Selinunte fu fondata da Megara Iblea nella seconda metà del VII secolo a.C. e in poco meno di due secoli raggiunse una ricchezza e una floridezza economica che ha pochi confronti nel mondo siceliota e magno – greco. Gli abitanti costruirono edifici e monumenti di dimensioni grandiose che ancora oggi, nonostante i secoli e vari cataclismi possono essere ammirati nella loro bellezza.
Cosa vedere? La zona dell’Acropoli, la Collina orientale, il pianoro di Contrada Manuzza, il Santuario della Malophoros in contrada Gaggera e se ve la sentite ancora, le Necropoli di Manicalunga e di Galera Bagliazzo.
Parco Archeologico di Selinunte. Foto di Alessandra Randazzo
Nel vostro percorso nel Parco Archeologico di Selinunte potrete ammirare lo splendore di una città al massimo della sua potenza e ricchezza, ma ben presto sul finire del V secolo a.C., Selinunte perse la sua magnificenza urbana divenendo un punto di commercio punico. I Cartaginesi, sbarcati in Sicilia con un esercito di 5.800 uomini al comando del generale Annibale Magone, misero a ferro e fuoco la città che cadde dopo nove giorni di assedio e senza aiuti delle città alleate Siracusa ed Agrigento. Sovvertendo la divisione urbana della città, i Punici costruirono abitazioni anche tra le rovine dei templi. di fatto non rispettando uno dei canoni di divisioni delle città greche tra spazi pubblici, privati e sacri.
La mostra “Ars Aedificandi. Il cantiere nel mondo classico” si srotola tra Cave di Cusa e il Parco archeologico di Selinunte, e sarà visitabile per oltre un anno
La seconda campagna di scavi sull’Acropoli di Selinunte diretta dall’Università Statale di Milano in collaborazione con la New York University ha portato interessanti sorprese