25 Marzo 2016
Quando i vigneti fiorivano in Sudan…
Gli archeologi di Poznań hanno scoperto insediamenti, paesi e cimiteri medievali durante la loro ricerca nel Sudan settentrionale, nell’area del bacino del Letti. Ora, i ricercatori intendono esaminare uno di questi luoghi in maggior dettaglio.
“La parte meridionale del Regno di Makuria era abbastanza ben conosciuta grazie agli scavi condotti dal Centro di Archeologia Mediterranea dell’Università di Varsavia a Ghazali, Banganarti e Dongola – l’ultima era la capitale del regno. La parte settentrionale è ancora +terra incognita+” – ha spiegato a PAP la dott.ssa Dobiesława Bagińska del Museo Archeologico di Poznań, iniziatrice del progetto di ricerca nel bacino del Letti.
Nell’autunno del 2015, gli scienziati portarono avanti una ricognizione estesa nel bacino del Letti, in un’area di approssimativamente 150 km² – quest’area era in precedenza stata assai scarsamente oggetto di rilevamenti da parte degli archeologi. Diversi siti sono stati rilevati da Krzysztof Grzymski del Museo Reale dell’Ontario.
Ora gli archeologi hanno confermato la presenza di siti noti in precedenza, ma pure scoperto diversi resti di insediamenti e cimiteri fino ad ora non noti, principalmente dal periodo del regno di Makuria. Queste scoperte confermano i resoconti dei viaggiatori arabi – più di 1.000 anni fa, il Regno di Makuria era una nazione ricca, il cui potere poteva competere con gli invasori arabi, che attaccavano dall’Egitto. Il bacino del Letti era una base economica e culturale per la capitale della Makuria – Dongola.
“Hag Magid è specialmente promettente per noi – è un’enorme altura con un’area di oltre un ettaro, sulla superficie della quale abbiamo trovato colonne medievali, dettagli di architettura e migliaia di frammenti di ceramiche” – ha affermato la dott. ssa Bagińska.
La ricercatrice sospetta che sotto la sabbia vi siano i resti ben preservati di una chiesa, di un monastero e altre strutture con più di mille anni. Per confermarlo, programma di effettuare rilevamenti geofisici non invasivi, che diranno cosa si nasconde al di sotto della superficie senza dover usare il badile.
“Le strutture che si nascondono al di sotto della sabbia sono dello stesso periodo e appartengono allo stessa cerchia culturale della basilica scoperta decenni fa dal prof. Kazimierz Michałowski a Faras on – i dipinti ritrovati finirono a Khartoum e Varsavia, dove sono esibiti nei musei” – spiega la dott.ssa Bagińska.
La ricercatrice è cauta nelle sue stime sull’importanza di Hag Magid, e se queste saranno comparabili a quelle di Faras, ma il rilevamento preliminare è promettente – lei crede che sia possibile effettuare spettacolari scoperte nella forma di interni decorati con dipinti, dettagli architettonici in pietra e pavimenti decorati.
“Significativamente, in contrasto con quanto avviene in Egitto e altri paesi del Medio Oriente, dove non è possibile acquisire neppure una parte dei resti degli scavi, le autorità sudanesi sono aperte a questo tipo di soluzione. Ciò significa che risultati tangibili degli scavi non solo aumenteranno la conoscenza, ma pure le collezioni museali. Persino i monumenti ritrovati sulla superficie del nostro sito di interesse avranno un grande valore espositivo” – ha notato la dott.ssa Bagińska. Attualmente, la ricercatrice è alla ricerca di fondi per finanziare il lavoro sul campo e i rilevamenti geofisici nella stagione archeologica di quest’anno, che è programmata per l’autunno.
Piatti in ceramica riposano sulla superficie della collina presso Hag Magid, e risalgono ai secoli VII-XIII. La collina ha un’altezza di approssimativamente 6 metri; gli archeologi credono che si sia formata come risultato di centinaia di anni di insediamenti – strutture successive furono erette nello stesso luogo. Ciò creò un’enorme collina costituita dai resti di edifici, mattoni in fango, pietra e tonnellate di ceramiche.
Gli scienziati sanno che più di 1.000 anni fa il bacino del Letti sembrava molto differente da oggi – ora domina il deserto sabbioso. “Durante l’apice del regno di Makuria, un canale correva presso Hag Magid e irrigava l’intera area. Vale la pena notare che le vigne erano coltivate qui su larga scala, e il vino era prodotto, come leggiamo nei resoconti dei viaggiatori arabi che si avventurarono in questo regno cristiano” – ha affermato la dott. ssa Bagińska.
Quindi, lo scopo degli scienziati sarà anche lo studio del clima storico e delle coltivazioni – finora gli archeologi al lavoro in Sudan non hanno effettuato ricerche su questo argomento.
“Siamo anche preoccupati che Hag Magid possa essere sepolta dalle mutevoli dune sabbiose – quindi perderemmo l’opportunità di studiarla per i prossimi decenni.” – ha concluso la dott. ssa Bagińska.
Traduzione da PAP – Science & Scholarship in Poland, Szymon Zdziebłowski. PAP non è responsabile dell’accuratezza della traduzione.