Dio Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/dio/ Dove i classici si incontrano. Cultura e culture Sat, 01 Apr 2023 10:42:56 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 https://www.classicult.it/wp-content/uploads/2018/08/cropped-tw-profilo-32x32.jpg Dio Archivi - Classicult https://www.classicult.it/tag/dio/ 32 32 Benedetta – Il femminile e la santità https://www.classicult.it/benedetta-il-femminile-e-la-santita/ https://www.classicult.it/benedetta-il-femminile-e-la-santita/?noamp=mobile#respond Sat, 01 Apr 2023 10:30:36 +0000 https://www.classicult.it/?p=196190 Benedetta è il nuovo film del regista olandese Paul Verhoeven (Basic Instict, Robocop, Elle, ecc.) La pellicola fu presentata a Cannes (2021)

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Benedetta è il nuovo film del regista olandese Paul Verhoeven (Basic Instinct, Robocop, Elle, ecc.) La pellicola, presentata a Cannes nel 2021, ha raggiunto le sale italiane solo il 3 marzo 2023, distribuita dalla Movie Inspired. Ma perché questo ritardo nella distribuzione di un film che ha fatto parlare così tanto di sé a Cannes? Qual è la trama che tanto ha fatto scandalo, al punto di arrivare ad accuse di blasfemia?

 

Benedetta: la trama

Benedetta (Virginie Efira) figlia di una ricca famiglia toscana prende i voti presso il convento di Pescia sin dalla tenera età. Benedetta diventa presto una delle suore più seguite all’interno del convento, questo anche grazie alla sua nota capacità di ricevere visioni. Un giorno una giovane sventurata di nome Bartolomea (Daphné Patakia), viene accolta all’interno del convento e affidata alle cure di Suora Benedetta.

Le continue visioni di Benedetta spingono il convento a farla diventare Badessa, spodestando la Badessa fino ad allora in carica (Charlotte Rampling). Tuttavia, il “regno” di Benedetta viene minacciato da differenti fattori: la relazione saffica nata tra lei e Bartolomea, l’arrivo della peste in Toscana e le accuse di blasfemia da parte dell’ex Badessa.

Benedetta: tra Storia e misticismo

Le vicende di Benedetta Carlini sono state rese note al grande pubblico soprattutto dal libro biografico Atti Impuri  di Judith C. Brown. La mistica, vissuta tra il 1591 e il 1661 divenne rapidamente un simbolo della Controriforma. Questo perché il convento di Pescia informò rapidamente la Curia di quanto accadeva tra le mura. In modo particolare, quello che preoccupò maggiormente il mondo ecclesiastico non fu il saffismo di Benedetta, ma le sue visioni. La mistica descrisse spesso le sue visioni in termini che ci possono apparire brutali. Ad esempio, una scene ricorrente vedeva il Signore strappare il cuore dal petto della donna per poi sostituirlo con il suo trafitto tra tre frecce. Le autorità ecclesiastiche si recarono velocemente a Pescia poiché vedevano in Benedetta un possibile caso di possessione demoniaca.

Benedetta Paul Verhoeven

Nel film come nel libro, si sottolinea come ad accrescere i dubbi nei confronti della donna fu il suo spiccato intelletto che la rendeva una studiosa autonoma e di larghe vedute. Proprio questa sua capacità di non vivere all’interno di schemi precostituiti la portarono ad avere una relazione amorosa e sessuale con Suor Bartolomea. Le due suore affermarono di aver avuto la stessa visione mistica durante un amplesso.

Benedetta Paul Verhoeven

Una figura dimenticata

Nonostante faccia parte della cultura e della storia italiana, Benedetta è diventata una studiata prevalentemente all’estero. In un certo senso, la povera Benedetta ha subito una damnatio memoriae che sembra essere proseguita anche con l’uscita del film in questione. Il film di Verhoeven ha avuto una storia travagliata. Infatti le riprese risalgono al 2018 con conseguente distribuzione tra il 2019 e il 2020. Tra pandemia, censure (ad esempio, in Cina) e distributori titubanti, la pellicola è rimasta negli archivi in attesa di essere riscoperta. Verhoeven si è sempre occupato di figure femminili atipiche, molte volte criticate dall’opinione pubblica. Sul femmineo e sul ruolo della donna oggi il cinema ci si sta concentrando parecchio. Nonostante ciò, un film come questo che analizziamo non riesce ad entrare nel cuore di quella che chiameremo “la questione femminista”.

