigrafici in questione è stata la felice intuizione del funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona, Pesaro e Urbino Maria Raffaella Ciuccarelli. Grazie anche al contributo di Andrea Raggi, docente di Storia romana ed Epigrafia latina all’Università di Pisa, la studiosa ha infatti identificato in alcuni dei reperti archeologici recuperati dalle forze dell’ordine le iscrizioni funerarie disperse e segnalate nel 2018 in un contributo scientifico dedicato all’epigrafia ostiense.

Ad attirare l’attenzione di Ciuccarelli è stata l’appendice relativa agli esemplari dispersi di “Epigrafia ostiense dopo il CIL. 2000 iscrizioni funerarie” – questo il titolo dello studio redatto da Maria Letizia Caldelli, Mireille Cébeillac-Gervasoni, Nicolas Laubry, Ilaria Manzini, Raffaella Marchesini, Filippo Marini Recchia e Fausto Zevi e pubblicato da Edizioni Ca’ Foscari – tra le cui pagine spiccavano le iscrizioni a carattere funerario rinvenute a Fano grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Le successive verifiche condotte dal Parco archeologico di Ostia antica, in collaborazione con lo studioso epigrafista Antonio Licordari e gli stessi Caldelli e Zevi autori dello studio, hanno poi confermato la provenienza ostiense dei materiali, con il Tribunale di Pesaro a chiudere una volta per tutte il cerchio disponendo in via definitiva la restituzione dei reperti al Parco archeologico di Ostia.

Il rientro nel contesto di provenienze dei materiali ha di fatto contribuito a riaprire il dibattito scientifico sulle motivazioni legate alla scomparsa delle epigrafi e sulle dinamiche del loro “esilio” pesarese.

In questo senso, alla luce della notizia dell’esistenza documentata già nel 1953 di una “collezione archeologica” in una residenza privata di Fano, gli studiosi hanno ipotizzato che la scomparsa possa risalire agli anni Quaranta del Novecento, a ridosso del “Grande scavo” progettato e parzialmente effettuato in occasione dell’Esposizione Universale di Roma del 1942. Lo scoppio del secondo conflitto mondiale pose poi bruscamente fine alle operazioni, avviando contestualmente il processo di dispersione di numerosi reperti dall’area archeologica di Ostia, come nel caso delle epigrafi rinvenute a Fano.

Foto e materiali dal Parco archeologico di Ostia antica; per approfondire ancora: https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/09/13/news/archeologia_epigrafi_perdute_ritrovate_ostia_antica-365504784/

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