Fa tappa a Napoli la World Press Photo Exhibition 2019
Arriva a Napoli, per il quarto anno consecutivo, la World Press Photo Exhibition, la mostra di fotogiornalismo più importante al mondo che quest’anno, dal 14 ottobre all’11 novembre 2019, è ospitata nell’atrio del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La mostra, che presenta i risultati della 62a edizione del concorso World Press Photo, ogni anno è esposta in oltre cento città di 45 paesi diversi. Quest’anno hanno partecipato al concorso 4.738 fotoreporter di 129 paesi che hanno presentato in tutto 78.801 scatti.
Nella tappa napoletana, organizzata da CIME in partnership con il MANN, sono presenti le 144 fotografie finaliste del World Press Photo scelte da una giuria internazionale di fotografi professionisti che hanno selezionato i primi tre classificati per le categorie: Storie d’attualità, Ambiente, Notizie generali, Progetti a lungo termine, Natura, Ritratti, Sport e Spot News sia nella sezione foto singole sia nella sezione reportage.
L’esposizione si apre con la foto vincitrice del premio World Press Photo of The Year 2019. La fotografia di John Moore (Agenzia Getty Image), intitolata Crying Girl on the Border, ritrae una bambina honduregna di circa due anni, Yanela, che piange disperatamente sul ciglio della strada mentre sua madre, Sandra Sanchez, viene perquisita da un agente della polizia di frontiera statunitense al confine con il Messico.
Novità di quest’anno è il premio World Press Photo Story of the Year che è stato assegnato al fotografo olandese Pieter Ten Hoopen, autore del progetto intitolato The Migrant Caravan. Si tratta di un foto-racconto, realizzato tra ottobre e novembre 2018, dedicato all’immigrazione e in particolare alla più grande carovana di migranti partita dall’Honduras e diretta negli Stati Uniti.
Fra i premiati ci sono anche dei fotoreporter italiani: Marco Gualazzini, dell’agenzia Contrasto, con il reportage La crisi del lago Ciad vincitore della sezione Ambiente, Lorenzo Tugnoli, dell’agenzia Contrasto, che ha presentato un reportage dal titolo La crisi in Yemen, primo classificato per la categoria Notizie generali sezione reportage e Luca Volpe, fotografo indipendente, che ha vinto il secondo premio della categoria Notizie generali sezione foto singola con Still Life Volcano.
La World Press Photo Exhibition è una manifestazione riconosciuta a livello mondiale per il suo alto valore culturale, sociale ed educativo, per questo la scelta del Museo Archeologico Nazionale di Napoli come sede espositiva appare particolarmente appropriata poiché riunisce nello stesso luogo gli scatti più rappresentativi del 2018 con le grandi opere dell’antichità classica, mostrando ai visitatori che la riflessione sull’attualità non può prescindere dalla conoscenza del passato. Infatti, la ciclicità degli eventi storici è dimostrata dal fatto che i grandi temi della guerra, della violenza, delle migrazioni, della bellezza, della solidarietà, delle sfide con la natura e dei popoli in cammino, protagonisti delle foto in mostra, sono gli stessi delle opere antiche custodite nel museo.
Tutte le foto della World Press Photo Exhibition al Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono di Teresa Pergamo.
Velletri: conferenza “Folklore e Tradizioni Popolari”
La conferenza “Folklore e Tradizioni Popolari” si terrà lunedì 22 luglio, alle ore 18:00, presso la sala Tersicore del palazzo comunale di Velletri. L’incontro conclude la manifestazione “Giornate del Folklore Internazionale” che vedrà esibirsi a Velletri, nei giorni precedenti, gruppi folklorici provenienti dall’Isola di Pasqua, Honduras, Bielorussia, Botswana e Italia.
In basso trovate il programma completo della conferenza e link utili per ottenere maggiori informazioni.
Non mancate!
Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”
Folklore e Tradizioni Popolari
Lunedì 22 luglio 2019
Sala Tersicore del Palazzo Comunale di Velletri
Piazza Cesare Ottaviano Augusto 1, Velletri (Roma)
Saluti:
Orlando Pocci, sindaco di Velletri
Romina Trenta, assessore alla cultura
Sabina Ponzo, consigliere comunale
Intervengono:
Alessandra Broccolini (Sapienza Università di Roma), Folklore o patrimonio culturale immateriale? I diversi significati della tradizione nel nuovo millennio
Katia Ballacchino (Università degli Studi di Salerno), Il patrimonio culturale immateriale come risorsa per la comunità
Daniele Parbuono (Università degli Studi di Perugia / Chongqing University of Arta and Sciences), Folklore e folclorismi. Diversi modi di sentirsi locali
Coordina:
Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”)
Ore 19:30
Folklore Velletrano
Info
Mail: [email protected]
Honduras: cominciano gli scavi, primi reperti da Kaha Kamasa
12 - 15 Gennaio 2016
Cominciano gli scavi presso Kaha Kamasa, e al contempo vengono presentati i primi reperti. Non si conosce ancora con certezza il nome antico, ma si ritiene che si tratti degli insediamenti a cui si riferiscono i conquistadores quando parlano della Ciudad Blanca o della Città del Dio Scimmia, che si sarebbe trovata egualmente nella regione honduregna de La Mosquitia.
I tre centri urbani (chiamati T1, T2, T3) furono ritrovati grazie al Lidar nel 2012: sarebbero nel complesso addirittura più grandi della vicina Copán. Non si tratterebbe però una città Maya, ma proprio di una nuova cultura. L'area sarebbe stata abitata tra il 1000 e il 1500 d. C. Gli scavi sono cominciati nel più piccolo dei siti, battezzato "Città Giaguaro".
Tra i reperti si segnala un vaso rituale, un abbeveratoio con testa di giaguaro, e un oggetto dalla forma simile a quella di un metate, una pietra per macinare il mais. Ci sarebbero poi circa cinque dozzine di frammenti di pietra e ceramiche, e altri manufatti.
Link: Ambajada de Honduras 1 (PDF), 2; BBC News; Honduras News; The History Blog; Archaeology News Network via Associated Press; Criterio; Proceso Digital; Tiempo
Una strada nel centro vicino di Catacamas, nel dipartimento di Olacho, foto di Sraine, da Wikipedia, Pubblico Dominio.
Il Dipartimento di Olancho in Honduras, da Wikipedia, CC BY-SA 3.0 (Map of this department of Honduras, originally from English Wikipedia. See permalink for more details.
http://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Image:HondurasOlancho.png&oldid=129164686, caricata da Ninane).
Una città "perduta" in Honduras?
2 Marzo 2015
In un articolo comparso sul National Geographic, cui hanno fatto eco altri media, si è parlato della scoperta di una città perduta in Honduras, e di rovine precedentemente non esplorate dall'uomo dal momento del loro abbandono. Si è anche lasciato intendere che si trattasse della famosa Ciudad Blanca, la Città bianca, anche nota come la Città del Dio Scimmia.
Sul blog dell'Università di Berkeley è però intervenuta Rosemary Joyce, nota antropologa impegnata anche in Honduras, per criticare il clamore e le inesattezze della stampa, a partire dai termini utilizzati.
Link: The Berkeley Blog; National Geographic; ABC; Archaeology News Network
America Centrale, U.S. Central Intelligence Agency (CIA) - CIA The World Factbook - Regional maps (Used to be here), da Wikipedia, Pubblico Dominio, caricata da AlexCovarrubias.