A livello storico, Benedetta rappresenta una situazione atipica: mistica scelta da Dio, accusata di eresia ma mai condannata al rogo e mai apertamente accusata di saffismo, nonostante le svariate speculazioni a riguardo. Eppure la narrazione scelta da Verhoeven ha creato non poche controversie. E anche se il regista è stato accusato di essersi preso delle libertà (accuse peraltro non particolarmente circostanziate), già nel saggio di Judith Brown si parla spesso di certe trasgressioni.

Benedetta di Paul Verhoeven

La sessualità e lo stile registico

Se nel sedicesimo secolo non fu la sessualità a far scandalo, lo stesso non si può dire per il 2023. Infatti l’ostacolo per la distribuzione del film – come discusso a Cannes – risiederebbe nella scelta del regista di affrontare il tema del saffismo o della sessualità come un qualcosa di sacro. Benedetta prima di essere suora è una donna, una donna scelta da Dio. La femminilità è affrontata nel suo aspetto spirituale e carnale. La mistica della Efira è agitata da un senso di conquista e da un forte senso di protezione materno verso il proprio paese.

Paul Verhoeven
Paul Verhoeven

La regia di Verhoeven per fomentare tale tesi, si sofferma molto sull’uso del colore, in modo particolare sulle tinte di rosso. Un rosso che rappresenta sia la tentazione sia la salvezza (incarnata dal piacere sessuale). Il piacere ottenuto dal sesso eleva Benedetta, tanto da portarla letteralmente a stretto contatto con Gesù. Eppure il sacro e la sessualità, per quanto uniti tra loro, paiono spesso diventare d’intralcio l’uno all’altro. In un certo senso, possiamo dire lo stesso del rapporto tra Benedetta e Bartolomea. Verhoeven, a questo punto, gioca con il montaggio alternato per far sì che le visioni della mistica mostrino la realtà. Il mondo reale di Pescia, al contrario, diventa surreale e purulento, vittima di una peste che non arriverà mai proprio per la presenza di Suor Benedetta.

Benedetta è un film sicuramente controverso, soprattutto per come affronta la tematica della fede e della religiosità. Tuttavia, nonostante qualche pecca nata da un eccessivo virtuosismo messo in atto dal regista, siamo davanti ad un buon prodotto che potrebbe ridare luce ad un figura femminile italiana da troppo tempo ignorata.

Per video e immagini si ringrazia Movie Inspired.

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L’etica spinoziana: la felicità del pensiero https://www.classicult.it/etica-spinoziana-spinoza-felicita-pensiero/ https://www.classicult.it/etica-spinoziana-spinoza-felicita-pensiero/?noamp=mobile#respond Sun, 16 May 2021 22:37:41 +0000 https://www.classicult.it/?p=116193 Quando leggiamo Baruch Spinoza nella sua Etica. Dimostrata con Metodo Geometrico, riscontriamo l’enorme fiducia riposta nell’atto conoscitivo

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L’etica spinoziana: la felicità del pensiero – Baruch Spinoza, Etica. Dimostrata con Metodo Geometrico

Spinoza Etica Ethica
Baruch Spinoza, Ethica Ordine Geometrico demonstrata, 1677. Immagine in pubblico dominio

L’antropocentrismo, cioè il ritenere che la specie umana costituisca un’eccezione rispetto al mondo naturale, è, secondo Baruch Spinoza, l’errore più rilevante compiuto da coloro che si occupano di filosofia pratica. Rendere specifica, e non derivante dalle leggi di natura, la condizione di passività in cui versa ogni individuo è un’inesattezza, dovuta proprio alla visione antropocentrica.

Non tentare di comprendere, ma stigmatizzare emotivamente questa passività, attraverso il pianto, la derisione o il disprezzo, è un inciampo gnoseologico altrettanto diffuso (B. Spinoza, Etica, III, Prefazione). L’obiettivo polemico sembra essere un certo pensiero di matrice religiosa: la dottrina del peccato originale, la cui elaborazione più celebre è quella di Agostino d’Ippona. Adamo, infrangendo il decreto divino, ha condannato l’intera umanità al peccato. Nessuno, dalla caduta dei progenitori in poi, può essere felice autonomamente. Soltanto la grazia divina garantisce la beatitudine.

In questa visione, certamente l’uomo risulta un ente eccentrico rispetto all’ordine naturale. Inoltre, la passività umana, sotto il nome di peccato, viene attribuita all’essenza della specie e non viene compresa in un sistema più ampio di ragioni. Infine, nessun atto, che non sia effettuato da Dio, permette il raggiungimento della salvezza.

