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Strumenti litici in Armenia spingono a un ripensamento della teoria africana

26 Settembre 2014
Uno studio su Science, partendo dal ritrovamento di strumenti litici provenienti dal sito di Nor Geghi 1, in Armenia, e risalenti a 325000-335000 anni fa, e conservato a causa della lava, giunge ad importanti conclusioni.
Lo studio, “Early Levallois technology and the Lower to Middle Paleolithic transition in the Southern Caucasus”, è opera di D. S. AdlerK. N. WilkinsonS. BlockleyD. F. MarkR. PinhasiB. A. Schmidt-MageeS. NahapetyanC. MallolF. BernaP. J. GlaubermanY. Raczynski-HenkN. WalesE. FrahmO. JörisA. MacLeodV. C. SmithV. L. Cullen, B. Gasparian.
Gli strumenti litici in questione rappresentano una versione più semplice (chiamata biface, e si parla di bifacial technique) di quelli ottenuti con la tecnica Levallois. Quest’ultima tecnica è associata alle popolazioni africane che la inventarono e la portarono con sé durante il loro spostamento in Eurasia.
Lo studio mette in relazione le due tecniche, e il fatto che nella regione presa in considerazione la loro contemporanea presenza lasci pensare che la seconda si sia evoluta dalla prima, indipendentemente, come sviluppo ed innovazione locale e non in seguito a diffusione. Lo studio conclude quindi che la transizione sarebbe avvenuta indipendentemente, tra gruppi geograficamente dispersi di ominidi precoci che condividevano le stesse origini tecnologiche.

(Tecnica Levallois, cliccare sull’immagine per vedere l’animazione)
Link: Science; Past Horizons; Archaeology News Network
Immagine animata da Wikipedia, Levallois Preferencial-Animation, di José-Manuel Benito Álvarez->Locutus Borg, CC BY-SA 2.5.

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