In netta discontinuità con questa prospettiva, Spinoza ritiene che qualunque modificazione possa essere compresa dalla mente e inserita in un ordinamento causale naturale, poiché tutto, compresa l’umanità, fa parte della natura.

Rivolgersi alla volontà divina, interrompendo il processo di comprensione razionale, è l’“asilo dell’ignoranza” (Etica, I, Appendice, p. 120). L’uomo è evidentemente passivo: subisce continuamente dei cambiamenti. Gli stati derivanti da queste modificazioni, che possono accrescere o meno la potenza del corpo, si chiamano affetti (Etica, III, Definizione III). Il termine affetto può dirsi in due modi: passione, che ha origine da idee inadeguate, o azione, che nasce, al contrario, da idee adeguate (Etica, III, Proposizione I). Se ne deduce che la passività e l’attività, per ciò che attiene all’uomo, non ineriscono alla qualità delle modificazioni che subisce, ma alla conoscenza che ha di esse. In altri termini, è l’idea che la Mente ha dell’affectus a fare la differenza.

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Statua di Baruch Spinoza, L’Aia. Foto di Leon Kunders, CC BY 2.5

L’uomo può diventare attivo attraverso un uso corretto della ragione. Non si tratta di una teoria del dominio assoluto degli affetti, come voleva Cartesio, ma della loro comprensione nell’ambito naturale (Etica, III, Prefazione). Riscontriamo l’enorme fiducia che Spinoza ripone nell’atto conoscitivo. Ad un accrescimento di sapienza corrisponde sempre un accrescimento di potenza.

Uno degli scopi della quinta parte dell’Etica, intitolata Della Potenza dell’Intelletto, ossia della Libertà Umana, è proprio mostrare “quanto il sapiente sia più potente dell’ignorante” (Etica, V, Prefazione, p. 291). Ci si occupa, in sostanza, del modo in cui la mente può ottenere un dominio relativo sulle passioni, realizzando una beatitudine tutta umana. D’altronde, la potenza dell’intelletto e quella degli affetti si trovano in un rapporto di proporzionalità inversa, anche se la seconda non raggiunge mai lo zero.

Il primo presupposto che fonda la potenza umana è l’identità tra l’ordine delle idee e l’ordine delle cose che si riflette, nell’uomo, nell’identità tra mente e corpo. Il pensiero e l’estensione non sono, cartesianamente, due sostanze diverse ma due manifestazioni dell’unica sostanza divina. Per questo, mente e corpo interagiscono, sono in perenne contatto l’uno con l’altro (Etica, V, Proposizione I, Dimostrazione). Oltretutto, dato che è possibile formarsi idee adeguate di ogni modificazione che afferisce al corpo, non esistono affetti di cui non si possa tentare di diminuire l’influenza (Etica, V, Proposizione IV).

Ma qual è una delle strategie principali per tenere a freno le passioni? Riconoscere che tutte le cose sono necessarie e sono determinate da un nesso infinito di cause. Spinoza fornisce un esempio concreto: la tristezza, generata dalla perdita di un bene, viene mitigata dalla consapevolezza che quel bene non poteva essere conservato in nessun modo.

Allo stesso modo, è impossibile biasimare un bambino per il fatto che è inconsapevole di sé (Etica, V, Proposizione VI, Dimostrazione, Scolio). Non pensare in termini di necessità significa non pensare in termini naturali e ritenere, dunque, che vi sia qualcosa che esula dalla natura stessa, il che è assurdo. Abbiamo delineato l’inizio dell’itinerario della mente che conduce all’amore intellettuale di Dio, la massima beatitudine realizzabile dall’uomo.

Spinoza, in queste prime pagine della quinta parte, pone le condizioni affinché si attui la libertà della mente, attraverso la quale, il saggio può emanciparsi da uno stato di minorità con le sue sole forze. Una salvezza umana è possibile. L’impotenza non è endemica né irreversibile. Non esiste alcun peccato originale che impedisce la felicità.

Baruch Spinoza. Fotocollectie Anefo / Londen Reportage / Serie : P [Portraits/Persons] / Anefo Londen serie. Negativo di ignoto (1940-1945), Nationaal Archief, CC0
Riferimenti bibliografici:

Baruch Spinoza, Etica. Dimostrata con Metodo Geometrico, a cura di Emilia Giancotti, Editori Riuniti, Roma 1988.

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